Una First Lady in palazzo comunale La campagna elettorale dalla parte di lei. Ma le donne nelle liste sono poche
La quota femminile nelle candidature è appena del 30% E nella corsa a sindaco una sola donna contro otto uomini
PRATO. Salvo quando si fa viva per chiedere pubblicamente il divorzio dal consorte, la figura della “First Lady” in Italia è ancora abbastanza trascurata.
A maggior ragione quando si parla di politica locale. Se fossimo in America la moglie del presidente o, nel nostro caso, dell’aspirante sindaco della città, avrebbe certamente un peso maggiore nelle scelte politiche degli elettori.
Del resto su settecentonove aspiranti consiglieri comunali schierati dalle ventuno liste in corsa per le amministrative, si contano duecentodiciannove donne in tutto. Appena il 30 per cento.
La percentuale crolla, poi, se si vanno a vedere i candidati a sindaco: ci sono otto uomini e una sola donna (Maila Ermini).
La presenza femminile è destinata a calare ulteriormente quando si parlerà di eletti.
Ma se ci sono poche donne direttamente coinvolte in politica, spesso rappresentano dei veri supporter all’ombra dei loro mariti.
Tra queste c’è sicuramente Elena Rosati, moglie di Roberto Cenni, già impegnata al suo fianco nella gestione della loro azienda di moda. Finora non si era mai occupata di politica, l’unico ruolo “pubblico” da lei ricoperto è quello di membro di giuria all’interno del concorso di Miss Italia che sponsorizza con la sua Sasch.
Dall’altra parte, nel centrosinistra c’è Manuela Mazzantini, insegnante elementare, definita “la sintesi perfetta di Massimo Carlesi”: semplice, defilata dai riflettori e pronta a lasciare tutta la scena politica al marito, vero protagonista a partire delle primarie del Pd.
Politicamente a metà strada, Magda Faiella consorte di Aldo Milone. Insieme a lei l’ex assessore ha maturato prima la decisione di abbandonare la giunta Romagnoli poi il Partito democratico. Oggi con lei, elabora strategie politiche.
Barbara Burzi
Elena aiuta Roberto, ma resta alla Sasch
PRATO. Dopo un po’ di titubanza iniziale, tipica di chi sta per iniziare una nuova sfida, sgombra il campo da ogni dubbio e decide di appoggiare il marito Roberto Cenni nella sua corsa a sindaco. Prima di tutto lo ha fatto in virtù di quella promessa “nella buona e nella cattiva sorte” che si sono scambiati 30 anni fa, poi perché «conoscendo Roberto - dice lei - non avrebbe comunque rifiutato l’occasione di fare qualcosa per la sua città». Elena Rosati, pratese doc, è una figura determinante nella campagna elettorale di Roberto, non solo perché gli cura in prima persona l’agenda degli appuntamenti entrando a pieno titolo nello staff organizzativo, ma soprattutto perché gli ricorda ogni giorno che la loro priorità si chiama Piergiulio e ha 12 anni. E’ l’ultimo di tre figli, quello che ancora reclama la presenza dei genitori alle recite scolastiche e ha bisogno di chi lo accompagni a scuola. «Lui deve mantenere le stesse attenzioni di sempre e poi - chiarisce Elena - è la nostra adrenalina. Occuparsi di un figlio quasi adolescente, ci aiuta a restare giovani».
Riguardo alle attenzioni personali è un po’ meno esigente, per lo meno in questa fase, poi si vedrà. «Io ho comunque il mio lavoro che mi assorbe» ammette Lady Cenni, che una cosa però se l’è già legata al dito: «Ho appena saputo che la campagna elettorale chiuderà il 5 giugno proprio il giorno del mio compleanno, dovrò rinunciare alla mia festa».
Guardando al futuro, di una cosa si dichiara certa: di politica non intende occuparsene, tanto meno rivestire un ruolo istituzionale. Eppure la sua storia personale farebbe pensare a una first lady protagonista delle scene. Prima di iniziare a lavorare 15 anni fa nella Sasch, che gestisce insieme al marito, si è dedicata completamente ai primi due figli Giacomo (33 anni) e Claudia (29) senza trascurare l’impegno sociale. Prima patronessa della Croce Rossa, oggi socia Lions. Le apparizioni pubbliche non la spaventano, neppure quelle televisive come quando si tratta di far parte della giuria del concorso di Miss Italia, che sponsorizza con Sasch. Nel suo ruolo di donna, moglie e manager ha potuto chiarirsi le idee sulle quote rosa: «Sono un ulteriore contentino. Le donne in politica ci devono essere, ma per merito».
B.B.
