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domenica 31 maggio 2009

CIRCOSCRIZIONE NORD - VOTA MARIO BARBACCI


Mi chiamo Mario Barbacci, sono pensionato Telecom e milito in un partito della sinistra da 40 anni.

La mia è sempre stata una militanza di base e in questi anni mi sono interessato di scuola impegnandomi negli Organi Collegiali, nel Sindacato Telefonici CGIL, nel sociale con l'ARCI.




Nella scorsa legislatura ho ricoperto la Presidenza della Commissione Cultura e Istruzione della Circoscrizione Prato Nord.

Siamo a pochi giorni da un'importante tornata elettorale, dove siamo chiamati a scegliere i nostri rappresentanti sia per le elezioni europee che per il rinnovo degli Enti Locali . Queste elezioni cadono in un momento molto delicato della vita del nostro paese. E' in atto una grande crisi economica mondiale dovuta ad una globalizzazione selvaggia, che si ripercuote pesantemente sulle classi più deboli della nostra Nazione, un serio e profondo peggioramento dell'identità morale, soprattutto nelle giovani generazioni. Incombe un disegno pericoloso per la nostra democrazia.
Ecco perchè oggi più che mai è necessario recarsi a votare e votare il PD, un partito che sta dalla parte dei lavoratori , a sostegno dei più deboli e meno protetti, un partito dai profondi valori morali e un partito che in questi anni ha saputo rinnovarsi sia nel progetto politico che negli uomini.

Ho condiviso e vissuto questo rinnovamento, sono stato uno dei promotori della proposta a Sindaco della nostra città di Massimo Carlesi perchè ho avuto modo di conoscerne la concretezza e il suo modo di far politica.


Perciò votando PD ed esprimendo una preferenza al mio nome al Consiglio di Circoscrizione Prato Nord potrete contare sulla mia esperienza, serietà e coerenza di un lungo e proficuo impegno, ringraziando anticipatamente tutti coloro che mi vorranno sostenere.

sabato 30 maggio 2009

CARLESI - PAOLETTI a COIANO



Alle ore 11:30 di sabato 30 maggio, confronto pubblico tra:

Massimo Carlesi candidato sindaco per il centrosinistra
Paolo Paoletti candidato sindaco di rifondazione comunista

L’incontro si terrà presso la Casa del popolo di Coiano, in via Bisenzio a San Martino 5

IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE RISPONDE SUL CASO SASCH


da il Tirreno del 30/05/09 «Siamo asserviti solo alla legge» Il presidente del Tribunale replica alle accuse del centrodestra Genovese: il giudice Liguori è imparziale, ingenerose le critiche nei suoi confronti

PRATO Quelle accuse, la giustizia a orologeria e i giudici asserviti alla sinistra, non gli sono proprio andate giù. E così Francesco Antonio Genovese, presidente del Tribunale, di solito abbastanza riservato come richiede il suo ruolo, accetta di buon grado di rispondere alle domande dei cronisti sul caso Sasch che in questi giorni agita le acque della politica e non solo.
A Genovese preme dire intanto un paio di cose. Primo: «Noi giudici siamo asserviti sì, ma solo alla legge». Secondo: «L’orologeria di cui sento parlare, in questo caso è del tutto casuale».
Seduto nel suo studio al secondo piano del Palazzo di giustizia, il presidente del Tribunale ha la scrivania ingombra dei giornali che riportano le pesantissime affermazioni fatte dal deputato Riccardo Mazzoni e da altri del Pdl sull’operato dei giudici, o meglio del giudice dell’udienza preliminare che mercoledì ha rinviato a giudizio per uso di false fatture il presidente del consiglio di amministrazione di Sasch, Antonio Rosati, che è anche il cognato di Roberto Cenni, socio di riferimento dell’azienda.
Uno degli articoli è cerchiato in rosso. E’ quello che contiene un paio di frasi dell’avvocato Massimo Taiti, sostenitore di Cenni e candidato a presidente della Circoscrizione centro («Quel gip lo conosco: per la storia delle irregolarità sulle firme elettorali qualche anno fa ha mandato solo me in Cassazione, ma alla fine ho vinto io»).
«Ecco - commenta il presidente Genovese - Sono rimasto colpito non tanto o non solo dalla polemica politica (d’altra parte siamo in campagna elettorale), quanto dall’attacco dell’avvocato al giudice Liguori. Mi stupisce che dica certe cose un avvocato esperto come lui e voglio credere che sia il frutto di un momento di stizza».
Per la cronaca, lo scorso gennaio la Cassazione ha annullato senza rinvio il procedimento per le firme false e ha dichiarato estinto il reato per prescrizione, anche su richiesta del Pg presso la Cassazione.
«Il giudice Anna Liguori è una persona corretta che ha tutta la mia stima, una persona imparziale - aggiunge il presidente del Tribunale - Del resto anch’io sono stato invitato a diverse presentazioni dei candidati e non sono mai andato. Ci teniamo a distanza perché siamo terzi».
Ce n’è anche per l’avvocato Gaetano Berni, difensore di Antonio Rosati, che non è stato affatto tenero col gup («L’udienza è stata trattata in assenza del difensore legittimamente impedito», «Il giudice ha deciso senza neanche ascoltare la tesi dell’indagato», «Le leggi in materia non sono state correttamente applicate»).
«Ricordo, come avete già scritto, che c’erano già stati altri tre rinvii di quell’udienza - fa sommessamente notare Genovese - D’altra parte, se ci fosse stato rappresentato che il processo poteva incidere sulle elezioni, forse il giudice poteva anche valutare un eventuale rinvio. Ma queste ragioni di carattere politico non sono state avanzate. Basti pensare che il giudice ignorava perfino che la persona rinviata a giudizio avesse un qualche collegamento con un candidato alle elezioni».
Semmai, aggiunge il presidente Genovese, «quella dell’avvocato difensore è sembrata più che altro una manovra dilatoria». Insomma: un tentativo di far celebrare l’udienza dopo le elezioni per evitare il clamore.
Se è andata davvero così, evidentemente non si è calcolato che dopo tre rinvii sarebbero serviti motivi gravissimi per ottenere un quarto slittamento, tenuto conto anche dei termini per la prescrizione.
Paolo Nencioni

Le tappe della vicenda, dal 21 gennaio allo scorso giovedì Lo sconto chiesto dalla difesa

Le tappe del procedimento aiutano a capire come si è arrivati all’udienza di mercoledì e sgombrano il campo dai dubbi che si sia voluto colpire un candidato (sempre ricordando che Roberto Cenni non è né imputato né indagato). La richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata il 21 gennaio, un mese e mezzo prima che Cenni annunciasse la sua candidatura. All’udienza preliminare fissata per il 25 marzo il difensore eccepisce un legittimo impedimento e si rinvia all’8 aprile. Qui c’è un fatto nuovo, perché, a differenza di quanto affermato giovedì dall’avvocato Berni, a Palazzo di giustizia fanno sapere che non è stata la Procura a proporre alla Sasch un patteggiamento per una pena pecuniaria inferiore ai 10.000 euro, ma è stata l’azienda, tramite l’avvocato, a chiederlo con insistenza. Avuto il consenso della Procura, però, all’udienza dell’8 aprile la difesa ha chiesto un secondo rinvio per valutare l’ipotesi del patteggiamento. Al terzo tentativo, il 15 maggio, la difesa comunica che non è più disponibile a patteggiare e ottiene il terzo rinvio, al 27 maggio. Il resto è storia di questi giorni.

