Ci avviciniamo alle primarie per scegliere i candidati alla carica di Sindaco e Presidente della Provincia di Prato e non possiamo fare a meno di notare che la novità del metodo non offre di per sé garanzie: il processo democratico non può risolversi in un fatto puramente formale. Si è detto e ripetuto che si tratta di primarie vere, che i progetti devono viaggiare di pari passo con la presentazione delle candidature, so che è più facile a dirsi che a farsi, ma dobbiamo fare in modo che i candidati non gareggino l´un l´altro contro, ma che si confrontino piuttosto su dei progetti. Sarò ancora più chiaro, mi auguro che non si risolva tutto in candidature che nascano in contrapposizione e che non si scenda sul terreno di uno scontro tutto interno, rivolto più agli equilibri di partito che alla città. Più che di liste, che si discuta di idee e di progetti. Oltre al partito ed alle firme di sostegno, si presti la massima cura nell´elaborazione di un progetto condiviso. Non ho ancora avuto il piacere di conoscere personalmente l´ex assessore Massimo Carlesi, si tratta di una persona di livello assai stimata, ma la lettura della lettera-appello con cui è stata avanzata la sua candidatura mi porta a ritenere che i suoi firmatari siano animati da spirito costruttivo e che alla contrapposizione tra persone preferiscano un confronto di idee. Personaggi del livello di Carlesi possono fare tanto per contribuire ad elevare il dibattito e la riflessione, questa sì che è la benvenuta in una città in crisi come Prato. E ritorno al punto iniziale: faccio appello alla responsabilità politica perché si eviti di portare il dibattito sugli aspetti formali che finiscono per esacerbare le divisioni anziché favorire un processo unitario vero, che partendo da posizioni diverse consenta di giungere ad una sintesi soddisfacente per tutti. Ben altro è il significato delle primarie, che sono state pensate per parlare alla città. Rischiare un uso improprio delle primarie per risolvere equilibri interni sarebbe poco comprensibile, specialmente adesso che, e concordo con quanto scrivono gli amici che appoggiano la candidatura di Carlesi, "la nostra città attraversa una crisi nella crisi: crisi economica e crisi politica". La forza delle primarie è invece quella di permettere una proiezione esterna delle candidature, che possa così permettere la partecipazione più ampia attorno ad un ragionamento compiuto sulle difficoltà della città e sugli atti da compiere, sulle scelte strategiche e sui nodi da sciogliere su ambiente, lavoro, sicurezza, in una parola sola: futuro. Cito Sant´Agostino:«La speranza ha due figli: lo sdegno e il coraggio». Il primo serve a prendersela coi mali del mondo, il coraggio aiuta a superare le difficoltà per costruire una risposta a quelle ingiustizie. Giusto per ribadire che attorno ad una proposta-progetto deve riconoscersi una città intera in tutte le sue parti: il mondo imprenditoriale e le forze sociali, i giovani e le fasce deboli della società. Questo mio appello fa affidamento alla responsabilità politica dei futuri candidati delle primarie, perché occorre individuare fin da subito il modo di intendere questo passaggio politico. Per un cristiano impegnato in politica l´impegno prioritario è quello di contribuire al conseguimento del bene comune, si tratta di misurare il confronto sulla qualità dei progetti, sul grado di apertura alla città, sullo sforzo di innovazione amministrativa che si è in grado di imprimere, e sulla capacità di sintesi così da attrarre le migliori energie per il bene di tutte le persone, le famiglie, le imprese che sono presenti in città.
Un caro saluto
Nicola Oliva
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