Non fosse altro per il metodo utilizzato, l’iniziativa della Segretaria del PD Benedetta Squittieri di consultare tutti gli eletti dell’assemblea provinciale in previsione della scelta per la candidatura a sindaco, dimostra che a Prato il PD è già progredito rispetto alle modalità finora usate dai partiti fondatori.
Un passaggio importante, con il quale avere un quadro chiaro del pensiero del partito , in modo da operare in modo serio e coerente le scelte per il futuro di questa città.
Il contesto internazionale e quello locale, mi fanno da pensare che gli anni della prossima legislatura saranno ancora più problematici di quelli attuali, penso quindi che il PD , peraltro come prevede il codice etico, dovrà a maggior ragione scegliere i propri rappresentanti istituzionali ispirandosi a criteri di competenza e di merito.
Dal mio punto di vista a Prato questa amministrazione ha il grosso merito di avere mantenuto, pur in una situazione di difficoltà, in conti in ordine, rientrando fra i comuni certificati come “virtuosi” offrendo alla cittadinanza un livello di servizi elevato, con eccellenze per quanto riguarda i servizi scolastici e i servizi sociali.
Ho sempre visto le primarie come un metodo democratico, come un dato acquisito da PD e dal quale non si può prescindere , qualcuno sostiene che a volte siano deleterie per il partito stesso.
Secondo me se un danno ci può essere può esclusivamente derivare eccessivo personalismo, dalla scelta di candidati di basso profilo che corrano per se stessi e non in virtù di una diversa proposta per la città.
Penso che Marco Romagnoli abbia tutte gli attributi necessari per continuare ad amministrare Prato, nello stesso tempo però il PD ha al suo interno regole chiare con le quali se c’è chi ha un progetto alternativo e credibile si può fare avanti e proporlo in modo chiaro e trasparente.
Francesco Bartolomei
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