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domenica 7 ottobre 2007

PRATO CITTA' DI COMITATI


E’ del tutto evidente che amministrare una città significa perseguire l’interesse generale ed adottare politiche in tal senso;

Quando tali politiche portano un danno vero o presunto ad una specifica zona molto spesso si assiste alla nascita di comitati che cercano di intervenire per modificare le scelte dell’amministrazione comunale adottate per quella zona stessa.

Alcuni di essi si occupano di tematiche complesse ( vedi inceneritore o Piazza Mercatale ) ed altri hanno un profilo più basso ( vedi deposito CAP ) , ed hanno la caratteristica fondamentale di tutelare interessi particolari della zona stessa.

Penso che le amministrazioni abbiano il compito di ascoltare,di valutare seriamente le proposte che vengono fatte ( avendo anche la capacità di mettere in discussione le proprie scelte quando serve ), ma poi di agire sempre con l’obbiettivo di tutela dell’interesse generale della collettività.

Quello che però mi preoccupa è il numero sempre crescente di questi comitati , ciò indica una disaffezione nei confronti delle normali forme di democrazia e più in generale una carenza di rappresentanza alla quale c’è necessità di dare delle risposte nuove, speriamo che il futuro Partito Democratico riesca in questo intento..

Vi elenco i nomi di alcuni dei comitati sorti a Prato:

Comitato di Casale, Comitato terra di nessuno , Comitato delle Badie, Comitato via Pomeria, Comitato Viaccia Verde, Comitato Piazza Mercatale, Comitato Etruschi contro l'amianto, Comitato per la Salute della Piana, ecc.

Francesco Bartolomei Il Quartiere Prato Nord

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se nascono i comitati significa chi amministra non ascolta,ma tira dritto per la sua strada.
Pazza mercatale, quanto è costata quella alzata di scudi alla popolazione?
Se invece di inviare messaggini gli assessori, che non sarebbero buoni neppure alle filandre, ascoltassero un'pò di più probabilmente i comitati non nascrebbero.
Un ultima considerazione caro Francesco, sei convinto che questa giunta sia efficente?

Anonimo ha detto...

Caro Francesco, quello che tu porti alla ribalta è un fatto di non poco conto ma un tema che ha bisogno di un'analisi più approfondita e seria.
Tu parlavi di....
"..ciò indica una disaffezione nei confronti delle normali forme di democrazia e più in generale una carenza di rappresentanza..."
Io lo riassumerei in un mancato dialogo tra cittadini e amministratori, tra la base e la politica, tra chi delega e chi viene delegato. Ultimamente, anche per via di un modo nuovo di fare politica (sbagliato secondo me) molto mediatico e molto poco “diretto”, abbiamo perso quel contatto necessario che ci lega alla gente. Abbiamo perso la capacità e la voglia di ascoltare, di parlare, di confrontarsi e perché no, anche di ricevere critiche e lamentele.
Non siamo quasi più in grado, noi politici e amministratori, di parlare con i cittadini!
Il contatto manca, il fermarsi tra la gente ad ascoltare, sentire quali sono i problemi che hanno, scambiare delle opinioni nei bar, nelle piazze, nei mercati….non siamo quasi più in grado di farlo.
Io mi ricordo quando da ragazzo la domenica mattina vendevamo porta a porta “L’Unità”; per vendere 20 giornali passavamo l’intera mattinata e sai perché? Perché dietro ogni porta che si apriva
c’era una persona che voleva parlare con te e tu l’ascoltavi e mentalmente “prendevi appunti” per riportare poi in sezione quanto detto. Era un modo per stare vicino alla gente. Oggi questo non c’è più. E tu lo sai quanto me caro Francesco, la gente non ti chiede la luna, non chiede cose irrealizzabili, ti chiede della quotidianità, del buon vivere, di poter stare sereni a casa sua.
Ti chiede del marciapiede, delle luci, delle strisce pedonali, di vivere in un quartiere con meno traffico, con meno smog, con più giardini e meno palazzi.
Certo, noi amministratori non abbiamo la bacchetta magica per risolvere tutto e subito quanto chiesto, ma il modo per fermarsi, la voglia di ascoltare, il tempo per parlare con loro lo abbiamo e lo dobbiamo fare sempre e ogni qualvolta ce lo chiedono e non solo ogni 5 anni quando andiamo a chiedergli il voto. Se non lo facciamo è perché forse abbiamo sbagliato mestiere….
Scusami se mi sono dilungato un po troppo.
Zazzeri Moreno
consigliere comunale

Francesco Bartolomei ha detto...

I vostri commenti mettono in evidenza la carenza di ascolto e una sorta di autoreferenzialità della classe dirigente locale.

Oltretutto i cittadini spesso hanno un senso civico più spiccato di chi li amministra;
capiscono quando chiedono interventi difficili e costosi, non capiscono quando per riverniciare le striscie pedonali ci vogliono mesi, rischiano per attraversare la strada per buttare la spazzatura, magari dopo che l'hanno suddivisa con diligenza per fare la raccolta differenziata.

Comunque anche il Consiglio Comunale penso vada rivisto, spesso (facendo del male alla giunta )approva ogni cosa per spirito di appartenenza.

Inoltre ci sono grossi conflitti di competenza, i controllori non possono fare i controllati, è l'ora di finirla.