"Speriamo che l'appello sulla politica delle spartizioni venga ascoltato, ho qualche dubbio....."
Francesco
da il Tirreno del 08/11/08
Un Pd vicino al mondo del lavoro
Bersani piace alla platea di amministratori e dirigenti democratici
E nel documento programmatico si indica la posizione del partito su distretto e immigrazione. Sì alla metro Prato-Firenze
PRATO. Platea piena, occupati anche i palchi. Pierluigi Bersani, ospite d’onore della prima giornata della Confereenza programmatica del Pd al Metastasio, ha fatto il tutto esaurito. Con applausi a scena aperta, perchè ha parlato di politica. Quella con la P maiuscola.
E ha seppellito forse definitivamente quella pratica, così frequente in questi anni, che è la politica delle spartizioni, delle poltrone che nulla a che vedere e a che fare con il bene comune.
Partendo dal “locale”: «Una dimensione che deve diventare sistema e i cui attori devono misurarsi sui problemi». Bersani l’ha detto alla fine, a conclusione di un intervento lungo e articolato. «Abbiamo mesi complicati di fronte - riferendosi ai prossimi appuntamenti elettorali - Un partito popolare deve farsi trovare lì dove i problemi ci sono. Prima si arriva, poi si vede cosa si deve fare. Ma dobbiamo stare a fianco dei lavoratori, degli imprenditori, dei territori. Guai - ha concluso - a dare l’impressione di vivere in un altro mondo». E’ questo il contenuto che Bersani (giudizio netto e di molti: «è il pezzo meglio che abbiamo ora») ha voluto dare alla platea di amministratori, politici, imprenditori, che tra pochi mesi scenderanno in campo per affrontare una campagna elettorale difficilissima.
Un po’ meno vivace il documento di 43 pagine che è alla base della conferenza: pagine “vincolanti”. Ovvero - come si legge in ultima pagina - «chi si candida si impegna a riferire il suo programma alle proposte contenute in questo documento». Vediamo quali sono. Spaziano dall’economia - riferimenti frequenti alla piattaforma con la quale Barack Obama ha vinto le elezioni negli Stati Uniti - con «il lavoro al centro della crescita» e un solenne no «a uno sviluppo di carta»; attenzioni all’università, all’industria passando attraverso l’agricoltura, infrastruttre, l’ambiente e la cultura. Non sono molti i passaggi che riguardano direttamente Prato. Si parte dai distretti per i quali «non esistono politiche industriali generiche che possano effettivamente essere efficaci». «Occorre - si legge - personalizzare le politiche industriali spostandosi dalle logiche dei bandi a logiche più funzionali a singole realtà». In particolare «per i distretti occorre una politica industriale che sia non solo orientata a risolvere le esigenze dei distretti, ma che sia fondata sulle esigenze di ogni distretto: Prato non è Santa Croce».
Sul fronte delle infrastrutture il documento afferma la necessità di «creare nelle aree vaste sistemi di mobilità efficaci per i cittadini e le merci a iniziare dall’area vasta fiorentina e dalle possibilità di realizzare una metropolitana di superficie tra Firenze-Prato e Pistoia». Questo tipo di collegamento è definito «uno dei fattori determinanti per lo sviluppo sostenibile della comunità metropolitana». A Prato se ne parla ormai da anni.
Nella sezione dedicata al territorio e all’ambiente si fa un accenno alla realizzazione dei termovalorizzatori. «Con la nuova legge regionale - recita il documento - sono stati ridefiniti ambiti, compiti e tempi di realizzazione degli impianti. Il completamento del sistema dei termovalorizzatori deve procedere senza esitazioni se non vogliamo correre seri rischi di emergenza rifiuti che la Toscana non deve trovarsi ad affrontare. E’ questa una delle priorità di governo rispetto alle quali non ci possono essere deviazioni o rinvii». Speriamo sia la volta buona.