Il penale e il tributario sono autonomi Due processi distinti «Nessuno ci ha rappresentato ragioni di opportunità politica per chiedere un rinvio E’ sembrata solo una manovra dilatoria»
UN concetto che non è stato sufficientemente compreso nella vicenda che ha coinvolto la Sasch è la separazione tra i procedimenti tributari e quelli penali. Altrimenti non si comprenderebbero nemmeno la sorpresa e le spiegazioni fornite a caldo da Roberto Cenni. Pensavamo di aver risolto tutto con una transazione davanti all’Agenzia delle entrate nel 2004, ha detto il candidato imprenditore. E questo è vero, ma quello che è stato risolto è solo l’aspetto tributario. Il procedimento penale è autonomo, e se la Procura ritiene che sia stato commesso un reato, lo persegue. In questo caso il reato è l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Quindi, non semplici irregolarità formali, ma atti dolosi (nell’ipotesi dell’accusa) per evadere le tasse.

LA POLEMICA

Caro Toccafondi, ti rubo un po’ di spazio, ovviamente se me lo concedi, per replicare al tuo commento sul caso Sasch. Nella conferenza stampa in cui nel mio piccolo, come hai giustamente sottolineato, ho parlato di “agguato” elettorale a Cenni, ho premesso due cose che non hanno trovato spazio nell’articolo del tuo bravo cronista: 1) massimo rispetto per il giornale che ha riportato la notizia; 2) se fossimo in un Paese normale, in cui non ci sono mai stati intrecci preelettorali tra politica e giustizia, la conferenza stampa non avrebbe avuto ragione neppure di essere convocata.
Ma la storia italiana degli ultimi 15 anni ci porta purtroppo ad altre riflessioni, e il comportamento del gip pratese che ha perfino ignorato un legittimo impedimento dell’avvocato difensore per procedere immediatamente col rinvio a giudizio non pare proprio essere un atto di serenità giudiziaria.
Tu chiedi dove io abbia visto il violento attacco a Cenni. Ti spiego l’insondabile mistero. Non è stato forse il Tirreno a parlare di “fulmine sulle elezioni” mentre Cenni, in questa vicenda, non risulta nemmeno indagato? E a scrivere che sì, insomma, il proprietario della Sasch non poteva non sapere, formuletta magica di borrelliana memoria? E a sostenere, infine, che questa vicenda giudiziaria avrebbe avuto sicure ripercussioni sul voto, con tanto di locandina a titoli cubitali? Giornalisticamente, un piccolo capolavoro.
Ma forse nel tuo commento ti saresti potuto risparmiare - salendo in cattedra - la chiosa sull’onestà del giornalismo che fa il Tirreno insinuando invece una mia presunta disonestà intellettuale quando dirigevo il Giornale della Toscana. Ognuno cerca di fare questo difficile mestiere nel miglior modo possibile, ma nessuno è mai veramente imparziale: fa parte della natura umana e soprattutto della linea politica dell’editore che ti assume. Quindi caro Toccafondi non ti indignare se leggendo questo scoop giudiziario del Tirreno sul caso Sasch ho sentito odor di strumentalizzazione elettorale. E se continuo a pensare che anche tu, nel tuo piccolo, sei rimasto coinvolto nel circuito mediatico-politico-giudiziario che avvelena la vita politica italiana da troppi anni. Buon lavoro,
Riccardo Mazzoni
Il procuratore e il presidente del Tribunale hanno spiegato le ragioni per cui questa vicenda è venuta fuori in questi giorni. Per parte nostra abbiamo coscienza di aver fatto il nostro lavoro correttamente. E mi riesce difficile conciliare il “massimo rispetto verso il nostro giornale” con l’accusa che ci viene rivolta di esserci sostanzialmente prestati a una manovra di killeraggio. Ripeto soltanto che dare una notizia (e che lo fosse non si può negare: e quindi degna di titolo e locandina) non è necessariamente un “attacco”, una “difesa” o un “agguato”, definizioni che presuppongono una volontà malevola o eterodiretta. Non è il nostro caso. Poi ognuno può continuare a guardare la realtà con gli occhiali che si è scelto. (p.t.)

IMMIGRATI LO SCONTRO SI ACCENDE

da la Nazione del 30/05/09 Immigrati: lo scontro si accende Cenni e Milone: ‘Legge Martini, una follia’. Carlesi: ‘Una buona norma’

CLIMA incandescente e pubblico da stadio per l’incontro organizzato dalla «Nazione» e andato in scena giovedì sera all’auditorium del Pecci fra i tre candidati a sindaco Massimo Carlesi, Roberto Cenni e Aldo Milone. Durante la caldissima serata, alla quale hanno partecipato quasi 500 persone, i candidati hanno affilato le armi, ricevendo applausi o fischi, a seconda delle «fazioni». Che la partita elettorale sia aperta come mai lo era stata lo dimostra anche il «tifo» dell’altra sera.

E’ STATO il tema caldo dell’illegalità, collegato alla legge regionale sull’immigrazione voluta da Martini, a dividere le posizioni. Il candidato civico sostenuto dal centrodestra Roberto Cenni non ha nascosto di essere preoccupato per Prato e il dibattito si è subito acceso. «Non si può sopportare un ulteriore carico di immigrati — ha detto —, sennò l’atto di discriminazione è nei confronti dei pratesi: il problema è complesso, ma la legge della Regione non contribuirà a risolverlo, visto che crea le condizioni perché arrivino altri clandestini: sugli immigrati ora serve soprattutto fermezza, Prato non può sopportare ulteriori afflussi». Di altro avviso Massimo Carlesi, candidato del centrosinistra: «La legge della Regione è una buona legge, perché assicura a Comuni e associazioni di volontariato maggiori strumenti nel costruire l’integrazione, per la quale Prato è già un esempio. Non solo. Grazie alle tessere per i non regolari, si potranno capire meglio le dimensioni dell’immigrazione clandestina: per affrontare un problema per prima cosa si deve conoscerlo». Il tema degli immigrati è il cavallo di battaglia della lista Prato Libera&Sicura, così Aldo Milone ha subito sostenuto la tesi di Cenni. «La legge regionale è improponibile e demagogica — ha attaccato —, porterà a Prato altri clandestini da tutta Italia, a cui secondo il Pd si dovranno garantire anche vitto e dormitori: vorrei sapere il Comune dove troverà le risorse per accoglierli. Taglierà i servizi per i pratesi o aumenterà le tasse?».

