Francesco Bartolomei
da Il Tirreno del 25/10/08
La gente dei circoli non capisce
C’è chi rivuole Romagnoli, chi le primarie, chi i giovani
Massimiliano Streppone: «Il sindaco per me ha lavorato bene, se può ci ripensi». De Martino «Non capisco il senso di questa manovra»
PRATO. La base del Pd non capisce. A cominciare dagli elettori e dagli iscritti che non masticano politica tutti i giorni, per finire con i dirigenti di circoli e sezioni. Sondaggi, veleni e addio annunciato anzitempo dal sindaco non sono piaciuti. I più sono certi che «il partito ha tempo e modo di ricompattarsi». Come e con chi, nessuno lo sa. Non manca chi è seriamente preoccupato né chi avrebbe preferito, e lo dichiara apertamente, che Marco Romagnoli non fosse stato costretto a ingranare la marcia indietro. Gli umori, fuori e dentro le stanze dei circoli, si mantengono però freddi e pacati. E l’atmosfera, complice il primo autunno, è anche un po’ triste.
Prova ne è che basta un giro per la città, in un martedì come in un lunedì mattina d’ottobre, per rendersi conto che non è più tempo di fermenti, politici o d’altro tipo, a tutte le ore. Sarà la crisi, che costringe i circoli a ridurre l’orario (e le spese) d’apertura. Sarà che le sezioni fanno vita a sé. Sarà che riconoscere i militanti, fra chi aspetta di giocare a carte o di prendere il caffé, non è affare semplice. Se ci mettiamo, poi, che diverse case del popolo aprono soltanto in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, il segno che i tempi sono cambiati è del tutto evidente.
Alla Querce il circolo è chiuso. Pazienza. A Coiano, cambiando zona, pure.
In attesa che apra, Roberto Martini accetta di parlare. «Mi conoscono come Spazzolino - dice - Ho 82 anni e ne ho viste tante. Negli ultimi tempi, ho aderito al Pds, poi ai Ds e al Pd. Su quello che succede, non saprei però dire molto. È vero che la città è cambiata e che devono cambiare anche i dirigenti». E per il sindaco? «Mi piacerebbe che fosse dato spazio ai giovani».
Di cose da dire, Massimiliano Streppone, al circolo Favini della Chiesanuova, ne ha soltanto una: «Io ricandiderei Marco Romagnoli». «Per me ha lavorato bene, nel mezzo a tantissime difficoltà. Come si fa a trattarlo in quel modo? Qualcosa del genere non era mai successo. Voglio solo aggiungere che, se può, Romagnoli ci ripensi. Lo dico ad alta voce. È un grande sindaco». Difficile trovare altri commenti o qualche pensiero contrario a Chiesanuova. Difficile farlo anche altrove, visto che a circoli aperti non corrisponde un gran numero d’avventori né, soprattutto, un orario della sezione Pd che combaci alla perfezione con quello dei locali dell’Arci.
Il tono generale è, in ogni caso, fra il sommesso e il distaccato. Qualcuno parla ma non vuole apparire, qualcun altro, dirigente o banconiere che sia, osserva che ne avrebbe tante da riferire ma che non può. Di registrare una certa insofferenza, capita in diversi circoli.
A Maliseti, Luigi De Martino prova comunque ad analizzare il momento. Dal suo punto di vista, s’intende. «Sono un po’ deluso anche perché non penso che Romagnoli abbia lavorato male. Non ho capito le ragioni di tutta questa manovra. Per quanto mi riguarda sono dubbioso sulle risposte e le candidature che potranno venire - continua - mentre fino a qualche tempo fa nutrivo una fiducia non indifferente nel partito. Si parla d’immigrazione, di crisi. È vero che ci sono. Ma non sono di sicuro colpa di Romagnoli».
Consigliere comunale e dirigente a Coiano, infine, Mario Bensi annuncia che prenderà la parola alla direzione del partito. «Era meglio discutere prima che si verificasse tutto questo - premette - La situazione a Prato è complessa e il malessere, per la crisi come per l’immigrazione, c’è. Sono molto perplesso su come siamo arrivati agli ultimi eventi. Mi pare che ora ci sia bisogno di ricompattare il partito, di fare un programma e di trovare un candidato. Meglio con le primarie».
Fabio Barni
Prova ne è che basta un giro per la città, in un martedì come in un lunedì mattina d’ottobre, per rendersi conto che non è più tempo di fermenti, politici o d’altro tipo, a tutte le ore. Sarà la crisi, che costringe i circoli a ridurre l’orario (e le spese) d’apertura. Sarà che le sezioni fanno vita a sé. Sarà che riconoscere i militanti, fra chi aspetta di giocare a carte o di prendere il caffé, non è affare semplice. Se ci mettiamo, poi, che diverse case del popolo aprono soltanto in tarda mattinata o nel primo pomeriggio, il segno che i tempi sono cambiati è del tutto evidente.
Alla Querce il circolo è chiuso. Pazienza. A Coiano, cambiando zona, pure.
In attesa che apra, Roberto Martini accetta di parlare. «Mi conoscono come Spazzolino - dice - Ho 82 anni e ne ho viste tante. Negli ultimi tempi, ho aderito al Pds, poi ai Ds e al Pd. Su quello che succede, non saprei però dire molto. È vero che la città è cambiata e che devono cambiare anche i dirigenti». E per il sindaco? «Mi piacerebbe che fosse dato spazio ai giovani».
Di cose da dire, Massimiliano Streppone, al circolo Favini della Chiesanuova, ne ha soltanto una: «Io ricandiderei Marco Romagnoli». «Per me ha lavorato bene, nel mezzo a tantissime difficoltà. Come si fa a trattarlo in quel modo? Qualcosa del genere non era mai successo. Voglio solo aggiungere che, se può, Romagnoli ci ripensi. Lo dico ad alta voce. È un grande sindaco». Difficile trovare altri commenti o qualche pensiero contrario a Chiesanuova. Difficile farlo anche altrove, visto che a circoli aperti non corrisponde un gran numero d’avventori né, soprattutto, un orario della sezione Pd che combaci alla perfezione con quello dei locali dell’Arci.
Il tono generale è, in ogni caso, fra il sommesso e il distaccato. Qualcuno parla ma non vuole apparire, qualcun altro, dirigente o banconiere che sia, osserva che ne avrebbe tante da riferire ma che non può. Di registrare una certa insofferenza, capita in diversi circoli.
A Maliseti, Luigi De Martino prova comunque ad analizzare il momento. Dal suo punto di vista, s’intende. «Sono un po’ deluso anche perché non penso che Romagnoli abbia lavorato male. Non ho capito le ragioni di tutta questa manovra. Per quanto mi riguarda sono dubbioso sulle risposte e le candidature che potranno venire - continua - mentre fino a qualche tempo fa nutrivo una fiducia non indifferente nel partito. Si parla d’immigrazione, di crisi. È vero che ci sono. Ma non sono di sicuro colpa di Romagnoli».
Consigliere comunale e dirigente a Coiano, infine, Mario Bensi annuncia che prenderà la parola alla direzione del partito. «Era meglio discutere prima che si verificasse tutto questo - premette - La situazione a Prato è complessa e il malessere, per la crisi come per l’immigrazione, c’è. Sono molto perplesso su come siamo arrivati agli ultimi eventi. Mi pare che ora ci sia bisogno di ricompattare il partito, di fare un programma e di trovare un candidato. Meglio con le primarie».
Fabio Barni
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