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giovedì 26 febbraio 2009

INTERVISTA A MARCO ROMAGNOLI


da la Nazione del 26/02/09

«Poco popolare: Pd, quanti errori» L’analisi post primarie del sindaco: non eravamo io e Logli il problema


IL PARTITO democratico pratese? E’ formato al vertice da dirigenti, ma non da un gruppo dirigente; deve rinnovarsi sostanzialmente non solo nella forma; è poco popolare: deve tornare davvero tra la gente. Il sindaco Marco Romagnoli, a dieci giorni dal risultato delle primarie che hanno sconfessato più la testa del Pd cittadino che il candidato Abati («Poteva essere un buon sindaco» dice) vuota il sacco. Sempre più convinto che la sua ’decapitazione’ (abbinata a quella del presidente della Provincia Logli) sia stato stato uno dei numerosi errori, fatti in questi mesi, dal suo partito.«E la gente lo ha capito ed ha mandato un messaggio chiaro, chiarissimo attraverso quello strumento estremamente democratico che sono le primarie» dice il sindaco. Gli è tornato il sorriso e la battuta dopo la vittoria di Carlesi e qualche sassolino dalle Clarks marroni se li toglie puntando il dito anche su colui che lo aveva incoronato sindaco (Martini) e poi lo ha abbandonato con l’avvallo della segreteria regionale e i rappresentanti più ’elevati’ del Pd (non risparmia critiche anche a Giacomelli).

Il Pd con la sua defenestrazione voleva dare una scossa alla città, invece è stato l’elettorato a dare una scossa al Pd col voto delle primarie.
«E’ stato dimostrato che la semplificazione del tipo ’è il sindaco che non va ’ che qualcuno voleva fare forse era sbagliata. Qualcuno ha pensato che tutto si risolvesse con il passo indietro mio e di Logli. Invece la situazione era complessa, come ha dimostrato anche lo scenario nazionale».
Quale riflessione fare a dieci giorni dal voto delle primarie?
«La conferma di una difficoltà di rapporto tra il Pd pratese e il suo elettorato e la città. Non sono bastati mesi di assemblee a recuperare il rapporto. Per fortuna c’è stata la saggezza di fare primarie vere rendendo così protagoniste le persone. Ciò è positivo e da qui bisogna ripartire».
Si aspettava la vittoria di Carlesi?
«La sua vittoria mi ha stupito. Ero convinto della vittoria di Abati perché quasi tutto il gruppo dirigente era con lui. Si poteva solo discutere del margine, non dell’esito».
E invece...
«E invece la presa del gruppo dirigente sul partito e sugli elettori non è stata tale come era logico aspettarsi. E’ utile riflettere su ciò, lo ripeto».Insomma è chiara la sconfessione del vertice del Pd pratese.«Il Pd deve tornare a fare rinnovamento vero della politica: il partito è nato per questo. Da una parte essere giovani non basta e dall’altra ci vuole la disponibilità dei dirigenti più anziani ad accettare rinnovamento sostanziale e non solo formale. Siamo in ritardo».
Cioè?
«In ritardo nella formazione del gruppo dirigente. All’inizio il vertice è stata la sommatoria dei due partiti Ds e Margherita, poi ha prevalso il singolo dirigente. Non si è creato un gruppo, anzi in alcuni casi c’è stata diffidenze reciproca tra dirigenti. C’è bisogno di condivisione di analisi, responsabilità e prospettive: finora non c’è stato tutto ciò».
Se un gruppo dirigente c’è si vede alle elezioni.
«Sì. E allora iniziamo a domandarci con quale programma andiamo alle elezioni? L’amministrazione comunale un rapporto con la città ce l’ha, il Pd quanto lo ha? Il dibattito di questi mesi ha dimostrato che le strategie dell’amministrazione comunale erano giuste».
Coesione: è possibile trovarla in questo Pd?
«Sono ottimista. Dagli errori si può imparare e non bisogna nasconderli come non deve passare il copione che qualcuno paga e qualcun altro non paga mai. Bisogna dirlo con chiarezza: si pensava che il malessere nascesse dalle amministrazioni provinciali e comunali. Non era così. Il malessere nasce da situazioni come la crisi economica, l’antipolitica».
Il Pd nazionale sta dando dei segnali.
«Veltroni si è dimesso, Franceschini ha fatto una segreteria non autoreferenziale».
A Prato qualcuno si deve dimettere?
«Non è ora il momento della resa dei conti. Ci vuole un Pd forte e non ripiegato su se stesso».
La vittoria di Carlesi è anche la sua?
«Sbagliato, la vittoria di Carlesi è di Carlesi. Semmai si può dire che su quel risultato hanno giocato fattori come il non apprezzamento per la non ricandidatura di sindaco e presidente della Provincia».
Carlesi possibile sindaco. Un peso rilevante da sostenere per un ruolo difficile.
«Il ruolo di per sè dà grande forza; certamente ci vuole un contorno che lavora positivamente visto lo scenario locale e nazionale di estrema crisi. E ci vuole la presenza di un partito tra la gente».
Dice che la giunta la sceglie lui.
«Bene, così partirà senza particolari condizionamenti, non ha cambiali firmate, non ha equilibri di cui preoccuparsi».
Abati poteva essere un buon sindaco secondo lei?
«Certamente sì».
Perché ha perso?
«Ha scontato un’immagine distorta: di essere espressione dell’apparato. E la gente non ha gradito. Non è stato valutato come un ottimo presidente di una società brillante, ma la crisi della politica lo ha fatto accomunare a qualcuno che occupa posti. E questi luoghi comuni, che sono molto radicati adesso, non mi piacciono».