POSIZIONI diverse anche sui poteri del sindaco rispetto al tema sicurezza. «Un sindaco ha i poteri per contrastare l’illegalità e ristabilire le regole basilari — ha detto Cenni —, un sindaco può emettere ordinanze contro il sovraffollamento negli appartamenti, ordinanze per riportare la sicurezza e tutelare gli interessi dei pratesi». Per Carlesi, invece, «un sindaco può intervenire soltanto su alcuni aspetti, perché è lo Stato che si deve occupare di sicurezza e legalità». Poi la stoccata a Berlusconi: «Certo i provvvedimenti di questo governo ad esempio sulla tracciabilità dei flussi finanziari non fanno altro che favorire la circolazione del denaro nero...». Sui poteri del sindaco Milone è stato perentorio: «Un sindaco ha solo l’obbligo di comunicare al prefetto i provvedimenti in tema di ordine pubblico: se nei mesi scorsi mi sono dimesso da assessore alla sicurezza è proprio perché non vedevo in giunta intorno a me la determinazione che sarebbe stata possibile e necessaria».

Tasse, ex Banci e cinesi Gli sfidanti a confronto
ECONOMIA e legalità: un binomio che ha contribuito a scaldare gli animi e il pubblico, giovedì sera al Pecci al dibattito organizzato dalla Nazione con i candidati a sindaco Carlesi, Cenni e Milone. Nessuno ha la ricetta per risolvere i problemi di Prato, magari ci fosse. Tutti hanno parlato della necessità di diversificare, ma allo stesso tempo di creare le condizioni perché il tessile resti il settore trainante della nostra economia (con Cenni che, da esperto del ramo, ha illustrato di nuovo il suo progetto sul cardato eco-compatibile). Tutti hanno condiviso l’importanza per Prato di avere finalmente ottenuto la ribalta nazionale. Tutti, seppure con toni molto diversi — «buono» quello di Carlesi, «cattivo» quello di Milone, una via di mezzo quello di Cenni — hanno detto che il distretto parallelo cinese è un’emergenza da affrontare (e chi potrebbe affermare il contrario?).
Alla fine, sul fronte dell’economia, i tre sfidanti si sono divisi soprattutto su una cosa: il futuro dell’ex Banci. Carlesi nel polo fieristico ci crede, gli altri due no. «Dobbiamo fare delle scelte giuste — ha detto Carlesi — l’ex Banci è un’opportunità per portare occupazione ed essere di supporto al mondo del lavoro come luogo ad hoc dove creare eventi». Cenni: «Non ci interessa una nuova ‘Gardaland’, non ci interessa altro cemento: basta valorizzare le risorse che abbiamo». Milone: «Prima pensiamo alla città costruita, recuperiamo luoghi caduti in mano al degrado, riportiamo il decoro e poi possiamo pensare all’ex Banci».
In queste settimane le imprese (Unione industriale, associazioni di artigiani e commercianti) e i sindacati attraverso La Nazione hanno chiesto ai candidati precisi impegni sulle tasse, che pesano particolarmente in questo momento di crisi. Carlesi, Cenni e Milone sono stati onesti: nessuno ha fatto promesse elettorali che, visto lo stato delle finanze comunali, non si potranno mantenere. Ecco in sintesi cos’hanno detto. Cenni: «Va vista l’eredità lasciata da questa amministrazione. L’addizionale Irpef quest’anno sarà sicuramente molto bassa, perchè i redditi sono diminuiti ed è un problema in più. Certo le tasse e le tariffe andranno riviste sulla base delle necessità delle famiglie delle aziende, cercheremo di contenere al massimo la pressione fiscale». Milone: «Fino a quando non sarà avviata una seria politica del recupero dell’evasione Tia, pari a oltre 2milioni di euro e voi sapete per colpa di chi, a pagare saranno sempre i soliti noti, le aziende (non quelle cinesi) saranno sempre più in difficoltà e le famiglie pure». Carlesi: «Va trovato un giusto equilibrio sul peso da far gravare sulle famiglie e sulle imprese. Allo stesso tempo va avviato un recupero dell’evasione».

venerdì 29 maggio 2009

VOTA LIA VANNI


FAC SIMILE SCHEDA ELETTORALE

Mi chiamo Lia Vanni, ho 56 anni, ho lavorato nella Pubblica Amministrazione ed attualmente sono impegnata nel Sindacato Pensionati della CGIL per il quale seguo i problemi sociali e sanitari del territorio provinciale.


Ho accettato la candidatura per il Consiglio Comunale di Prato, come indipendente nelle liste del PartitoDemocratico, per continuare ad occuparmi di questi problemi da un altro versante ponendomi l’obiettivo, insieme a tutti, di far crescere in decoro, civiltà e legalità la città e di aumentare i servizi per le persone a partire da chi ha più bisogno, sia esso tale per motivi di reddito che di salute.


La crisi economica che la nostra città sta vivendo conferma che questa difesa rappresenta ora più che mai una priorità. La difesa dei servizi è, nei fatti, uno degli elementi di salvaguardia del reddito e della dignità.


Per espandere e differenziare la nostra economia ci dovremo impegnare a far rispettare le regole a tutti, perché è nel rispetto delle regole che l’economia cresce sana e si recuperano le risorse da destinare, tra le altre cose, ai servizi.


Non sono una professionista della politica, ma ritengo fondamentale questo strumento per governare la società, purchè questa traduca, costantemente, in atti concreti, il concetto dello spirito di servizio nei confronti delle comunità amministrate e che interpreti la vita quotidiana dal punto di vista dei più deboli.


Personalmente nutro, da sempre, una passione civile che mi ha indotto ad impegnarmi nel Sindacato, nel Volontariato e nelle Istituzioni nel campo del sociale. Per questo e per esperienza lavorativa conosco bene la macchina comunale, e gli strumenti politico-contabili che ne regolano la vita: i bilanci. Conto di utilizzare queste conoscenze per individuare di volta in volta le priorità e i bisogni della gente e con la gente.


