Ho letto l'opinione di Nicola Oliva e la trovo assai condivisibile, avendo oltretutto salutato come una "good news" la decisione di Massimo Carlesi. Mi siano però consentite due valutazioni che sottopongo in spirito assolutamente costruttivo.
In primo luogo nessuno - né iscritto né simpatizzante né ... non antipatizzante del piddì - può dimenticare la tristissima, quasi umoristica che ci fosse qualcosa da ridere, vicenda del sondaggio in salsa pratese. La candidatura del presidente Consiag (e meno male - ripeto - è sceso in campo Carlesi) è la riprova di quanto strumentale e pilotato sia stato il famoso sondaggio (che nessuno ha ancora visto e che nessuno vedrà mai nella sua interezza). Si voleva/doveva far fuori Romagnoli, si aveva già in mente Abati (anche perchè così c'è una importante "casella" di potere effettivo da riempire, una casella considerata dal piddì "cosa nostra") e ci si è letteralmente inventati la scusa del sondaggio nonchè una gestione così impasticcata da far dubitare sulla sobrietà (da alcool, da sostanze, da potere) dei dirigenti del piddì pratese e toscano.
Ma così una intera classe dirigente ha mostrato, ai cittadini e agli elettori pratesi e non solo, il suo grande limite. Culturale prima e politico subito dopo.
L'ultima cosa da fare sarebbe dimenticarsi tutta la vicenda, far finta di nulla, sperare che il tempo cancelli il ricordo di una così evidente mediocrità.
In secondo luogo, a questo punto - dopo le incredibili vicende fiorentine, ma anche a Pistoia non è che stiano meglio, nè nel resto d'Italia - mi pare proprio dimostrato che il metodo delle primarie non è quello giusto per selezionare la classe politica. Almeno in Italia. So che molti ci credono, alle primarie, ma a me pare semplicemente sbagliato scimmiottare altre realtà e altre culture. Bisognerà trovare altre soluzioni e, con molta probabilità, anche altri contenitori politici per una politica sempre più necessaria ma sempre meno interpretabile con strumenti di cesarismo populistico o di populismo cesaristico. Se devo essere sincero, a me pare che il piddì - se doveva essere una speranza - si sia già trasformato nella tomba di questa speranza.
La prima cosa da fare, per questo piddì toscano, sarebbe cambiare rotta sulla legge elettorale in Regione restituendo ai cittadini (altro che primarie !!!) il diritto e la responsabilità di indicare un nominativo nella scheda e facendo tornare il Consiglio Regionale nella condizione di normalità istituzionale (un consiglio di eletti dal popolo, non di scelti dalla segreterie).
Non a caso il modello elettorale toscano è sempre tirato in ballo dalla destra di Berlusconi impegnata a togliere le preferenze anche dalla prossima legge nazionale per le europee. Pensate, per fare un solo esempio, al
paradosso: due giorni fa il mitico Leonardo Domenici spergiurò che avrebbe lasciato "la" politica", ieri che avrebbe lasciato "una certa politica", oggi lo leggiamo disponibile a candidarsi per un seggio alle Europee.
Allucinante!
Ma allucinante a maggior ragione se a noi elettori fosse tolto il diritto di scegliere uno o più nomi dalla lista elettorale. Non trovate?
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