da la Nazione del 08/02/09 Carlesi vuole discontinuità «A Prato serve una svolta Se vinco decido io la giunta»
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
GLI ESPONENTI dei vertici del Pd non mancano in platea ad ascoltare la presentazione del programma elettorale di Massimo Carlesi, che domenica prossima si giocherà con Paolo Abati la vittoria nelle primarie del Pd per scegliere il candidato alla carica di sindaco.
Il pubblico dei trecento che affollano l’Art Hotel si entusiasma particolarmente quando l’ex assessore va a toccare le corde di una certa insofferenza verso lo strapotere dei partiti: «Se sarò eletto sindaco — dice Carlesi suscitando uno degli applausi che hanno interrotto il suo lungo discorso — sceglierò la giunta in piena autonomia». Come dire: non mi lascerò condizionare da logiche di partito o giochi di potere.
IN PRIMA fila applaude anche il segretario del Pd pratese Benedetta Squittieri. «Chi vince le primarie e poi la corsa a sindaco ha la sua forza nel mandato degli elettori che lo hanno votato, il Pd (che ha voluto le primarie) non potrà far altro che seguire questa linea», spiegherà dopo.
Poi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Ho sempre avuto coraggio e l’ho dimostrato. Mi sono dimesso da assessore quando ho avuto un problema di salute (che ho superato) e quando non ho più avuto la fiducia di tutta la maggioranza» e anche qui applausi (polemici) verso la coalizione rea di non averlo sostenuto.
NEL SUO intervento, Carlesi insiste molto sulla necessità per Prato «di una svolta vera, di ritrovare fiducia nelle sue capacità e slancio verso il futuro». Accanto agli interventi che servono per affrontare e superare la crisi, Carlesi avverte il bisogno di «buona amministrazione e buona politica, oltre a uno sforzo per ritrovare il senso del vivere in una città normale, dove diritti e doveri siano gli stessi per tutti e dove le norme vengono rispettate».
Tante le proposte per quella «svolta» che Carlesi vuole dare, a partire dal taglio di assessori e di “nominati” nelle aziende e negli enti partecipati: «Dicono che faccio demagogia ma ripeto che da queste riduzioni, dalla riorganizzazione del Comune e della sua dirigenza, dall’eliminazione di incarichi e consulenze esterne superflui, possiamo recuperare fra 1 e 2 milioni di euro. Con 350mila euro si possono creare cento nuovi posti negli asili nido, con altri 300mila si possono acquistare mille buoni libro per gli studenti delle superiori o millecinquecento per quelli delle medie. Con un milione di euro si possono concedere duemila euro l’anno di aiuti alle famiglie in difficoltà nel pagamento degli affitti e delle bollette».
POI LOTTA all’immigrazione irregolare da parte del Governo («ma non con provvedimenti come quelli degli ultimi giorni che impediscono ai malati di curarsi»), ma anche controlli e sanzioni per chi favorisce il fenomeno anche affittando irregolarmente i capannoni.
Tra le varie proposte anche quella di utilizzare parte dell’edificio dell’attuale ospedale (una volta costruito il nuovo) come sede universitaria con contatti con l’ateneo fiorentino «ma se Firenze non accetta, siamo pronti a rivolgersi a un’università estera, perché Prato ha bisogno di fare ricerca e innovazione». Tante proposte e un’altra promessa che strappa nuovi applausi: «Se non sarò eletto non occuperò nessuna carica, continuerò a occuparmi di politica come volontario, perché per me la politica si può fare anche senza incarichi ufficiali». Poi, ai cronisti, una battuta sulla vicenda che ha portato a far saltare la possibilità di ricandidare il sindaco e il presidente della Provincia uscenti: «Non l’ho capita e non mi è piaciuta».
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
GLI ESPONENTI dei vertici del Pd non mancano in platea ad ascoltare la presentazione del programma elettorale di Massimo Carlesi, che domenica prossima si giocherà con Paolo Abati la vittoria nelle primarie del Pd per scegliere il candidato alla carica di sindaco.
Il pubblico dei trecento che affollano l’Art Hotel si entusiasma particolarmente quando l’ex assessore va a toccare le corde di una certa insofferenza verso lo strapotere dei partiti: «Se sarò eletto sindaco — dice Carlesi suscitando uno degli applausi che hanno interrotto il suo lungo discorso — sceglierò la giunta in piena autonomia». Come dire: non mi lascerò condizionare da logiche di partito o giochi di potere.
IN PRIMA fila applaude anche il segretario del Pd pratese Benedetta Squittieri. «Chi vince le primarie e poi la corsa a sindaco ha la sua forza nel mandato degli elettori che lo hanno votato, il Pd (che ha voluto le primarie) non potrà far altro che seguire questa linea», spiegherà dopo.