Luigi Caroppo

mercoledì 25 febbraio 2009

CARLESI E GESTRI UNITI PER IL DISTRETTO


DAL SITO TOSCANA TV


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COMUNICATO DEI COMUNISTI ITALIANI

da il Tirreno del 25/02/09

I Comunisti appoggiano Carlesi «ma solo se ci sarà dialogo»


PRATO. Scendono in campo anche i Comunisti Italiani. E lo fanno sostenendo Massimo Carlesi «a patto - scrivono - che tra le parti vi sia dialogo e la volontà di collaborare». Le linee di programma, illustrate ieri nella sede di via Calimara dal segretario Valter Marini, toccano un po’ tutti i settori della realtà cittadina e puntano a un suo rilancio economico e alla valorizzazione delle sue eccellenze.Lavoro, cultura, legalità, servizi, agricoltura: sono questi i principali ambiti a cui si rivolge il gruppo pratese dei Comunisti Italiani. Mirano in primo luogo all’economia e alle soluzioni per la crisi in atto, ma sono state avanzate anche proposte interessanti per il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi per i turisti.«Il tessile per Prato è tutto - ha detto Marini - Non possiamo pensare a una sua eliminazione dal territorio, semmai si può puntare allo sviluppo nell’area pratese della filiera completa del ciclo manifatturiero, che dalla materia prima porti alla commercializzazione del prodotto finito. Non sarà facile né immediato e possibile solo se le aziende si consorzieranno tra loro». Una soluzione per il rilancio del centro storico potrebbe essere l’installazione di porte telematiche che limitino l’accesso dei veicoli privati e pubblici e la conseguente realizzazione di parcheggi tutti intorno alle mura. E ancora, potenziamento dei collegamenti urbani con piccoli bus elettrici e bus a metano «molto meno inquinanti dei diesel di ultima generazione» e i collegamenti ferroviari con Firenze e con la stazione di Rifredi, dove ferma l’alta velocità, per fare in modo che Prato non venga tagliata fuori dai principali percorsi nazionali. Un occhio di riguardo va poi all’agricoltura: «Prato deve riscoprire il suo potenziale orticolo - ha spiegato Marini - Così, si potrà implementare la filiera corta con sicuri abbattimenti di costi sulla merce in vendita». L’attenzione è poi stata posta sulla cultura. Il Pdci punta alla valorizzazione dei musei, al miglioramento dei servizi di ricettività turistica e alla promozione delle associazioni culturali e dei servizi di volontariato.

Martina Altigeri

COMITATO ELETTORALE

da il Tirreno del 25/02/09
Nel comitato dei “40” iniziata la marcia di avvicinamento Faccia a faccia Carlesi-Abati stretta di mano e disponibilità


