Francesco Bartolomei
Da il Tirreno del 30/10/08
Squittieri si smarca: primarie e politica Conclusa l’assemblea provinciale-fiume, su le quotazioni di Abati
PRATO. Paolo Abati su. Adriano Benigni giù. Il borsino del nuovo candidato sindaco oscilla e le quotazioni, almeno oggi, danno il presidente del Consiag - saldamente sostenuto dal direttivo (l’ex segreteria), dalla componente ex Margherita ma anche dalla parte degli ex Ds che fa capo ad Andrea Lulli - in testa di qualche punto. Ma i giochi sono ben lungi dall’essere chiusi. Il partito che scommette sul presidente di Asm - consenso a macchia di leopardo tra i cosiddetti “anziani”, ex socialisti, una parte delle forze sindacali - spinge forte.
Dire se sia impotizzabile, a questo punto, un confronto diretto con le primarie tra i due candidati forti alla poltrona di sindaco, per ora è quasi impossibile. Perché, anche su questo fronte, le compagini sono due: quella che lavora per una scelta unitaria del gruppo dirigente su un nominativo, così da evitare guerre fratricide che potrebbero sempre verificarsi e l’altro che punta i piedi per strappare le primarie vere che non per forza debbono comportare morti e feriti. Altra variabile: le volontà dei due protagonisti che difficilmente - molto sono convinti - avranno la voglia di mettersi in gioco in un testa a testa dall’esito incerto. Allora? La linea, questa volta, l’ha detta la segretaria Benedetta Squittieri che nel discorso conclusivo, l’altra sera, della lunga marcia dell’assemblea provinciale - cinque riunioni-fiume, sessanta interventi - si è smarcata, creando anche qualche malumore. A sorpresa ha parlato di primarie - da vedere se di coalizione o di partito -, nessun cenno a scelte di nomi da parte del gruppo dirigente, ha ammesso che il Pd non ha marcato la sua presenza in città. Frase che ha lasciato molti sconcertati ma che poi ha spiegato sostenendo che il partito è ancora in costruzione ma nonostante questo ha comunque faticato a entrare e soprattutto a governare i conflitti della città. Una sorta di autocritica di preambolo però a una proposta: «L’errore più grande che possiamo fare - ha detto - è dare il senso che noi affrontiamo il dibattito tra noi solo sui nomi anzichè dare la priorità alla città e ai suoi problemi». Ovvero prima le questioni aperte, i grandi temi poi i nomi dei nuovi amministratori e questa volta portando il confronto nella base: dai circoli Pd che saranno chiamati ad organizzare ciascuno un’assemblea. Duro l’intervento del presidente del consiglio comunale Daniele Mannocci che ha chiesto - per uscire dalla frattura tra politica e città che il sondaggio Ipsos ha rappresentato - una nuova etica da parte di chi amministra. Partendo dalla difficoltà a discutere dei problemi interni al Comune, Mannocci ha puntato l’indice sulle incompatibilità degli incarichi, sulla gestione delle società partecipate e ha sostenuto che «la gestione della cosa pubblica è arrivata al capolinea» e che «è arrivato il momento, invece, di dare alla gente la speranza di un futuro». Chiusa la fase dell’“autocoscienza” dei big del Pd dalla settimana prossima inizierà la grande corsa per arrivare al 15 novembre con i nuovi nomi e con il programma. Squittieri tra lunedì e martedì riunirà i cinquanta della direzione ed è lì che si entrererà nel vivo delle questioni: primarie sì o no ma soprattutto con chi e per dire cosa. Un altro appuntamento attende il partito, quello con la conferenza programmatica fissata per il 7 e l’8 novembre al Metastasio, alla quale parteciperanno venerdì Pierluigi Bersani e sabato alle 16 il segretario nazionale Walter Veltroni.
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