Carlesi stravince, è uno tsunami nel Pd
Alle urne in 12.000, l’outsider supera il favorito Abati di 1.500 voti
Lacrime e tripudio col sindaco Romagnoli Per la Provincia Gestri passa col 70% Polemiche fino all’ultimo sul voto degli immigrati PRATO.
E’ lo tsunami della politica. E’ il no gridato, improvviso, stordente, a una classe dirigente intera, a una maniera di pensare e praticare la cosa pubblica.
E’ il punto di non ritorno. Alle primarie del Pd ha vinto Massimo Carlesi, con il 55% pieno degli 11.718 votanti. Uno choc. Inaspettato. Paolo Abati ha raggiunto il 42,14 e il 2,7 l’ha conquistato Alessio Nincheri, il candidato della Sinistra.
Un tripudio per il futuro candidato sindaco del partito. Un arrivederci mesto per Abati e il suo comitato. Lì dentro c’erano tutti quelli che contavano. Ma la città si è ribellata, e ha cassato con la crocetta di ieri sulla scheda, gli ultimi mesi di politica pasticciata, a volte perfida, troppo spesso poco comprensibile. Ha votato un’altra storia.La festa. Comitato elettore di via Cairoli ore 23: la vittoria di Carlesi è già certa. C’è il ricambio: gli uomini dell’apparato tutti riuniti fuori e da dentro la sede neo inaugurata si allontanano silenzionamente, un po’ alla volta. Irrompono a scaglioni festosi i supporter di Carlesi che dal quartier generale di Prato City, per schiarirsi le idee, per fermare quel lieve giramento di testa che la vittoria dà, preferisce raggiungere a piedi la sede in centro storico. Dopo dieci minuti, forse nemmeno, tutte facce nuove.Applausi, grida: «Massimo, Massimo» che continuano quando entra il sindaco Marco Romagnoli: «Marco, Marco, Marco». Anche lui ha gli occhi lucidi. Anche lui ha un po’ vinto ieri sera. E’ una sorta di passaggio di testimone, un filo ideale che li unisce. Accanto a loro Beatrice Magnolfi, una scatenata Ambra Giorgi, l’assessore Andrea Mazzoni, l’ex Alfio Pratesi, l’assessore Fabio Giovagnoli. E’ un delirio di risate, di strette di mano, di abbracci.Politicamente corretti. Bravo Paolo Abati. Diserta il bar Maddalena che avrebbe dovuto, in caso di vittoria, ospitare la sua festa, e varca la porta del comitato elettorale, un po’ dopo le 22. «A volte si vince, a volte si perde» dice, sorride. Non c’è nulla di costruito nel suo atteggiamento.«Faccio gli auguri al vincitore - aggiunge - e un grande in bocca al lupo. Ora bisognerà lavorare molto per riunificare il partito e per arrivare uniti e saldi alla prova vera che sarà il 7 e l’8 giugno». Il vincitore e il vinto si stringono la mano. Poi si abbracciano la segretaria Benedetta Squittieri e Carlesi. Che fa il primo discorso da candidato unico alla corsa per le amministrative: «Abbiamo cominciato in pochi, poi siamo diventati tanti. Ora dobbiamo lavorare per rilanciare la città, tutti e dico tutti insieme, perchè è quello che Prato ci chiede. Ma ora un po’ di riposo».I numeri del terremoto. La tendenza della città si è vista subito, fin dai primi seggi scrutinati: Vergaio 71 per Abati, 153 per Carlesi. Poi il villaggio Gescal 159 Abati, 90 Carlesi; Fontanelle 67 Abati 190 Carlesi; Sant’Ippolito 73 Abati, 66 Carlesi e così via fino alla Pietà: 127 Abati 347 Carlesi; solidi feudi per Abati i due seggi del Soccorso dove vince, ma di misura strappa il primo posto anche a Maliseti (405 a 246), ma via Boni è di Carlesi (233 contro 178) Paperino è con lui (40 a 159) e poi c’è il tripudio di Grignano: 175 a 840. Anche nel seggio degli extracomunitari vince Carlesi è quello è il segnale che le strategie a volte non garantiscono: in via Tintori, Carlesi strappa 468 voti contro i 460 di Abati.L ’atomica stranieri. Ecco la causa dell’ultima polemica al vetriolo, quella che alla fine ha fatto scatenare lo staff di Carlesi che fino all’ultimo minuto disponibile ha chiamato a raccolta amici e simpatizzanti: i migranti.Gli uomini di Abati hanno fatto la campagna acquisti nelle comunità. Risultato: a Tobbiana una cinquantina di cinesi con in mano un biglietto con su scritto il nome del candidato in stampatello, in via Tintori e in via Milano i 150 musulmani pakistani dell’imam Moufeed, sostenitore di Abati, che dopo il voto hanno fatto una festina con brindisi e dolcetti nel negozio di parrucchiere lì accanto gestito, ovviamente, da un connazionale; alle Fontanelle gli albanesi: alcuni non residenti a Prato, se pur regolari, hanno cercato di votare, ma sono stati bloccati. D’altronde il regolamento se vale in un senso vale anche nell’altro. Poi qualche tunisino alla Chiesanuova che però si è imbrogliato, un po’ di rumeni e di polacchi qua e là. Insomma un pateracchio. Che però, alla fine, non ha pagato.In Provincia. Decisamente di minor pathos il risultato - ancora molto parziale - per la presidenza della Provincia per la quale hanno corso Lamberto Gestri, Pd e Michele Mezzacappa della Sinistra: al primo sarebbero andate il 70% delle preferenze, il 30 al secondo che ha fatto un buon exploit.«Ora c’è da rimboccarsi le maniche - dice un supporter di Carlesi - perchè da oggi, davvero, si possono riallacciare i fili di questa città».
Cri.Or.
1 commento:
Certo se un membro dell'Assemblea provinciale del Pd scrive certe cose non mi meraviglio della situazione in cui ci troviamo.
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