Per questi motivi ti chiedo di scrivere il mio nome accanto al simbolo del Partito Democratico e al nome di Massimo Carlesi che, dobbiamo fare in modo, diventi il Sindaco di Prato.

giovedì 28 maggio 2009

BERLUSCONI A PRATO


da la Nazione del 28/05/09

Il 2 giugno arriva Berlusconi .Immigrati, protesta in Regione

E’ UFFICIALE: martedì 2 giugno per la prima volta a Prato arriverà Berlusconi. Il presidente del consiglio è atteso per il pomeriggio: la data, il luogo e le modalità della visita saranno definite nei dettagli nei prossimi giorni. E’ un altro segnale di come il Pdl stia facendo quadrato, per strappare una vittoria che sarebbe storica e che ritiene possibile. «E’ un imprenditore molto capace che sarà utile a Prato», aveva detto il premier martedì e ieri sera dal suo quartier generale è arrivata la conferma che martedì farà tappa in città.Intanto ieri una delegazione del Pdl capeggiata dal coordinatore provinciale Riccardo Mazzoni e composta anche dal capogruppo in Regione Alberto Magnolfi e dalla candidata presidente della Provincia Cristina Attucci ha organizzato un presidio davanti al consiglio regionale per protestare contro la nuova legge sugli immigrati voluta da Martini. «La legge — ha ribadito Mazzoni — rischia di essere un colpo mortale per Prato, che da 15 anni sta subendo le conseguenze di una politica dissennata di immigrazione selvaggia. La nascita del distretto clandestino cinese ha strozzato l’economia. La legalizzazione di fatto dell’immigrazione clandestina, fa spalancare le porte della regione a tutti i clandestini d’Europa. In fatto di integrazione Prato non ha nulla da imparare perché è una terra che ha sempre accolto tutti ma adesso la città è arrivata a un punto limite».Immediata è stata la replica di Fabrizio Mattei, vice capogruppo Pd in Regione: «L’unico colpo mortale per Prato — ha detto — è la totale assenza del Governo per le politiche di sostegno all’economia e al lavoro in questo momento di forte crisi. Nonostante le promesse e gli spot per Prato non si è mosso nessuno. La legge è invece un provvedimento giusto all’interno del quale sono previsti azioni e sostegno ai comuni e alle associazioni di volontariato impegnati in prima linea nella gestione dell’integrazione». In serata, un’ulteriore replica di Mazzoni. «All’ex sindaco della Prato cinese ricordo — ha dichiarato —: 1) che il governo Berlusconi ha creato un fondo da 20 miliardi per gli ammortizzatori sociali; 2) che da un anno, e per la prima volta, anche i lavoratori autonomi godono degli assegni familiari; 3) che, oltre agli incentivi ai consumi, il governo ha potenziato il fondo rotativo per le imprese; 4) che ha appena dato il via libera alla revisione degli studi di settore nei distretti in crisi; 5) che ha aperto un tavolo per Prato al ministero dello sviluppo economico che porterà a un accordo di programma, strumento che, al di là dei veleni della campagna elettorale, sarà di grande utilità per il distretto. A Mattei chiedo — ha concluso —: cos’ha fatto, da sindaco di Prato, per arginare l’immigrazione cinese e la concorrenza sleale?»

SASCH ACCUSATA DI EVASIONE FISCALE

da il Tirreno del 28/05/09
La Sasch accusata di evasione fiscale. Rinviato a giudizio il presidente del cda, brutta tegola per Cenni Contestato l’uso di fatture per operazioni inesistenti negli anni 2002 e 2003 al fine di abbattere l’Iva di oltre due milioni di euro
PRATO. Antonio Rosati, presidente del consiglio di amministrazione della Sasch, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver usato fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere l’Iva che l’azienda avrebbe dovuto pagare negli anni fiscali 2002 e 2003. A dieci giorni dalle elezioni amministrative nelle quali Roberto Cenni, socio di riferimento della Sasch insieme alla moglie Elena Rosati, si è candidato col Pdl per la poltrona di sindaco, non si può non pensare alle conseguenze che questa notizia potrà avere sul risultato del voto. Cenni non è indagato nel procedimento penale, ma era ovviamente a conoscenza di conti dell’azienda e condivide la linea seguita dal presidente del consiglio di amministrazione. Conviene comunque stare ai fatti, che sono i seguenti (anche se non è stato facile ricostruirli, stante il riserbo delle parti in causa).Tutto nasce da una verifica della guardia di finanza, che nei suoi periodici controlli decide di controllare i conti della Sasch (la sede legale è a Prato in via Fra’ Bartolomeo nello studio del commercialista Annibale Viscomi).I finanzieri tornano a casa con un po’ di materiale e di lì a poco contestano all’azienda di aver usato fatture per operazioni inesistenti per abbattere l’Iva. L’evasione fiscale viene quantificata in oltre due milioni di euro e sarebbe relativa agli anni fiscali 2002 e 2003. In particolare si parla di fatture provenienti dall’area asiatica, Thailandia, Bangladesh e altri paesi della regione. L’articolo 2 del decreto legislativo 74/2000, quello ora contestato ad Antonio Rosati, punisce chiunque utilizzi «fatture o altri documenti per operazioni inesistenti» al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto. La pena varia da un anno e sei mesi a sei anni, a seconda dell’importo sottratto.Ma la Sasch, di primo acchito, preferisce vedersela con l’Agenzia delle entrate (come ricorda anche lo stesso Cenni nell’articolo a fianco). Nell’estate del 2004, secondo quanto sostiene Cenni, i commercialisti della società trovano un accordo con l’Agenzia e viene chiusa una transazione per meno di 200.000 euro.Il problema, per la Sasch e il suo amministratore, è che parallelamente al procedimento fiscale va avanti quello penale. Il fascicolo, coi tempi lenti della giustizia, fa il suo corso e finalmente, ieri, approda davanti al giudice dell’udienza preliminare Anna Liguori.A difendere Antonio Rosati dovrebbe esserci l’avvocato fiorentino Gaetano Berni, che però ha fatto pervenire una nota in cui dice che non potrà essere presente per altri impegni (in gergo, legittimo impedimento). Ma il giudice decide che si può andare avanti comunque con l’avvocato mandato dallo studio Berni (cosa che manderà su tutte le furie la difesa) e dopo una veloce camera di consiglio l’imputato viene rinviato a giudizio.Sarà il Tribunale a decidere se, come sostiene la Procura, sono state usate carte false per evadere l’Iva, oppure, come sostiene la difesa, era tutto in regola e si è trattato soltanto di una diversa interpretazione delle stesse carte.Nel frattempo è ancora tutto da valutare l’impatto che potrà avere questa novità sulla campagna elettorale che è entrata nella sua fase più calda.Secondo il patron dell’azienda si tratta di un equivoco Il candidato: «Per me era una storia chiusa» Di fronte a una cosa del genere, di questi tempi ci si aspetterebbe che il diretto interessato gridasse all’uso politico della giustizia o in alternativa alla “giustizia a orologeria”. Invece va dato atto a Roberto Cenni di non cedere a questo tipo di tentazioni. «Certo, è una cosa che non mi fa piacere alla vigilia delle elezioni» si limita a dire il candidato sindaco del Popolo della libertà.«Per me quella era una storia chiusa - spiega Cenni - E’ vero, la Finanza ci ha fatto quel verbale, ma poi siamo andati all’Agenzia delle entrate e abbiamo fatto una transazione. Ero convinto che quell’atto chiudesse anche le eventuali pendenze penali, e invece non è andata così».«Le dirò di più - aggiunge Cenni - In questo procedimento abbiamo rifiutato di patteggiare, come ci era stato proposto, perché siamo convinti delle nostre ragioni e contiamo di dimostrarle davanti ai giudici». Le ragioni, appunto. «C’è stata una diversa interpretazione - prova a spiegare il titolare della Sasch - Da una parte l’Agenzia delle entrate, alla quale abbiamo prodotto le bolle e tutta la documentazione, perché quelle non sono operazioni inesistenti. Dall’altra la Procura e la guardia di finanza, che hanno ritenuto che sia stato commesso un reato. Ripeto, io ero convinto che questa storia non sarebbe più saltata fuori dopo la transazione. Ne ho sentito riparlare nel 2008 quando ci sono arrivati dei fogli e abbiamo prodotto l’atto con l’Agenzia delle entrate».L’amarezza c’è, non si può nascondere: «Quando un ufficio dello Stato ti dice di non preoccuparti, uno che deve fare? Comunque io sono tranquillo e vado avanti per la mia strada».Avremmo voluto un commento anche da Antonio Rosati, rinviato a giudizio, ma il diretto interessato ieri non era raggiungibile.P.N.