PRATO. Primo incontro del comitato Pd dei quaranta - praticamente tutti pro Abati - dopo il risultato delle primarie. Presenti anche il candidato sindaco Massimo Carlesi, Beatrice Magnolfi, Ambra Giorgi e Virgilio Chiani, il braccio destro di Carlesi. Primo incontro servito a “prendere le misure”. Infatti, scherzando, la raccontano così: «Si sono annusati».Interventi sulla situazione nazionale del partito, sulla prossima campagna elettorale, sulle cose da fare e sul fatto che sia effettivamente meglio vincere al primo turno che andare al ballottaggio. Insomma “melina” ma con la volontà, anche se accennata, di avviare quella lunga marcia di avvicinamento tra le anime del partito, chiesta immediatamente dopo il voto di domenica e indispensabile, alla fine, affinchè il Pd abbia buone possibilità per portare a casa Comune e Provincia alle amministrative del 6 e 7 giugno.Da parte di molti del comitato c’è stata l’offerta di “mettersi a disposizione”. Si vedrà se l’invito e in quali termini, verrà raccolto del candidato che comunque “pensa positivo” - così lo descrivono gli uomini a lui vicini - e convinto che alla fine una via comune si troverà. E infatti un primo passo è stato fatto, anche quello di ieri mattina. Con un faccia a faccia franco e sereno tra Carlesi, appunto, e Paolo Abati, il candidato favorito ma sorprendentemente sconfitto. Incontro proficuo, garantiscono, finito con una stretta di mano e con la promessa di disponibilità reciproca. Un buon inizio.Per tornare alla riunionme del “comitatone”, è stato Carlesi a chiarire quali saranno le sue prossime mosse: in primo luogo costituire un comitato elettorale assieme al candidato presidente della provincia Lamberto Gestri - com’è ovvio la composizione cambierà e nell’organismo entreranno anche persone vicine a Carlesi - ma anche dare una nuova investitura a questi organismi. Per Carlesi saranno i comitati che dovranno costruire e mantenere, durante questi mesi di campagna elettorale, il rapporto diretto con la base elettorale, con i cittadini. Un’impostazione che ha però lasciato perplessi alcuni. Ok il territorio - è il ragionamento - ma non è opportuno eliminare il partito in quanto luogo di decisioni strategiche e di confezionamento di una linea. La richiesta - di almeno una parte del partito - è quella di creare un luogo nel quale potersi confrontare. Eliminando da una parte il rischio di disimpegno e dall’altro di autosufficienza.

venerdì 20 febbraio 2009

GITA AD AREZZO

Domenica 1° marzo gita ad Arezzo organizzata dal Centro Sociale Prato Nord in collaborazione con la Circoscrizione.
Domenica 1° marzo gita socio-culturale ad Arezzo in occasione del mercatino dell’antiquariato, organizzata dalla Circoscrizione Nord in collaborazione con il Centro Sociale Prato Nord.

La partenza avverrà: alle ore 7,30 dalla sede del Centro Civico via VII Marzo, 15 (Galcetello), dal Circolo F. Favini via Po, 4 (Chiesanuova), dalla Coop di via Strozzi (salita) in via Ciliani presso il Pinguino (discesa), dalla Casa del Popolo di Coiano via Bisenzio a San Martino, 5/f (Coiano), dal Piazzale Falcone e Borsellino (Tribunale di Prato).
PROGRAMMA
Il programma prevede la visita libera della città: il Duomo in stile gotico, al cui interno si trova l’affresco di Piero della Francesca, piazza Grande, detta anche piazza Vasari, una tra le più scenografiche piazze d’Italia, il teatro della giostra del Saracino, è inoltre prevista una sosta alla Pieve di S.Maria e di S.Francesco, nell’omonima Piazza, dove si trova il celebre affresco di Piero della Francesca “Leggenda della vera Croce”. Pranzo al ristorante in centro con menù di: antipasto misto di crostini, tagliatelle al sugo di cinghiale, misto di carne al forno con prosciutto e roast-beef, patatine fritte e insalata, dolce o frutta acqua e vino.
Il pomeriggio sarà a disposizione per visite individuali e shopping nelle varie bancarelle che ogni prima domenica del mese si radunano ad Arezzo per dar vita al mercatino dell’antiquariato.
Il rientro è previsto in serata, durante il viaggio di ritorno sarà effettuata una sosta lungo il percorso per un ristoro facoltativo.

La quota di partecipazione, che comprende il viaggio e il pranzo, è di € 43.00 da versarsi al momento dell’iscrizione.
La gita sarà effettuata solo con minimo 35 persone.

