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lunedì 29 giugno 2009

CONSIDERAZIONI POLITICHE

Ho vissuto la nascita e il percorso del Partito Democratico con una sincera speranza di rinnovamento , condividendone la carta dei valori, il codice etico e lo statuto. Nutrivo la sincera speranza che, anche a Prato, si riuscissero a scrostare vecchi meccanismi autoreferenziali e si facessero da parte personaggi che appunto, con l’etica del PD, non avevano niente a che vedere.

Ebbene, molti di loro probabilmente questi documenti non li hanno degnati nemmeno di uno sguardo, impegnati con vigore a comandare ( cosa diversa da governare ) , ad acquisire potere con le assunzioni nelle società partecipate favorendo i parenti e gli amici, specialmente da quando sono diventate S.p.A. e non è più previsto il concorso pubblico.

Per non parlare poi dei politici di professione che, come al gioco dei quattro cantoni, sono passati da un assessorato all’altro per poi approdare ad un consiglio di amministrazione e , qualora i posti non fossero stati sufficienti, si sono frazionate le società per creare degli strapuntini oppure , di comune accordo con il PDL , si sono aumentati il numero dei consiglieri nel Consiglio Regionale.

Il virus dell’autoreferenzialità si è propagato ed ha fatto ammalare questa classe politica nostrana, un po’ come avveniva fra i nobili con il matrimonio tra consanguinei , un’apparente democrazia ma le fila tirate dai soliti “burattinai” detentori della verità assoluta .

Nonostante la base, con la candidatura di Massimo Carlesi alle primarie, abbia fatto un ultimo tentativo di introdurre anticorpi in questo meccanismo , per far tornare a parlare la “politica” , la cittadinanza ha scelto di cambiare pagina.

Per molti anni a Prato c’è stata una buona amministrazione, ispirata ai valori fondanti del centro sinistra, con risultati di eccellenza in molti ambiti e di questo ne sono orgoglioso, ma la lontananza dalla base e dai cittadini si è andata via via allargando , complice la grave crisi economica che attanaglia questa città. Questi ultimi infatti non hanno riconosciuto più nei nostri rappresentanti quelle doti di onestà intellettuale, di moralità e di etica che dovrebbero contraddistinguere i politici seri .

A me dispiace riconoscerlo, ma la democrazia si fonda sull’alternanza al potere tra maggioranze diverse, come requisito essenziale per il ricambio e il rinnovamento del ceto politico. Aldo Moro definiva la nostra una “democrazia incompiuta”, perché non era riuscita a realizzare il principio dell’alternanza al potere , sostenendo che se a governare sono sempre gli stessi uomini o gruppi politici, non è stata realizzata una vera democrazia.

Dico quindi a tutti coloro che, come me, si riconoscono nel Partito Democratico, di non stare alla finestra, date il vostro contributo iscrivendovi e facciamo vivere insieme i nostri valori , Prato merita le migliori forze, costruiamo un progetto politico serio fatto di persone che intendono la politica come servizio e non il “servirsi” della politica per fini propri.

Francesco Bartolomei

1 commento:

Fabio Pari ha detto...

Debora Serracchiani e la corsa al Congresso
In questi giorni in cui le Istituzioni chiedono il silenzio intorno all'inchiesta di Bari, così da consentire al Cavaliere di non doversi presentare al G8 truccato di bianco e con un simpatico naso rosso, la scena politica s'anima d'altre storie... tra cui la corsa al congresso del Partito Democratico.
L'11 Ottobre sapremo chi sarà il nuovo leader del partito, al quale toccherà l'arduo compito di reggere le fila di un battaglione ormai stanco e ferito, consegnando nuova identità e nuova spinta ad un progetto che rischia di trasformarsi nel fuoco di paglia più clamoroso della storia della politica italiana.

Ai blocchi di partenza abbiamo il segretario "tecnico" Dario Franceschini e, come annunciato mesi fa, l'ex-ministro Pierluigi Bersani. Non voglio dilungarmi troppo a parlare di questi due, a mio avviso, bravissimi politici, perché penso seriamente che nessuno dei due rappresenti ciò che è necessario per dare nuovo lustro a questo progetto.
Bersani ha detto che "bisogna ricostruire il partito" e che lui, a differenza dello sfidante, "non parla di vecchio e nuovo". Scusate, ovvio che non parli di vecchio e di nuovo, rischierebbe lui stesso di trovarsi in imbarazzo al momento della collocazione.
Proseguo ribadendo, come spesso ho fatto, la mia stima e i miei complimenti a Franceschini, il quale è riuscito nel difficilissimo compito di "tenere botta" alle europee e a non far implodere il partito nel post-Veltroni.
Tuttavia ritengo il suo compito esaurito. Doveva essere il traghettatore tra due generazioni, quella del "vecchio" (o nuovo?) Bersani e dei suoi attempati coetanei (non anagrafici, ma mediatico-politici) come Prodi, D'Alema, Veltroni, Rutelli, Bindi, Fassino, ecc... e la VERA nuova e INEDITA generazione politica.

Ragazzi miei, ci vogliono persone che non si sono mai viste prima!
Persone che non hanno ricoperto prima d'ora ruoli di spicco nel partito nazionale, persone che non sono già state "consumate" dall'opinione pubblica, persone che si sono fatte le ossa all'interno del partito lavorando sul territorio, persone che arrivano a questo importante appuntamento per TUTTO il centrosinistra italiano svincolate il più possibile da vecchie divisioni e appartenenze.
Rischiamo che con questo "bipolarismo" interno tornino a galla vecchi rancori neanche troppo sopiti, che porterebbero molto probabilmente a nuove tensioni e scontri pubblici, riuscendo a dare per l'ennesima volta la patetica immagine di essere un partito diviso su tutto e su tutti.

Per questo spero con tutto me stesso nell'OUTSIDER e, tra tutti i nomi che circolano (Ignazio Marino, Marco Simoni, Giuseppe Civati), spero che si presenti DEBORA SERRACCHIANI.

Sono fermamente convinto che in un Paese come l'Italia, dove l'apparenza, negli ultimi anni, vale più della sostanza, sia necessario "giocare" sfruttando le regole ormai assunte della società in cui stiamo vivendo.
Con questo non voglio dire che queste regole siano da condividere, ma ritengo sia inutile ignorarle facendo gli intellettuali di sinistra.
Il gioco è questo, che lo vogliamo o no, occorre attrezzarsi con una figura nuova e giovane capace di catturare lo "share elettorale" (mi piace chiamarlo così).
Che poi dietro ci debba essere una base solida e una sostanza programmatica è senza dubbio necessario.

Ci vuole un LEADER nuovo e un PARTITO DEMOCRATICO nuovo, con i suoi componenti pronti a remare tutti nella stessa direzione. Certo, le discussioni ci saranno e ci devono assolutamente essere, ma vanno risolte all'interno del partito e nei luoghi a questo adibiti.

Una linea CHIARA e COMUNE, chi non è d'accordo può andarsene.

Ascoltate il discorso di Debora all'Assemblea Nazionale dei Circoli, non c'è bisogno di aggiungere nulla.


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