Manuela ottimista per Massimo «Ma io continuerò a girare in bici»
PRATO. «Se mio marito diventerà sindaco farò a meno delle macchine blu e continuerò a viaggiare in bicicletta», lo dice come battuta Manuela Mazzantini sposata con Massimo Carlesi dal 1979, giusto per confessare che non intenderà cambiare la sua vita. «Non ho dubbi che Massimo vincerà, ma io manterrò la mia vita di tutti i giorni compreso continuare a fare la maestra elementare e andare a scuola in bici». Un’affermazione che la dice lunga sul suo carattere: solare, aperta, semplice, nei modi come nel look.
Dice di sentirsi a suo agio in tutte le situazioni anche quando viene trascinata dal marito nei suoi impegni elettorali, ma con la politica non intende avere nulla a che fare. «Mi piace stare con le persone, parlare con loro, anche se spesso mi succede di non riconoscere qualcuno che mi hanno già presentato. Ma non la vivo male - aggiunge - perché ci tengo a ribadire che il politico non sono io».
«Il ruolo della moglie esula dalle scelte concrete del proprio compagno - ribadisce - che sono di natura professionale e soprattutto personali. Le abbiamo condivise perché fossero compatibili con le esigenze della famiglia, ma ripeto, il sostegno più grande deve cercarlo in mezzo alla gente comune». Se c’è una domanda che la mette in crisi è quando le chiedono se è felice all’eventualità di diventare moglie del sindaco. «Non so mai cosa rispondere - racconta - non perché non lo sia, ma perché, come tutti i grandi cambiamenti sono certa che ci saranno i pro e i contro».
Manuela è madre di due figlie ormai grandi: Irene di 27 anni e Lidia di 25. «Anche loro hanno sempre sostenuto il padre - aggiunge - per il resto sono molto prese dai loro impegni». Se la vita in famiglia non ha subito il contraccolpo di una campagna elettorale ingombrante c’è da dire che Manuela comincia a reclamare un po’ di relax: «Facendo la maestra sento il bisogno anche di andare in giro ogni tanto a fare una bella gita, a visitare qualche museo o a vedere uno spettacolo teatrale». Ribadendo il suo sostegno a Massimo, azzarda un consiglio: «Mi auguro che si circondi sempre di persone positive».
B.B.
C’è Magda dietro la scelta di Aldo «Vai da solo o perdi il mio voto»
PRATO. «Se non fai questa scelta, la prima elettrice che perderai sarò io». Queste parole devono aver pesato come macigni sulle decisioni di Aldo Milone quando era ancora un assessore del Pd, soprattutto perché dette dalla moglie e madre dei suoi due figli. «D’altronde - spiega la signora Milone, all’anagrafe Maddalena Faiella, ma per tutti Magda - nella vita serve coraggio. Non solo l’ho appoggiato nella scelta che ha fatto, l’ho addirittura spinto a prenderla. Da anni Aldo portava avanti queste tematiche e mentre la gente lo apprezzava, il suo partito l’ha trattato male. Era arrivato il momento di decidere: lui ha scelto di portare avanti le proprie idee». Ed è ancora la moglie a suggerirgli la ricetta: «Se vuoi vincere cerca di avvicinare più persone possibili». Da lì in poi, la storia è scritta. Così la regia della campagna elettorale di Milone porta la firma di una donna che promette di non assumere ruoli formali: «Anche volendo non avrei potuto candidarmi nella sua lista. Sarei andata contro quello che mio marito combatte, la presenza delle famiglie in politica». Lei, mastica politica da sempre, prima nella Margherita poi nel Pd. Oggi le restano «quei valori di sinistra», che dice di aver imparato dalla sua famiglia d’origine alla quale deve un’educazione «cattolica e spartana». Figlia di imprenditori campani, produttori di conserve alimentari, a 19 anni deve imparare l’arte d’intraprendere portando avanti l’azienda del padre. Di lì a poco si sposa, mette su famiglia e si trasferisce in Toscana col marito continuando a seguire l’azienda da 500 chilometri di distanza.
Considerato il suo temperamento, nessuno pensa che si limiterà a prendere appuntamenti e a tenere l’agenda del marito. Lady Milone, se dovesse diventare moglie del sindaco, metterà a disposizione la sua esperienza per le battaglie a favore delle pari opportunità. «E’ quello che ho consigliato fin da subito a mio marito, prestare attenzione alle tematiche di genere e favorire l’ingresso in politica delle donne. Purtroppo sono ancora poche. Questo perché oltre al carico del lavoro hanno anche quello della famiglia e finché non ci sarà una conciliazione dei tempi l’ingresso in politica per le donne, sarà sempre precluso». Del candidato pensa: «E’ un grande riformista». B.B.
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