DAL SITO WWW.MASSIMOCARLESI.IT
«La città ricca vuole andare al governo. E’ la circoscrizione Est che ci ha portati al ballottaggio»
Prima del 21 il candidato del centrosinistra dovrà recuperare almeno il 3% di voti. I conti non sono difficili: il Pd, nel Comune di Prato, rispetto al 2004 (Ds più Margherita) ha perso 4 punti percentuali, la coalizione poco meno di tre punti, i numeri sul sindaco sono impressionanti: meno 6 punti percentuali.
Eppure la voglia è quella di reagire. Si capisce dall’applauso che parte quando il candidato sindaco entra, poco dopo le 21,30, nella sede in via Muzzi ancora piena di fedelissimi. Dai giovani del partito che non fanno altro che ripetere: «Adesso bisogna scatenarsi, non lasciarsi andare».
Carlesi. Nemmeno un po’ di delusione? Il Comune di Prato va al ballottaggio per la prima volta nella sua storia.
«Credo che si sia fatto tutto il possibile per vincere e la battaglia continua già da questa sera. Non abbiamo trascurato nulla, abbiamo fatto tutto il possibile. Per cui no, non sono deluso. Sono sereno, direi anche tranquillo. E ringrazio chi mi ha votato, tutti quelli che mi hanno aiutato in questa campagna elettorale e anche il partito che si è mobilitato».
Una prima analisi veloce: che cosa è successo?
«Ci sono state intere zone della città che storicamente guardavano a destra e che hanno votato compatte. E’ successo alla Est che ha avuto risultati tali da provocare il ballottaggio. E alla Centro, ma in modo meno evidente. La parte di città ricca, che sta bene, vuole andare al governo. Ma c’è anche quell’altra città, che vive intensamente i problemi, che ha una gestione di vita complessa, che ha votato per il centrosinistra».
E’ un voto di protesta o Prato sta scivolando, seguendo il trend nazionale ma anche europeo, verso destra?
«I numeri parlano chiaro, che ci sia una deriva a destra è evidente. Il voto di protesta lo lego più al risultato della Lega Nord e in parte, anche se i numeri non l’hanno sostenuto, al voto per la lista Milone che nella Chinatown ha raggiunto, in una sezione, l’11%».
Come se la spiega questa rivoluzione? Lei in percentuale ha preso uno 0,50% in meno della lista che la sostiene. Non c’è stato quindi l’effetto “valore” aggiunto.
«In valori numerici ho preso circa duemila voti in più della mia lista e altrettanti più di Cenni. Nella ripartizione sono stato penalizzato».
La sua candidatura a sindaco nasce dalla vittoria alle primarie, una vittoria ottenuta senza il conforto del partito.
Non è che alla fine questo risultato è stato provocato da una sorta di defezione interna al Pd?
«No, non credo proprio. Questo risultato è legato al fatto che si sono concentrati più voti sulla lista che mi sostiene che sul mio nome. La partecipazione del Pd è stata buona».
Secondo lei, la fine della campagna elettorale è stata influenzata dall’arrivo di Berlusconi? Ha portato voti a Cenni?
_«Credo che una quota di voto di opinione l’abbia raccolta. Qualcuno ha votato il premier e non ha dato il voto amministrativo. Ma d’altro canto, per la prima volta nella sua storia, a Prato c’è stata una passerella di ministri e sottosegretari».
Ora ha due settimane di tempo per recuperare quel tre per cento di voti che le garantirebbero la vittoria. Dove li cercherà?
«Le liste sono ventuno e i candidati sindaci sono nove. Da qualche parte li troverò. Bisogna impegnarsi anche a recuperare i voti dispersi».
Come pensa di impostare la campagna elettorale da qui al 21 giugno?
«Come ho fatto fino a ora. Tra la gente, ascoltando quello che ha da dire. Certamente ora bisogna impegnarsi sui problemi concreti della città».
L’effetto-mare, la voglia di una gita fuoriporta col bel tempo, piuttosto che stare in città a votare, non la spaventa?
«Santo cielo. Si tratta di una giornata sola. Spero bene che i pratesi vogliano rinunciare a un giorno di sole per stare meglio dopo e più a lungo».
Si aspetta toni alti da qui al ballottaggio?
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