mercoledì 27 maggio 2009

RUMORI DAL PALCOSCENICO

Giovedì 28 maggio “Valeriano” spettacolo conclusivo del laboratorio teatrale “Rumori dal palcoscenico”


Anche quest’anno il laboratorio teatrale “Rumori dal palcoscenico” ha realizzato uno spettacolo a conclusione del lavoro svolto durante la stagione invernale.
Giovedì 28 maggio alle ore 10 e alle ore 21, alla Casa del Popolo di Coiano, via Bisenzio a S. Martino n° 5/f, andrà in scena la commedia brillante “Valeriano” scritta da Giuseppe Severi a conclusione del laboratorio, da lui condotto, “Rumori dal palcoscenico” promosso, nell’ambito delle attività socio-culturali, dalle Commissioni servizi sociali delle Circoscrizioni Nord ed Est del Comune di Prato in collaborazione con la Cooperativa sociale C.U.I. ed A.N.F.F.A.S. onlus.

Questo spettacolo, che sarà replicato martedì 9 e mercoledì 10 giugno alle ore 21 al Teatro Magnolfi, via gobetti n° 79, ha visto la partecipazione attiva e divertente di un gruppo di persone (disabili, anziani, giovani e meno giovani) tra le quali si è stretto un connubio emotivamente simpatico, riproponendo quello che avviene in una piccola comunità, dove la divisione fra fasce sociali e per età non esiste. Questo lavoro vuole essere un esempio, una indicazione operativa nel sociale: rompere la suddivisione per fasce di età che crea a lungo andare emarginazione e ghettizzazion

Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione:
Massimiliano Streppone, Franca Aretusi, Paolo Ponticelli, Giovanni Fondi, Valentina Butelli, Maria Crisci, Massimo Cerbino, Franco Cortigiani, Antonio Rossi, Oreste Faralli, Paolo Gori, Michelangelo Monsucca, Andrea Alberti, Silvia Botarelli, Zhang Zing, Elisa Kerkenbusch, Ilenya Poli, Marilena Carrozzo, Sendy Grandi, Andrea Oreti, Roberta Bertini, Cristina Ponzalli, Simone Bellucci, Stefania Mantelli, Martina Neri, Pino Severi, Cora Palmerini, Andrea Laschi, Paolo Billi, Franca Giovannelli, Anna Aretus, assistente alla regia Antonio Bicchielli, scenografia Matilde Guarducci, regia Giuseppe Severi.

La commedia è ambientata in una città toscana, dove i canoni tipici di relazioni e intrecci comportamentali di natura familiare sono ben codificati.
Si tratta, in tono scherzoso e paradossale, di una storia d’amore tra la figlia di un operaio tessile e di un ragazzo di colore extracomunitario che vende accendini e cianfrusaglie presso una casa del popolo.
Il messaggio che l’autore intende passare è quello della difficoltà di ambientamento che, queste persone, provenienti dalle parti più povere e diseredate del globo, cercano di superare insieme alla diffidenza e indifferenza che si trovano a subire.
Ecco quindi i ruoli ben definiti dell’operaio, accanito sostenitore di una squadra di calcio ed assiduo frequentatore del circolo ricreativo, del “diversamente abile”, con un lessico un po’ falso, della madre che deve pensare a mandare avanti la famiglia, dei nonni ben inseriti nel contesto familiare, del gruppo di amici ben assortiti e affiatati.
Giuseppe Severi, animatore socio-culturale, opera da oltre vent’anni nel territorio pratese e toscano nell’ambito dell’animazione sociale per anziani, giovani e ragazzi e nella didattica sui temi ambientali nei diversi ordini scolastici. E’ autore di commedie e testi divulgativi sull’ambiente.
Ingresso libero.

Info: Circoscrizione Nord tel. 0574.697711 – Circoscrizione Est tel. 0574.52701/23/25.

