Carlesi chiede le firme alla città Il candidato sindaco dice sì alle primarie di coalizione «Ma saranno necessarie nuove regole condivise». Rinviata ancora l’assemblea provinciale
PRATO. Rinviata ancora. A domani se la squadra si troverà, alla prossima settimana se occorreranno altre ore per incontri, scambi, confronti, decisioni. La prossima assemblea provinciale del Pd non sarà come le altre. Dovrà dare un indirizzo definitivo alla formula che verrà adottata per le primarie, ma dovrà anche - possibilmente - scrivere la parola fine sul toto-candidature: chi, quanti, per quali enti, con quale metodo. In ballo restano questioni serie: primo tra tutti il testa a testa tra Daniele Panerati e Gabriella Melighetti.
Sulla vicenda che vede protagonisti il vicepresidente della provincia e la segretaria Cisl, le diplomazie sono al lavoro da giorni (la conclusione è attesa a ore): un passo indietro della sindacalista comporterebbe un passo indietro di Panerati e entrambi lascerebbero spazio a un terzo nominativo, questa volta condiviso. I nodi che si stanno affrontando riguardano da un lato le resistenze di Melighetti e dall’altro la difficoltà a individuare un nominativo in grado di poter mettere tutti d’accordo. Se il patto non venisse firmato si andrebbe alle primarie. Ed ecco la seconda questione: primarie di che tipo? Alla segreteria di Prato è venuta incontro la direzione nazionale Pd che per disinnescare la bomba fiorentina, ha tentato di obbligare i candidati del capoluogo a un passo indietro imponendo le primarie di coalizione (per le quali occorrono il 35% delle firme dell’assemblea e quindi il numero di sfidanti possibili si riduce a due) e delegando le realtà locali - visti che i termini per le primarie di coalizione, fissati dallo statuto, sono scaduti il 15 novembre scorso - a trovare nuove regole per far rientrare dalla finestra quello che è stato buttato fuori dalla porta. Linea alla quale ben volentieri la segreteria pratese si adatterà. Un po’ di conti: il quorum necessario per affrontare la prova con gli alleati lo posseggono, fino a ora, solo Paolo Abati, candidato sindaco (arrivato a quota cento, ne occorrono poco più di 50) e Gabriella Melighetti, candidato presidente della Provincia (che ha superato quota 70, ne occorrono poco più di 60). Ma per loro si è mosso l’apparato. Per Panerati, per Giuseppe Gregori e per Massimo Carlesi - gli ultimi due candidati a piazza del Comune - il quorun conquistato è sufficiente per le primarie di partito (10% delle firme dell’assemblea). «Fermo restando che la scadenza per le primarie di coalizione era fissata al 15 novembre, data che resta valida anche secondo il comitato dei garanti del Pd - commenta Carlesi - difronte a una situazione in evoluzione verso la coalizione, operazione politica che certo non contesto e che anzi mi vede favorevole, c’è però bisogno di definire nuove regole e che siano condivise. Chiederò alla segreteria - aggiunge - di allungare i termini per le sottoscrizioni così da riuscire a raccogliere le firme necessarie tra i cittadini». Esclusi fin da ora «ricorsi a meno che non accadano fatti straordinari - continua Carlesi - e anche la possibilità di andare a una lista civica per le amministrative perchè non credo nella ribellione e nelle ripicche. Chiederò le firme alla società civile - conclude - se non avrò quelle che rappresentano il consenso della città e in numero sufficiente, mi ritirerò».
A questo punto la decisione finale spetta prima alla direzione e poi, per l’avallo, all’assemblea provinciale. Pare che il gruppo ristretto che sta attorno alla segretaria Benedetta Squittieri sia intenzionato a risolvere la questione senza eliminare nessuno dei concorrenti attuali.
PRATO. Rinviata ancora. A domani se la squadra si troverà, alla prossima settimana se occorreranno altre ore per incontri, scambi, confronti, decisioni. La prossima assemblea provinciale del Pd non sarà come le altre. Dovrà dare un indirizzo definitivo alla formula che verrà adottata per le primarie, ma dovrà anche - possibilmente - scrivere la parola fine sul toto-candidature: chi, quanti, per quali enti, con quale metodo. In ballo restano questioni serie: primo tra tutti il testa a testa tra Daniele Panerati e Gabriella Melighetti.
Sulla vicenda che vede protagonisti il vicepresidente della provincia e la segretaria Cisl, le diplomazie sono al lavoro da giorni (la conclusione è attesa a ore): un passo indietro della sindacalista comporterebbe un passo indietro di Panerati e entrambi lascerebbero spazio a un terzo nominativo, questa volta condiviso. I nodi che si stanno affrontando riguardano da un lato le resistenze di Melighetti e dall’altro la difficoltà a individuare un nominativo in grado di poter mettere tutti d’accordo. Se il patto non venisse firmato si andrebbe alle primarie. Ed ecco la seconda questione: primarie di che tipo? Alla segreteria di Prato è venuta incontro la direzione nazionale Pd che per disinnescare la bomba fiorentina, ha tentato di obbligare i candidati del capoluogo a un passo indietro imponendo le primarie di coalizione (per le quali occorrono il 35% delle firme dell’assemblea e quindi il numero di sfidanti possibili si riduce a due) e delegando le realtà locali - visti che i termini per le primarie di coalizione, fissati dallo statuto, sono scaduti il 15 novembre scorso - a trovare nuove regole per far rientrare dalla finestra quello che è stato buttato fuori dalla porta. Linea alla quale ben volentieri la segreteria pratese si adatterà. Un po’ di conti: il quorum necessario per affrontare la prova con gli alleati lo posseggono, fino a ora, solo Paolo Abati, candidato sindaco (arrivato a quota cento, ne occorrono poco più di 50) e Gabriella Melighetti, candidato presidente della Provincia (che ha superato quota 70, ne occorrono poco più di 60). Ma per loro si è mosso l’apparato. Per Panerati, per Giuseppe Gregori e per Massimo Carlesi - gli ultimi due candidati a piazza del Comune - il quorun conquistato è sufficiente per le primarie di partito (10% delle firme dell’assemblea). «Fermo restando che la scadenza per le primarie di coalizione era fissata al 15 novembre, data che resta valida anche secondo il comitato dei garanti del Pd - commenta Carlesi - difronte a una situazione in evoluzione verso la coalizione, operazione politica che certo non contesto e che anzi mi vede favorevole, c’è però bisogno di definire nuove regole e che siano condivise. Chiederò alla segreteria - aggiunge - di allungare i termini per le sottoscrizioni così da riuscire a raccogliere le firme necessarie tra i cittadini». Esclusi fin da ora «ricorsi a meno che non accadano fatti straordinari - continua Carlesi - e anche la possibilità di andare a una lista civica per le amministrative perchè non credo nella ribellione e nelle ripicche. Chiederò le firme alla società civile - conclude - se non avrò quelle che rappresentano il consenso della città e in numero sufficiente, mi ritirerò».
A questo punto la decisione finale spetta prima alla direzione e poi, per l’avallo, all’assemblea provinciale. Pare che il gruppo ristretto che sta attorno alla segretaria Benedetta Squittieri sia intenzionato a risolvere la questione senza eliminare nessuno dei concorrenti attuali.
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