L’aveva denunciato qualche giorno fa, adesso torna alla carica. Massimo Carlesi, capogruppo del Pd in consiglio comunale, rinnova il suo invito al sindaco Cenni e alla giunta a prendere quanto prima provvedimenti in grado di aiutare le famiglie e le aziende pratesi, alle prese con una crisi senza precedenti.
“Nei giorni scorsi, il capogruppo del Pdl nel Consiglio Comunale di Prato, Roberto Baldi, ci ha in pratica chiesto di non esagerare, di non criticare in questo momento la giunta comunale che è soltanto all’inizio del suo mandato - afferma Carlesi -. La risposta sta nelle cose. Non è certo per spirito di rivalsa che il gruppo del Pd, attraverso la voce di più consiglieri, compresa la mia, ha più volte sollecitato l’amministrazione comunale a prendere in mano in modo deciso e con strumenti concreti, non solo con interventi di facciata, la difficile crisi che la famiglie pratesi stanno vivendo sulla loro pelle. Lo stesso vale per gli strumenti a sostegno delle imprese”.
Il tasto toccato da Carlesi è ancora quello del rapporto tra governo locale e governo centrale: “Non capisco - dice -come una giunta comunale espressa dalla stessa coalizione che guida il governo nazionale non riesca a chiedere e a ottenere gli strumenti e i finanziamenti dei quali Prato ha bisogno. Non so se ciò sia legato a una mancanza d’idee e, di conseguenza, di progetti. So, però, che questa giunta ha addirittura nominato un assessore ai rapporti con Roma, lasciando intravedere la possibilità di un rapporto privilegiato e rinnovato fra il governo e la città. Di misure a sostegno dell’economia locale, volte nel contempo alla diversificazione e al rilancio delle aziende tessili più sane, non se ne sono però viste. Non sono stati messi in campo strumenti di sostegno al reddito delle famiglie, anche in forme eventualmente innovative. Né si è vista, da parte dei rappresentanti di questa amministrazione, una richiesta forte e precisa in tal senso”.
“Eppure - insiste il capogruppo Pd - apprendo questa mattina che la principale azienda del sindaco ha deciso di mettere in cassa integrazione altri 9 lavoratori e di trasferire l’intera produzione in Cina. Mi astengo dal polemizzare sulle scelte di politica aziendale o sul significato della parola delocalizzazione, nella speranza che la Sasch continui a dare lavoro e a creare reddito per i pratesi.
Una considerazione mi sorge però spontanea e riguarda le poche idee avanzate dal sindaco riguardo all’economia del distretto. Ha parlato di tessile e di cardato ma appare evidente, anche dalle scelte compiute nelle ultime ore da Sasch, che la maggior parte della produzione di tessile e abbigliamento avverrà in altri Paesi. Mi chiedo, di conseguenza, perché non si parli d’innovazione, nanotecnologie, energie ed energia per le imprese e non ci si adoperi per ottenere finanziamenti, risorse, commesse, disponibilità in tal senso. E questo, senza contare che non tutte le famiglie pratesi potranno usufruire della cassa integrazione o di altri ammortizzatori sociali. Il Comune, diciamocelo, è attualmente inerte. E non è il caso d’aspettare un intervento da fuori, pur necessario, senza che nessuno lo chieda”.
“Nei giorni scorsi, il capogruppo del Pdl nel Consiglio Comunale di Prato, Roberto Baldi, ci ha in pratica chiesto di non esagerare, di non criticare in questo momento la giunta comunale che è soltanto all’inizio del suo mandato - afferma Carlesi -. La risposta sta nelle cose. Non è certo per spirito di rivalsa che il gruppo del Pd, attraverso la voce di più consiglieri, compresa la mia, ha più volte sollecitato l’amministrazione comunale a prendere in mano in modo deciso e con strumenti concreti, non solo con interventi di facciata, la difficile crisi che la famiglie pratesi stanno vivendo sulla loro pelle. Lo stesso vale per gli strumenti a sostegno delle imprese”.
Il tasto toccato da Carlesi è ancora quello del rapporto tra governo locale e governo centrale: “Non capisco - dice -come una giunta comunale espressa dalla stessa coalizione che guida il governo nazionale non riesca a chiedere e a ottenere gli strumenti e i finanziamenti dei quali Prato ha bisogno. Non so se ciò sia legato a una mancanza d’idee e, di conseguenza, di progetti. So, però, che questa giunta ha addirittura nominato un assessore ai rapporti con Roma, lasciando intravedere la possibilità di un rapporto privilegiato e rinnovato fra il governo e la città. Di misure a sostegno dell’economia locale, volte nel contempo alla diversificazione e al rilancio delle aziende tessili più sane, non se ne sono però viste. Non sono stati messi in campo strumenti di sostegno al reddito delle famiglie, anche in forme eventualmente innovative. Né si è vista, da parte dei rappresentanti di questa amministrazione, una richiesta forte e precisa in tal senso”.
“Eppure - insiste il capogruppo Pd - apprendo questa mattina che la principale azienda del sindaco ha deciso di mettere in cassa integrazione altri 9 lavoratori e di trasferire l’intera produzione in Cina. Mi astengo dal polemizzare sulle scelte di politica aziendale o sul significato della parola delocalizzazione, nella speranza che la Sasch continui a dare lavoro e a creare reddito per i pratesi.
Una considerazione mi sorge però spontanea e riguarda le poche idee avanzate dal sindaco riguardo all’economia del distretto. Ha parlato di tessile e di cardato ma appare evidente, anche dalle scelte compiute nelle ultime ore da Sasch, che la maggior parte della produzione di tessile e abbigliamento avverrà in altri Paesi. Mi chiedo, di conseguenza, perché non si parli d’innovazione, nanotecnologie, energie ed energia per le imprese e non ci si adoperi per ottenere finanziamenti, risorse, commesse, disponibilità in tal senso. E questo, senza contare che non tutte le famiglie pratesi potranno usufruire della cassa integrazione o di altri ammortizzatori sociali. Il Comune, diciamocelo, è attualmente inerte. E non è il caso d’aspettare un intervento da fuori, pur necessario, senza che nessuno lo chieda”.
Nessun commento:
Posta un commento