Invito ai politici affinché il PD non nasca con le vecchie logiche di spartizione poltrone
Aprendo tutte le mattine il giornale per apprendere i nuovi scenari politici, non c’è un giorno che qualcuno scrive le sue impressioni sui quotidiani e dal loro linguaggio anche il più sprovveduto riesce ha capire il messaggio, il più delle volte contorto, senza una logica.
Nel mio piccolo, ho avvertito, l’esigenza di scrivere due righe per invitare le forze che compongono il nuovo partito democratico a una maggior coesione cercando una soluzione accettata dai cittadini, che adesso non sono ne schierati ne tesserati per alcun partito,necessita ascoltarli, riflettere e rispondere alle loro domande e non rincorrersi attraverso la stampa, con probabili cordate di organismi schierati, essi non sono tutti i cittadini, ma una piccola parte di addetti ai lavori,questo perché la disaffezione alla politica sta raggiungendo livelli di guardia altissimi, e solo le PRIMARIE , serie e aperte, e non con schieramenti che servono solo per il vecchio manuale Cencelli e posizionamenti, sono utili per coinvolgere gli elettori e riportarli ad interessarsi di politica, ma credo che ciò sia pura utopia, l’orchestra cambia nome ma i suonatori sono gli stessi con la stessa mentalità e miopia, cioè mantenere i privilegi che per anni sono stati accordati senza mai discuterli.
Proprio in questi giorni si può leggere come alcuni esponenti chiedono più visibilità di quella che non hanno, e questo credo che sia un primo passo per ottenere poltrone e strapuntini, mi auguro che i nuovi dirigenti del PD non cadano per l’ennesima volta in questa trappola il che significa ciò che ho sempre pensato, cambia tutto per non cambiare nulla e chi è abituato a chiedere non cesserà mai di farlo, anzi con l’arroganza, e una sorta di ricatto,ottengono sempre i posti migliori
Credo che sia d’estrema importanza sedersi ad un tavolo e trovare la soluzione affinché nessun elettore si senta emarginato, deve essere rispettata la dignità delle persone anche se non la pensano come “il capo” poiché esse creano lungimiranza e creatività non coloro che fanno come il cane che va dove vuole il padrone essi sono solo opportunisti che hanno creato la grande disillusione alla politica,fino ad oggi è funzionato cosi ed io ne posso scrivere un elenco che evidenzia la casta cittadina.
Citare o scomodare poeti italiani o stranieri, è diventata una consuetudine per molti uomini che vogliono far sentire la loro voce attraverso la stampa, poiché credono, che evocando le parole scritte con saggezza, e trasparenza filosofica da altri, possono identificarsi in un non meglio status socio-culturale al quale neppure loro credono.
La gente ha capito da dove può arrivare”l’alluvione, ”l’uragano” socio-politico che spazza via tutte le idee, le promesse fatte, le illusioni, le certezze o come scriveva un poeta indiano dell’800, distrugge tutto ciò che incontra con la forza e la voracità di chi vuol guidare il popolo con la sola certezza personale o di pochi consiglieri.
La massima, secondo il mio pensiero, è che quando gli abitanti del villaggio chiamano per ricostruirlo, bisogna esserci tutti, nessuno escluso per ridare la fiducia e attendibilità a chi deve guidarci nella nuova avventura.
Poiché sono gli uomini che hanno procurato i danni con la sua incapacità di ascoltare, comprendere, aiutare chi chiedeva aiuto, necessita che uomini miopi che volutamente, non hanno ascoltato le voci degli abitanti del villaggio facendo calcoli sbagliati e producendo profonde voragini debbono farsi da parte e lasciare a nuove linfe più credibili e capaci per una costruzione solida e duratura nel tempo.Se coloro che guideranno il partito democratico riescono ad interpretare il giusto senso del mio segnale allora si può dire di non temere nessun’alluvione.
Dr. Sergio Puggelli
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