Infine il problema immigrazione, tra i tanti, quello che a Prato “brucia” maggiormente. Come affrontare la questione? Secondo il documento attraverso «un patto che impegni tutti. Lavorare a questo patto - si legge - significa garantire il quadro di riferimento certo per tutti al quale riferirsi sia per il sistema delle regole sia per l’apporto di ognuno alla comunità».
E ha seppellito forse definitivamente quella pratica, così frequente in questi anni, che è la politica delle spartizioni, delle poltrone che nulla a che vedere e a che fare con il bene comune.
Partendo dal “locale”: «Una dimensione che deve diventare sistema e i cui attori devono misurarsi sui problemi». Bersani l’ha detto alla fine, a conclusione di un intervento lungo e articolato. «Abbiamo mesi complicati di fronte - riferendosi ai prossimi appuntamenti elettorali - Un partito popolare deve farsi trovare lì dove i problemi ci sono. Prima si arriva, poi si vede cosa si deve fare. Ma dobbiamo stare a fianco dei lavoratori, degli imprenditori, dei territori. Guai - ha concluso - a dare l’impressione di vivere in un altro mondo». E’ questo il contenuto che Bersani (giudizio netto e di molti: «è il pezzo meglio che abbiamo ora») ha voluto dare alla platea di amministratori, politici, imprenditori, che tra pochi mesi scenderanno in campo per affrontare una campagna elettorale difficilissima.
Un po’ meno vivace il documento di 43 pagine che è alla base della conferenza: pagine “vincolanti”. Ovvero - come si legge in ultima pagina - «chi si candida si impegna a riferire il suo programma alle proposte contenute in questo documento». Vediamo quali sono. Spaziano dall’economia - riferimenti frequenti alla piattaforma con la quale Barack Obama ha vinto le elezioni negli Stati Uniti - con «il lavoro al centro della crescita» e un solenne no «a uno sviluppo di carta»; attenzioni all’università, all’industria passando attraverso l’agricoltura, infrastruttre, l’ambiente e la cultura. Non sono molti i passaggi che riguardano direttamente Prato. Si parte dai distretti per i quali «non esistono politiche industriali generiche che possano effettivamente essere efficaci». «Occorre - si legge - personalizzare le politiche industriali spostandosi dalle logiche dei bandi a logiche più funzionali a singole realtà». In particolare «per i distretti occorre una politica industriale che sia non solo orientata a risolvere le esigenze dei distretti, ma che sia fondata sulle esigenze di ogni distretto: Prato non è Santa Croce».
Sul fronte delle infrastrutture il documento afferma la necessità di «creare nelle aree vaste sistemi di mobilità efficaci per i cittadini e le merci a iniziare dall’area vasta fiorentina e dalle possibilità di realizzare una metropolitana di superficie tra Firenze-Prato e Pistoia». Questo tipo di collegamento è definito «uno dei fattori determinanti per lo sviluppo sostenibile della comunità metropolitana». A Prato se ne parla ormai da anni.
Nella sezione dedicata al territorio e all’ambiente si fa un accenno alla realizzazione dei termovalorizzatori. «Con la nuova legge regionale - recita il documento - sono stati ridefiniti ambiti, compiti e tempi di realizzazione degli impianti. Il completamento del sistema dei termovalorizzatori deve procedere senza esitazioni se non vogliamo correre seri rischi di emergenza rifiuti che la Toscana non deve trovarsi ad affrontare. E’ questa una delle priorità di governo rispetto alle quali non ci possono essere deviazioni o rinvii». Speriamo sia la volta buona.
Infine il problema immigrazione, tra i tanti, quello che a Prato “brucia” maggiormente. Come affrontare la questione? Secondo il documento attraverso «un patto che impegni tutti. Lavorare a questo patto - si legge - significa garantire il quadro di riferimento certo per tutti al quale riferirsi sia per il sistema delle regole sia per l’apporto di ognuno alla comunità».
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