GRANDE SUCCESSO DI MASSIMO D'ALEMA


da il Tirreno del 27/05/09

«L’Italia non è berlusconizzata» In 700 per il comizio di D’Alema in piazza Duomo
«Il presidente del consiglio vuole venire a Prato? Bene così vede come si governa» Immigrazione: «Ottima la legge regionale»


PRATO. A Prato Massimo D’Alema piace proprio. Sei, settecento persone in piazza Duomo («come cent’anni fa» dice qualcuno) che lo applaudono. Baci, strette di mano e anche una dichiarazione d’amore imprevista per strada. D’Alema arriva a Prato qualche minuti prima del comizio previsto per le 18. Caffè al bar Buonamici, scorta in relax, i candidati Massimo Carlesi e Lamberto Gestri e la segretaria Pd Benedetta Squittieri al suo fianco.Succede di tutto in quelle poche centinaia di metri, lungo via Guasti e via Muzzi, che lo separano dal palco: un’attivista del centrodestra lo riconosce e gli mette in mano un volantino di propaganda per Roberto Cenni e lui signorilmente lo prende e poi lo accartoccia, diverse signore lo fermano e chiacchierano, la titolare del negozio Soraya, in via Muzzi, addirittura gli butta le braccia al collo, lo bacia e scandisce un sonoro: «Quanto sei bello. Questo è il regalo migliore che mi potevi fare». D’Alema se la cava bene anche lì.Ma è sul palco (con sindaci dell’area, il segretario regionale Pd Manciulli, Squittieri, Carlesi e Gestri) che l’ex presidente del consiglio conquista gli applausi. Affonda su Berlusconi: «Viene in Toscana - dice - Bene, credo gli potrebbe fare comodo imparare come si governa». Gli dà dell’incapace e inadeguato a governare questa crisi globale: «Che nega - continua D’Alema - Perchè dice che a parlare dei problemi la gente si rattrista e invece bisogna tenerla allegra, come sta lui, che sta allegro». D’Alema sciorina numeri: «Questa non è turbolenza del mercato, è la conclusione di un ciclo di sviluppo che ha creduto nel capitalismo selvaggio, che ha prodotto sì tanta ricchezza, ma altrettanta ingiustizia. Dalla crisi si esce - prosegue - rimettendo al primo posto nella scala di valori il lavoro, che è quello che produce ricchezza, eliminando contraddizioni e diseguaglianze». Che sono sempre profonde: «In questi 15 anni i redditi da lavoro sono rimasti fermi, i redditi da capitale sono cresciuti del 44%». Ricorda Obama: «Ormai - scherza - anche Berlusconi si sarà accorto che il presidente degli Stati Uniti non è abbronzato». «La prima misura anticrisi che Obama ha preso - ha detto D’Alema - è stata quella di tassare i ricchi per ridurre la pressione sui lavoratori e sui pensionati, la seconda è stata quella di sostenere innovazione e ricerca. Il nostro governo, invece, non ha fatto nulla». Racconta un aneddoto: «Una cosa piccola, ma significativa. Il nostro gruppo ha proposto di andare a pescare nei redditi un po’ robusti, a partire da quelli dei parlamentari, per creare un fondo di solidarietà per contribuire ad alleggerire situazioni di difficoltà. Sinceramente pensavo che Berlusconi accettasse la proposta. Dicesse sì. Invece ha detto no. Perchè pensare che i ricchi debbano pagare qualcosa di più l’offende, è un’idea che non accetta. La solidarietà tra persone non gli appartiene». Anche sull’immigrazione D’Alema è durissimo. Prima di tutto ribadisce l’opportunità della legge regionale toscana: «Che avrà l’effetto di favorire la sicurezza e l’ordine pubblico perchè quando si riconoscono i diritti delle persone queste sono portate a integrarsi. E’ un fatto di civiltà di cui la Toscana può essere orgogliosa». D’Alema parla di «uso cinico e a fini di spot elettorale del dolore di quanti sui barconi vengono respinti», dell’aumento esponenziale degli sbarchi «quando a governare c’è stato il centrodestra». Anche qui numeri: 23mila sbarchi nel 2005, 20mila col governo Prodi, nel 2009 da 19mila a 36mila e la stima per il 2009 è di 40mila. «Perchè la destra produce immigrazione clandestina? - dice D’Alema - Perchè non hanno politiche d’immigrazione che consentano la legalità». L’esempio, secondo l’ex presidente del consiglio è nella Bossi-Fini «così complicata, così farraginosa che favorisce l’uso delle vie illegali».D’Alema ammette che quella di queste settimana è una campagna elettorale difficile: «Ma sono molto più fiducioso di qualche settimana fa. Se ci mettiamo tutti insieme ce la possiamo fare: perché l’Italia non è berlusconizzata». Lancia un monito contro l’astensionismo: «Nessuna ragione più giustificare un democratico che resta a casa in un momento come questo. Per vincere - conclude D’Alema - bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo con la passione di un volta e con le ragioni dell’oggi».

UNIONE COMMERCIANTI BLUFF

da il Tirreno del 27/05/09
Comitato Carlesi: Unione commercianti bluff «Noi facciamo le proposte, loro premiano il silenzio di Cenni...»


PRATO. «E’ bene che i commercianti pratesi sappiano che nel programma elettorale di Carlesi, depositato in Comune e di conseguenza vincolante, gli impegni precisi e i punti che riguardano il commercio non si riducono a quattro righe. Se di righe bisogna parlare, poi, è davvero singolare, del resto, che la giunta dell’Unione commercianti, a meno che non abbia scelto di far politica anziché rendere un servizio ai suoi associati, “premi” il candidato Cenni, sul cui stringato e generico programma al commercio viene dedicata una riga e mezzo».Non è andata giù al Comitato elettorale di Massimo Carlesi, la recente presa di posizione dei vertici dell’Unione commercianti che invitava implicitamente a votare Cenni. Secopndo il Comitato, un vero e proprio bluff, una mistificazione: «Poiché è la legge a chiedere che si presentino programmi precisi e trasparenti, tutti possono verificare con una visita all’Albo pretorio del Comune, visto e considerato che, a differenza del nostro comitato, i “competitor” non hanno pubblicato il loro programma sul sito web del candidato. Ebbene, nel suo complesso il programma sottoscritto dal candidato di destra, si compone di quattro paginette e mezzo di enunciati, privi di impegni precisi che, si legge, “verranno messi a fuoco nella campagna elettorale”. Peccato, però, che quando un sindaco si insedia ottiene un voto dal Consiglio comunale sulla base del programma depositato, che è quello che conta. Il resto sono chiacchere».Il Comitato ricorda poi gli impegni di Carlesi sul commercio: «Entro la fine del 2009, Carlesi si è impegnato ad aprire spazi pubblici la notte e che proporrà un patto, garante il Comune che prevederà agevolazioni fiscali per i proprietari, per affitti calmierati a vantaggio dei commercianti che desiderano stabilirsi o restare nel cuore antico della città. Non solo. Le proposte concrete sul turismo, a cominciare dall’anno dedicato a Datini, vanno nella direzione di offrire più opportunità, grazie al coinvolgimento diretto dei commercianti. Senza parlare dei punti che toccano con fermezza la lotta al degrado e all’illegalità. E le agevolazioni nei parcheggi da subito per lo shopping di mamme e anziani».