Le iscrizioni vengono effettuate su appuntamento telefonando all’ associazione Onlus Centro Sociale Prato Nord tel.338.3520731 – 388.6594686 nei seguenti luoghi:

- via Ciliani sulla Vella n. 29 (Chiesanuova), martedì e giovedì dalle ore 10,00 alle ore 12,00;
- Sala Ater via VII Marzo n. 2/3 (Galcetello), martedì, venerdì e domenica dalle ore 16,00 alle ore 18,00;
- Circolo Favini sabato dalle ore 16,00 alle ore 18,00.
Verranno accolte fino a n. 50 iscrizioni, gli altri saranno collocati in lista di attesa per la sostituzione di eventuali rinunciatari. Le disdette saranno accettate dopo previa sostituzione e non oltre le 36 ore antecedenti alla partenza.
Per informazioni: - Circoscrizione Prato Nord via VII Marzo, 15 - tel.0574.697749 - Ass.ne Onlus Centro Sociale Prato Nord - cell. 338.3520731 - 388.6594686

MILONE PROBABILE CANDIDATO PDL


da la Nazione del 20/02/09 Milone candidato sindaco Il Pdl ora serra le fila
CANDIDATO sindaco del centrodestra, ore decisive. I coordinatori regionali di Forza Italia e Alleanza Nazionale, Massimo Parisi e Riccardo Migliori, hanno convocato per domani mattina un incontro di consultazione con i potenziali alleati del Pdl alle prossime elezioni. I vertici toscani del partito vedono nell’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone l’uomo su cui puntare, ma il confronto di domani avverrà senza pregiudiziali.

NELLA SEDE di Forza Italia di via degli Speziali sono stati invitati i responsabili della Lega, della Destra, della Dc per la autonomie, ma anche il Movimento giovani pratesi, i Popolari liberali, la lista civica La città per noi e naturalmente la lista Prato libera&sicura dello stesso Milone. Non ci sarà invece l’Udc ,che stamani ha convocato una conferenza stampa per annunciare la candidatura a sindaco dell’industriale tessile Roberto Caverni, oggi consigliere comunale ed ex consigliere regionale di Forza Italia.

E’ POSSIBILE che dal vertice fiorentino esca finalmente il verdetto sul candidato del centrodestra: il tempo delle decisioni per il Pdl è a questo punto scaduto, visto che mancano solo tre mesi e mezzo al voto e che con la clamorosa vittoria di Massimo Carlesi alle primarie è saltata anche l’ultima «scusa» per aspettare. C’è tensione nel Pdl, perché l’ipotesi Milone convince molto alcuni (ad esempio il capogruppo di Forza Italia in Regione Alberto Magnolfi, il deputato Riccardo Mazzoni e il coordinatore comunale di Forza Italia Giorgio Silli) e non piace ad altri, a cominciare dai coordinatori provinciali di An e Forza Italia, Maurizio Bettazzi e Giovanni Luchetti.

IL FATTO che la riunione di domani sia convocata dai leader toscani dei due partiti dimostra però chiaramente che il caso Prato è ormai d’importanza regionale e che in quella sede saranno prese le decisioni. Per Pdl e alleati quella di giugno è una sfida decisiva: è la prima volta che si intravedono le condizioni per una vittoria che sarebbe storica. Mai come oggi la città ha vissuto un periodo di crisi straordinaria unito alla sfiducia verso la maggioranza di centrosinistra che dal dopoguerra l’ha sempre governata. Gli stessi esiti delle primarie terremoto sono la prova tangibile della delusione dei cittadini nei confronti dei vertici del Pd.
E’ quindi un’occasione da non sprecare, da affrontare con il candidato sindaco in grado di intercettare più voti, anche e soprattutto al centro. I risultati del sondaggio commissionato un mese fa dal coordinatore regionale azzurro Massimo Parisi sarebbero incoraggianti sull’ipotesi Milone. Ma ancora il dado non è tratto e le prossime ore saranno determinanti.

INTERVENTO DI BEATRICE MAGNOLFI


da la Nazione del 20/02/09
«Il Pd torni ai problemi della gente» Magnolfi all’attacco: basta spendere ulteriori energie per beghe interne