Poi si toglie un sassolino dalla scarpa: «Ho sempre avuto coraggio e l’ho dimostrato. Mi sono dimesso da assessore quando ho avuto un problema di salute (che ho superato) e quando non ho più avuto la fiducia di tutta la maggioranza» e anche qui applausi (polemici) verso la coalizione rea di non averlo sostenuto.
NEL SUO intervento, Carlesi insiste molto sulla necessità per Prato «di una svolta vera, di ritrovare fiducia nelle sue capacità e slancio verso il futuro». Accanto agli interventi che servono per affrontare e superare la crisi, Carlesi avverte il bisogno di «buona amministrazione e buona politica, oltre a uno sforzo per ritrovare il senso del vivere in una città normale, dove diritti e doveri siano gli stessi per tutti e dove le norme vengono rispettate».
Tante le proposte per quella «svolta» che Carlesi vuole dare, a partire dal taglio di assessori e di “nominati” nelle aziende e negli enti partecipati: «Dicono che faccio demagogia ma ripeto che da queste riduzioni, dalla riorganizzazione del Comune e della sua dirigenza, dall’eliminazione di incarichi e consulenze esterne superflui, possiamo recuperare fra 1 e 2 milioni di euro. Con 350mila euro si possono creare cento nuovi posti negli asili nido, con altri 300mila si possono acquistare mille buoni libro per gli studenti delle superiori o millecinquecento per quelli delle medie. Con un milione di euro si possono concedere duemila euro l’anno di aiuti alle famiglie in difficoltà nel pagamento degli affitti e delle bollette».
POI LOTTA all’immigrazione irregolare da parte del Governo («ma non con provvedimenti come quelli degli ultimi giorni che impediscono ai malati di curarsi»), ma anche controlli e sanzioni per chi favorisce il fenomeno anche affittando irregolarmente i capannoni.
Tra le varie proposte anche quella di utilizzare parte dell’edificio dell’attuale ospedale (una volta costruito il nuovo) come sede universitaria con contatti con l’ateneo fiorentino «ma se Firenze non accetta, siamo pronti a rivolgersi a un’università estera, perché Prato ha bisogno di fare ricerca e innovazione». Tante proposte e un’altra promessa che strappa nuovi applausi: «Se non sarò eletto non occuperò nessuna carica, continuerò a occuparmi di politica come volontario, perché per me la politica si può fare anche senza incarichi ufficiali». Poi, ai cronisti, una battuta sulla vicenda che ha portato a far saltare la possibilità di ricandidare il sindaco e il presidente della Provincia uscenti: «Non l’ho capita e non mi è piaciuta».
da il Tirreno del 08/02/09
«Meno politica per aiutare 500 famiglie»
Carlesi “mattatore” all’Art Hotel, ieri ha presentato il programma
«Meno politica per aiutare 500 famiglie»
Carlesi “mattatore” all’Art Hotel, ieri ha presentato il programma
Trecento in sala, tra i sostenitori tre assessori della giunta Romagnoli ma anche Magnolfi, Giugni e Giorgi
PRATO.Altro che demagogia. La riduzione dei costi della politica permetterebbe al Comune di aiutare con 2000 euro all’anno 500 famiglie in difficoltà fra bollette e affitti. Parola di un Massimo Carlesi concentrato sui problemi di oggi e capace di far di conto. Ma anche di disegnare le premesse d’un futuro migliore, proponendo scelte nette, e di restare concreto quando, in più occasioni, una sua frase suscita l’effetto applauso scrosciante. Tutto in due ore, all’Art Hotel, alla presentazione del programma elettorale del candidato sindaco, uno dei due espressi dal Pd. In platea anche la segretaria del partito, Benedetta Squittieri.
È il segno d’un riconoscimento politico, benché non sia Carlesi l’uomo dell’apparato. Sta di fatto che in 300, molti dei quali iscritti al partito e in qualche caso con un ruolo nelle istituzioni e nello stesso Pd, non hanno mancato l’appuntamento. Risultato. Sala strapiena, con persone poggiate al muro e membri del Comitato elettorale indaffaratissimi.
La parola d’ordine, fra i sostenitori di Massimo Carlesi, è darsi da fare: raccogliere fondi per una campagna autofinanziata, raccogliere firme di cittadini a ulteriore sostegno della candidatura, distribuire l’elenco dei seggi dove si potrà votare. Per il diretto interessato, le parole sono invece tre. Etica, con rinnovamento della politica e dei meccanismi di palazzo, legalità e lavoro. Filo conduttore, apprezzato tanto da militanti di vecchia data dell’ex Pci come Ennio Saccenti o Vieri Bongini (per citarne solo due) che da quella parte del mondo cattolico presente in sala, la Costituzione nei suoi principi fondamentali. Presenti, già che ci siamo, anche alcuni assessori in carica (Mazzoni, Frattani, Giovagnoli e Paola Giugni della Provincia), diversi ex come Antonio Lucchesi, Manuela Bruscia, Alfio Pratesi e Rita Frosini, Ambra Giorgi (consigliere regionale) e il ministro ombra dell’innovazione Beatrice Magnolfi.