martedì 26 maggio 2009

MASSIMO D'ALEMA A PRATO


MANIFESTI PDL ABUSIVI


da il Tirreno del 26/05/09

I manifesti del centrodestra invadono gli spazi La denuncia di Idv e dei Marxisti, a Iolo “oscurati” i concorrenti

PRATO. Se ne sono accorti, per primi, i marxisti leninisti che sul sito della prefettura hanno segnalato l’occupazione abusiva sui tabelloni elettorali a Iolo. Idv ha visto e rilanciato. «La notte scorsa qualche simpatizzante del centrodestra - scrive Pasquale Petrella, candidato Idv al consiglio comunale - ha pensato bene di coprire con i propri manifesti tutti gli spazi riservati ai vari partiti politici».Iolo, dice il candidato, ne è esempio. «Questo - aggiunge - non solo ha creato un danno di visibilità agli altri partiti ma costringerà i vari candidati a dover ristampare i propri manifesti per farli riaffiggere e questo comporterà anche un danno economico. Di tutto questo mi auguro che il prefetto, Eleonora Maffei ne prenda atto e sanzioni nei dovuti modi di legge chi ha commesso una simile scorrettezza».«Per quanto mi riguarda la mia arrabbiatura è doppia perché proprio domenica mattina ho verificato che dei quindici manifesti da me consegnati lunedì 18 maggio alla Sori per la relativa affissione, solo due o tre ne erano stati affissi. Uno di questi proprio a Iolo che quindi l’altra notte è stato ricoperto dai manifesti pirati del centrodestra».E continua: «La mia protesta alla Sori, per fortuna è stata mitigata dal dirigente dell’Ufficio affissioni, Franco Luti, che con grande senso di responsabilità e correttezza mi ha invitato sulla sua auto per fare il giro della città e verificare l’esattezza della mia denuncia. Esattezza che è stata provata e, anche se sono sempre arrabbiato visto che comunque avrò una settimana in meno di visibilità, dato che i nuovi manifesti dovrebbero essere affissi solo domani, mi resta la soddisfazione da cittadino di aver trovato un dirigente che si è messo a disposizione per verificare e cercare di risolvere, per quanto possibile, il problema». «Mi auguro solo che gli avversari politici non ripetano quanto già fatto l’altra notte a Iolo - conclude - e questo per non imbarbarire una campagna elettorale che fino ad oggi mi è sembrata corretta».

domenica 24 maggio 2009

CARLESI- POCHI FEDELISSIMI E AMPIA RETE DI CONOSCENZE

da il Tirreno del 24/05/09
Pochi fedelissimi e un’ampia rete di conoscenze Immagine e staff? Ma va
“Porta a porta spinto” e campagna senza lustrini Ecco il segreto di Carlesi

Dal mattino al mercato alla sera al circolo passando per la torta a casa degli elettori

PRATO. Lui: «Vi prometto gente nuova in giunta. Un grande rinnovamento». Lei, una donna del popolo, su con l’età, certamente oltre la sessantina: «E sì che l’ho già sentite queste cose. Son quarantanni che ascolto i politici parlare e ho sentito tante bugie. Se dici la verità, che me lo metteresti per iscritto?» Detto fatto. Massimo Carlesi prende un foglio, scrive poche frasi: “giunta nuova”, “lo prometto” eccetera, lo firma e lo consegna. Luogo: circolo di Figline. Data: l’altra sera. Esito: applausi scroscianti.

D’altro canto il candidato sindaco del centrosinistra l’ha detto: «Sono bravo nel corpo a corpo. A parlare alla gente». Così ha impostato la campagna elettorale: andandosi a prendere gli elettori quasi uno per uno, con un “porta a porta spinto”.

Colazione, edicola, lettura di giornali. La giornata elettorale “tipo” di Carlesi comincia così: alle nove meno dieci apre i quotidiani, alle nove e mezza esce di casa. Agenda in mano. Di solito per spostarsi si serve delle Lam, d’altronde le ha inventate, ma giovedì opta per la macchina: una Ford Focus grigia, anche un po’ sporchina, piena di manifestini, manifestoni, appunti.
Prima tappa quartiere sud, la sua roccaforte: mercato di Iolo alle dieci di mattina. La prima mano stretta è quella di un ragazzo disabile che non trova lavoro e si raccomanda. La seconda è di una signora con una grande sporta: «Se l’è sindaco - dice - veda di farci qualcosa». Il riferimento è alle strade della frazione. E Carlesi, sull’argomento, non si fa trovare impreparato: le conosce tutte, una per una, e su tutte ha una risposta. «Via Sapri è ancora da finire da quaranta anni». «Quel marciapiede ha le buche». «Il collegamento manca».