E’ PASSATA dall’euforia di domenica sera per la vittoria del candidato sindaco (Carlesi) alla sofferenza per l’addio del segretario del partito (Veltroni). Sentimenti opposti sull’asse Prato-Roma per Beatrice Magnolfi, ministro ombra del ’governo’ di Walter e sostenitrice della prima ora (insieme all’altra pasionaria Ambra Giorgi) di Massimo, il pratese (non D’Alema in questo caso). Con la stessa consapevolezza però: «Il Partito democratico si riappropri del territorio e dei suoi problemi».
Ora che le reazioni post primarie si sono un po’ sedimentate, che ne pensa di questo Pd pratese schiaffeggiato ai vertici dal voto del 15 febbraio?
«Una cosa è certa: il Pd torni ad occuparsi dei problemi della gente. La città lo chiede. Tutti dobbiamo essere concentrati per affrontare le questioni più scottanti, in particolare la crisi del tessile e della congiuntura economica».
La maggioranza dei votanti di domenica scorsa la pensa diversamente dai vertici del partito.
«Spendere ulteriori energie per beghe interne sarebbe, in questo momento, uno spreco. Gli errori non sono mancati e mi auguro che vi sia un ravvedimento operoso in chi li ha commessi».
Tutti uniti per Carlesi è stato detto dalla segreteria del partito. Dopo queste primarie dilanianti crede che sia così?
«Massimo Carlesi è un candidato di tutti e può far vincere il centrosinistra. Il Pdl non sa che pesci prendere e lo considera l’avversario più temibile. E ciò dimostra che chi lo ha appoggiato ha avuto ragione. Mi auguro, inoltre, che ci sia convergenza sull’assetto delle alleanze perché credo sia molto importante la coesione raggiunta dentro la coalizione, rafforzata dalla partecipazione alle primarie».
Il Pd si può guardare ancora intorno?
«Credo che la coalizione possa dialogare con l’Udc valorizzando ciò che ci unisce: ci sono posizioni e obiettivi a livello locale sui quali convergere».
All’indomani dei risultati delle primarie in pochi tra gli sconfitti hanno fatto autocritica compreso personaggi autorevoli. Anzi molti hanno minimizzato la portata del voto. Non le sembra?
«Si tratta di persone che hanno la capacità per comprendere dove si è sbagliato a cominciare dal presidente della Regione».
Il centrosinistra rischia di perdere le prossime amministrative se il Pd non torna ad essere punto primario di riferimento della città.
«Abbiamo il candidato giusto, lo ripeto, per dare carica, entusiasmo e partecipazione. Certo è che la partecipazione non può sostituire la politica, ma la politica senza partecipazione si inaridisce e si riduce alla preparazione e allo studio degli organigrammi».
C’è la sensazione che molti di coloro che hanno votato Carlesi non abbiano accettato la decapitazione da parte della segreteria regionale e pratese del Pd del sindaco Romagnoli e del presidente della Provincia Logli, nè tanto meno il metodo.
«Penso che in generale nel nostro partito ci sia la tendenza di bruciare tanti dirigenti ed esponenti di spicco vedi Prodi e Veltroni. E ’ un virus pericoloso: per un sedicesimo ho rivisto germi di questo virus anche a Prato. E penso, è vero, al ’taglio’ di Romagnoli e Logli».
Che giorni attendono il Pd?
«A livello nazionale ci sarà il congresso e così anche a Prato. Ora è il momento della coesione e dell’impegno».
Luigi Caroppo

mercoledì 18 febbraio 2009

I NUMERI E I SUPPORTER DI CARLESI


da la Nazione del 18/02/09
Ribaltone Carlesi: dove la base si è ribellata
Il malcontento diffuso per l’apparato in tante zone è esploso anche grazie ai supporter sul campo. Ecco i dati e i nomi

di ANNA BELTRAME
I NUMERI sono chiari. Massimo Carlesi ha sconfitto Paolo Abati in 15 sezioni su 30, ma lo ha fatto in cinque dei sette seggi più pesanti in termini di voti. Ha superato l’avversario di oltre 1500 consensi, su 11mila elettori. Ha stravinto, lui che era l’outsider, il «Davide» del popolo, contro il «Golia» dell’apparato.

E allora ecco cos’è successo nelle varie zone di Prato e, per quanto si possa capire e spiegare, perché. Il malcontento della base c’era dovunque, di fondo. Per una città con mille problemi e risposte che non sono state all’altezza, da parte del Comune e del partito. Per l’idea, comprensibile e generale, di una politica distante dalle difficoltà delle persone e comunque privilegiata. Per la gestione del caso Romagnoli, il pasticcio del sondaggio, l’ingiusta decapitazione anche di Massimo Logli, i tatticismi sulle candidature, la sensazione diffusa di un partito-apparato, chiuso in se stesso, lontano.

Carlesi è stato visto come l’uomo di una svolta possibile, fuori da quelle logiche, pronto ad ascoltare ed impegnarsi, con il suo lavoro in banca e non in una municipalizzata. Si è mosso molto bene Carlesi, con passione e tenacia, la stessa dei suoi fedelissimi che, soprattutto in alcune frazioni, hanno combattuto fino all’ultimo voto, intercettando lo scontento che c’era, dando speranza. Nella squadra di Abati non ci sono stati, salvo poche eccezioni, la stessa determinazione, lo stesso entusiasmo. E i dati del voto di domenica lo confermano.

