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lunedì 1 settembre 2008

RIFLESSIONI SUL PARTITO DEMOCRATICO


Giuseppe Maddaluno scrive:

Non avevamo bisogno di un nuovo Partito (lo abbiamo detto ma non era uno slogan; molti di noi ci credevano e ci contavano).

Questo PD non è per niente diverso dai vecchi Partiti che lo hanno costituito e continua a presentarne i vecchi difetti.

Avevamo parlato tra innumerevoli difficoltà a molti finti sordi e finti muti di quello che volevamo. Ma non era un capriccio effimero. Molti di noi avevano sottolineato l'urgenza di costruire un Partito che, essendo "democratico", avrebbe dovuto far ripartire le passioni e gli entusiasmi di tanti cittadini (in particolare - ma non solo - donne e giovani) per la partecipazione attiva nella costruzione di una Politica nuova non inficiata ed appesantita da vincoli e steccati ideologici e dai vecchi rancori basati soprattutto su pregiudizi inaccettabili.

Mi chiedo davvero ma chi frequentano questi piccoli e grandi leader locali? Hanno davvero motivi di soddisfazione per come vanno le cose nella costruzione del PD? O si accontentano di una "corte" di piccoli beneficiati che si sostengono a vicenda come la carte di un castello traballante e si incoraggiano in questo modo ad andare avanti?

Ho dubitato financo che le mie frequentazioni fossero "cattive" perchè non incontro che persone deluse, preoccupate, tristi, smarrite che avevano puntato molto del loro futuro ideale sul PD e che invece si vedono escluse da meccanismi centralistici ai loro vari livelli.

Abbiamo a Prato leader spocchiosi ed arroganti forti del loro potere clientelare non diverso da quello dei nostri avversari tanto da noi vituperato (per la cronaca, i nostri leader sono visti dal di fuori come dei giovani vecchi stalinisti); abbiamo leader che tutto sanno e che non hanno mai dubbi; abbiamo degli automi programmati per fare politica.

Avevamo detto dei giovani; avevamo sperato che si potessero accostare alla Politica non per avviarsi ad una "carriera" ma per partecipare. Non vi è spazio per una partecipazione attiva e critica (come è normale per un giovane): il dissenso non è considerato una ricchezza ma un intralcio; non vi si ragiona ma lo si combatte. Perchè i giovani dovrebbero avvicinarsi ad un Partito se poi non li si considera nella giusta misura? I giovani dopo un paio di occasioni nelle quali si comprende con chiarezza quali siano i limiti di quel Partito preferiscono fare altro (anche un "aperitivo" al caffè più "in" della città va meglio).

Giuseppe Maddaluno

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