C’è un capannello di uomini, lì, davanti al banco dei vestiti usati. Carlesi si avvicina, stringe la mano a tutti. «L’è lei?» Uno ha in mano un “santino”, uno di quei biglietti elettorali formato mignon che evidentemente è stato distribuito poco prima da uno dei supporter del candidato. «Sono io sì, Carlesi». «E allora mi dica un po’ che si fa con tutti questi cinesi? Ormai Iolo l’è piena». La risposta è quella solita: «Se riusciamo farli emergere andrà tutto bene. Il problema - spiega Carlesi - è nel fatto che lavorano senza pagare i tributi. E noi su quello dobbiamo intervenire. Quando cominceranno a pagare Tia e tasse diventeranno una ricchezza per tutta Prato».
Un saluto veloce al banco delle suore di Iolo, un altro affettuoso a una donna che l’ha sostenuto anche durante le primarie e poi in macchina per il secondo appuntamento della mattina: quartiere nord, villa Fiorita, via Marcello Malpighi 61. E’ un circolo? No. Un luogo pubblico, una piazza, uno slargo? No. E’ la cucina della signora Bianca Biancalani dove attorno al tavolo aspettano il candidato una quindicina di residenti. Alla faccia del porta a porta. Torta di mele sul tavolo, l’offerta, declinata, di una tazzina di caffè, si comincia il match: dal lavoro («mia figlia l’ha appena perso ma come si deve fare»), alla cremazione: «Come mai a Prato mi hanno fatto pagare 140 euro per tenere a casa le ceneri di mio marito», a qualche battuta contro Berlusconi: «Tutte le mattine mi alzo, accendo la televisione e vedo il presidente del consiglio che dice bugie, ma è possibile?», fino alla nostalgia politica: «Ma dove è andato a finire il partito comunista?». Per Carlesi è un ping pong tra domande e risposte: «Per le ceneri avete pagato così tanto? Non mi torna. Anche io sono iscritto alla Socrem». «Anche nel lavoro bisogna ritrovare i valori etici e riscoprire la correttezza. Non sono accettabili aziende che vanno a concordato al 15% e cioè che se hanno debiti per centomila euro con gli operai ne pagano 15mila e magari il giorno dopo riaprono». «Che sindaco sarò? Un sindaco con tante idee per Prato. Vorrei continuare la tradizione dei grandi sindaci di questa città». I quindici della cucina sono soddisfatti. E’ la prima volta che vedono così da vicino un candidato alla poltrona più alta della città: «L’è bravo. Lo voto». Non c’è più tempo: un sopralluogo-lampo in uno spiazzo vicino dove gli anziani vanno la sera per fare quattro chiacchiere: «Sì - dice Carlesi - bisogna attrezzarlo con le panchine perché la gente non si può portare le sedie da casa», pranzo veloce a casa (moglie che l’aiuta sempre e comunque anche a scrivere gli interventi) è poi alle 14 uno scambio di idee con la giunta Confesercenti. Le richieste: liberalizzazioni degli orari degli esercizi che a Carlesi piace. Rivedere la Tia. Le promesse: agevolazioni sulla Tosap. Punti comuni: la necessità di andare alla creazione dell’agenzia di sviluppo. Ma la giornata è ancora lunga: quattro passi in centro - altri sorrisi, altre strette di mano - per andare al comitato elettorale in via Muzzi per un incontro con Umberto Materassi, disabile, che da anni lotta per eliminare le barriere architettoniche dalla città «ma in ogni opera publica che è stata fatta in questi anni - dice - le barriere sono ricomparse». Poi un incontro al Coni - Massimo Taiti presidente e candidato con l’opposizione - per riproporre gli stati generali dello sport e il fotovoltaico sui tetti degli impianti e alle 20 cena elettorale alle Querce: centoventi partecipanti. Nonostante caldo e corse Carlesi è fresco e ottimista. «Stavolta riesco anche a mangiare» e butta giù un primo e il rostbeef prima di correre a Tobbiana. Ultimo appuntamento della giornata. Uno scambio a “ruota libera” con 130 cittadini. «Carlesi ma chi le dà la voglia e la forza di affrontare una battaglia così difficile?» Risposta: «Voi, che mi avete votato alle primarie».
Cristina Orsini

Pochi fedelissimi e un’ampia rete di conoscenze Immagine e staff? Ma va

PRATO. Salta da un punto all’altro della città praticamente sempre da solo. A volte in bus, spesso accompagnato, raramente con la sua auto.

Nessun curatore dell’immagine del candidato, nessuna operazione di marketing elettorale, staff ridotto all’osso, collaboratori sentiti soprattutto per telefono. Insomma un candidato sindaco “basic”. Il partito, il Pd? Fa altre cose.
Come ha organizzato la campagna elettorale Massimo Carlesi? Passando attraverso le centinaia di persone che lo conoscono, da quando era presidente della Circoscrizione Sud, e poi dopo quando è diventato assessore e prima grazie all’attività di volontariato. Rete di conoscenze, circoli, ma anche parrocchie. Questi sono i canali del candidato Carlesi. Che al comitato di via Muzzi ha la sua base e la sua organizzazione. Molto easy, nessuna “gioiosa macchina da guerra”. Sono cose d’altri tempi. E’ lì che gli uomini e le donne a lui più vicini incastrano appuntamenti, ne prendono di nuovi, organizzano l’agenda. Ambra Giorgi, prima di tutto, consigliere regionale, e poi Virgilio Chiani, il braccio destro, e sul fronte della comunicazione Fabio Barni, giornalista free lance. Dietro le quinte, ma attivissima, anche l’ex sottosegretario, ex parlamentare, Beatrice Magnolfi. E poi ragazzi e ragazze che ancora non hanno un nome.

Di bagni di folla, di grandi feste per la chiusura della campagna elettorale non se ne parla. Qualcosa lo staff di Carlesi certamente organizzerà. Ma di sicuro senza lustrini.

sabato 23 maggio 2009

TUTTO IL CARLESI MINUTO PER MINUTO - WEEK END

Sabato 23 Maggio

Alle ore 15,30 presso il salone consiliare del Comune di Prato Massimo presenzierà alla premiazione del premio letterario dell’associazione “Prato per la Pace”, associazione di cui è presidente.

Alle ore 16:15 incontro con i cittadini al bocciodromo di Maliseti.

Alle ore 17:00 volantinaggio porta-a-porta al “Cantiere”, un’occasione in più per incontrare i cittadini ed ascoltare le loro idee e proposte per la città.

Alle ore 18,00 La candidata alle elezioni europee Monica Giuntini sarà al comitato elettorale di Massimo Carlesi e Lamberto Gestri ; seguirà aperitivo.

Alle ore 19:00 di sabato 23 maggio, Massimo sarà a Vergaio alla festa per l’inaugurazione della nuova piazza.

Alle ore 20:00 cena all’aperto organizzata dal circolo ricreativo di Iolo.

Per informazioni: Circolo ricreativo culturale sportivo di Iolo, Piazza Giuseppe Bianchini 5, Telefono: 0574 620482

Domenica 24 Maggio

Massimo alle ore 15:30 sarà alla semifinale di rugby, allo stadio Stadio Comunale Lungobisenzio per vedere la partita di ritorno I Cavalieri Gruppo Consiag- ViBu Noceto Rugby.

Alle ore 17:30 Massimo sarà alla partenza della Quarta Marcia “I CARE” Prato-Calenzano.

Partenza da Piazza del Comune di Prato, arrivo in Piazza del Comune di Calenzano

A partire dalle ore 20,00 serata all’insegna del divertimento e dello spettacolo al circolo ricreativo di Santa Lucia! Massimo e Lamberto

Il programma della serata prevede:

Aperi-cena; Dimostrazione di ballo della scuola “Diablo Latino International”; karaoke presentato da Giulio Coraggio e alla fine tutti a ballare insieme a …. Massimo Carlesi candidato Sindaco di Prato e Lamberto Gestri candidato Presidente Provincia di Prato

Ingresso Euro 10.00

Alle ore 21:00 Incontro dei candidati alla carica di sindaco con i comitati civici pratesi a Palazzo Novellucci.

L’incontro è stato organizzato a cura dei comitati civici.