Potremmo continuare se non fosse che, in generale, la platea è dominata da persone d’estrazione per così dire diversa: la casalinga come la responsabile d’una cooperativa sociale, il presidente di un’associazione di volontariato come l’imprenditrice, l’insegnante elementare come il giovane studente.
Il programma presentato, d’altra parte, è frutto di più teste e più mani. La proposta che passa, apprezzata, è quella d’un radicale cambiamento di rotta nel metodo dell’azione amministrativa: recupero delle persone a una partecipazione attiva alle scelte - fermo restando che poi una scelta va compiuta - riduzione dei costi della politica e dell’amministrazione, parità di genere in giunta e nelle partecipate. «E se diventerò sindaco - è la promessa - gli uomini e le donna della mia giunta le sceglierò in piena autonomia».
Ma è la rivoluzione del modello di sviluppo cittadino che piace, nelle imprese così come nei lavoratori. Prato non dovrà più dipendere dal tessile, «come dimostrano Paesi che hanno retto meglio l’urto della globalizzazione perché non penalizzati da un’industria povera». La riconversione economica è la sfida per il futuro e vale di più (anche se ci vorrà più tempo) di tanti piccoli interventi, comunque necessari, e degli stessi «interventi straordinari» per contrastare l’illegalità economica e gli effetti della crisi sulle famiglie. Si potrebbe continuare. Idee e applausi non mancano. E la partita è aperta.
È il segno d’un riconoscimento politico, benché non sia Carlesi l’uomo dell’apparato. Sta di fatto che in 300, molti dei quali iscritti al partito e in qualche caso con un ruolo nelle istituzioni e nello stesso Pd, non hanno mancato l’appuntamento. Risultato. Sala strapiena, con persone poggiate al muro e membri del Comitato elettorale indaffaratissimi.
La parola d’ordine, fra i sostenitori di Massimo Carlesi, è darsi da fare: raccogliere fondi per una campagna autofinanziata, raccogliere firme di cittadini a ulteriore sostegno della candidatura, distribuire l’elenco dei seggi dove si potrà votare. Per il diretto interessato, le parole sono invece tre. Etica, con rinnovamento della politica e dei meccanismi di palazzo, legalità e lavoro. Filo conduttore, apprezzato tanto da militanti di vecchia data dell’ex Pci come Ennio Saccenti o Vieri Bongini (per citarne solo due) che da quella parte del mondo cattolico presente in sala, la Costituzione nei suoi principi fondamentali. Presenti, già che ci siamo, anche alcuni assessori in carica (Mazzoni, Frattani, Giovagnoli e Paola Giugni della Provincia), diversi ex come Antonio Lucchesi, Manuela Bruscia, Alfio Pratesi e Rita Frosini, Ambra Giorgi (consigliere regionale) e il ministro ombra dell’innovazione Beatrice Magnolfi.
Potremmo continuare se non fosse che, in generale, la platea è dominata da persone d’estrazione per così dire diversa: la casalinga come la responsabile d’una cooperativa sociale, il presidente di un’associazione di volontariato come l’imprenditrice, l’insegnante elementare come il giovane studente.
Il programma presentato, d’altra parte, è frutto di più teste e più mani. La proposta che passa, apprezzata, è quella d’un radicale cambiamento di rotta nel metodo dell’azione amministrativa: recupero delle persone a una partecipazione attiva alle scelte - fermo restando che poi una scelta va compiuta - riduzione dei costi della politica e dell’amministrazione, parità di genere in giunta e nelle partecipate. «E se diventerò sindaco - è la promessa - gli uomini e le donna della mia giunta le sceglierò in piena autonomia».
Ma è la rivoluzione del modello di sviluppo cittadino che piace, nelle imprese così come nei lavoratori. Prato non dovrà più dipendere dal tessile, «come dimostrano Paesi che hanno retto meglio l’urto della globalizzazione perché non penalizzati da un’industria povera». La riconversione economica è la sfida per il futuro e vale di più (anche se ci vorrà più tempo) di tanti piccoli interventi, comunque necessari, e degli stessi «interventi straordinari» per contrastare l’illegalità economica e gli effetti della crisi sulle famiglie. Si potrebbe continuare. Idee e applausi non mancano. E la partita è aperta.
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