NEL QUARTIERE nord, Abati ha vinto solo al seggio di via Corridoni, poco significativo come «aggregato» sociale, e a Chiesanuova, dove però doveva stravincere e non lo ha fatto (315 a 282). Nelle altre frazioni ha perso.

Nella rossa Figline per 67 a 126, anche grazie all’impegno di Mario Becchi e Pietro Lo Faro. Lo Faro è stato in prima linea anche a Galceti, così come Maria Grazia Tempesti a Santa Lucia e il risultato è stato 291 a 180. Netta e pesantissima la sconfitta di Abati a Coiano, sezione storica, dove il totale dei due seggi è stato di 423 a 264, con Mario Barbacci e Francesco Bartolomei protagonisti.

Nella circoscrizione Centro il parziale è per Abati: ha perduto solo in uno dei due seggi di via Tintori (224 a 346), negli altri i voti sono arrivati, chi si doveva impegnare per lui lo ha fatto. Ed è stato nettamente per il presidente del Consiag il quartiere Ovest, dove Carlesi ha invece avuto i risultati peggiori: Borgonuovo (121 a 243), San Paolo (143 a 210), Galciana (160 a 196), S. Ippolito (66 a 73), Viaccia (123 a 127) e soprattutto Maliseti (247 a 406). Per Abati hanno lavorato molto ad esempio Giovanni Mosca, Giuseppe Esposito, Antonio Napolitano, Adriano Benigni. Carlesi ha di fatto pareggiato a Narnali (94 a 95), grazie all’impegno di Alfio Pratesi, e ha vinto a Vergaio, 153 a 78, dove tra gli altri c’era per lui Cristina Sanzò.

LA SCONFITTA vera del presidente del Consiag è stata all’Est: ha perso dappertutto e male. La Pietà è stata il trionfo di Carlesi con 347 a 128, ad esempio con Beatrice Magnolfi, Tommaso Bigagli, Luca Saccenti, Carla Guerrini e Giuseppe Maddaluno. A Mezzana ha vinto 397 a 286, con Edo Rosadoni e Adriano Varocchi dello Spi-Cgil (serbatoio di voti cruciale); a La Querce 189 a 145, con Luigi Palombo e Francesco Carulli; in via Boni 233 a 178.

Ma la roccaforte carlesiana è la circoscrizione Sud, dove il candidato sindaco è nato e vive, e della quale è stato presidente fra il ’95 e il ’99. E lì ha stravinto. Clamoroso il dato della sua Grignano: nelle due sezioni 842 a 177. Hanno votato in tantissimi, quasi tutti per Carlesi, forse fra gli abatiani c’è chi recrimina per uno scarto così umiliante, magari si poteva fare di più, di certo pochi hanno fatto come Ambra Giorgi e Lucio La Manna. Poi c’è il 153 a 50 di Casale, dove Fulvio Bardi e Antonio Curcio erano in prima linea; il 124 a 82 di Tobbiana (Leonardo Balli e Maurizio Calussi), l’88 a 44 di Tavola (Gabriele Tomada e Gabriele Zampini), il 159 a 40 di Paperino (Virgilio Chiani, Alberto Scermino e Luca e Sabina Piccioni), il 169 a 82 di Cafaggio (Enrico Cecchi), il 59 a 42 di San Giorgio (Paolo Falcini), il 190 a 67 delle Fontanelle (Viviano Bernardini e Nicola Verde). Abati ha vinto solo a Iolo (114 a 109) e a San Giusto (103 a 83). Infine, nella circoscrizione Sud per Carlesi ci sono stati il consuocero Luigi Galasso e Andrea Capacci, che si sono fatti 1500 porta a porta, per farlo votare e vincere.

COMITATO ELETTORALE TRASVERSALE


da il Tirreno del 17/02/09

Appello all’unità, il difficile arriva ora
Dopo la vittoria-choc Carlesi riconferma mini giunta e partecipazione

Costituirà un comitato elettorale “trasversale” Ribadito l’impegno a rinnovare la politica

PRATO. Massimo Carlesi, candidato unico del Partito democratico nella corsa a sindaco di giugno, il giorno dopo. Un giorno diviso a metà tra chi è tanto contento e chi lo è molto poco. Così com’è diviso il partito anche come collocazione spaziale. Nella nuova sede in via Cairoli, trasformata la notte del voto nel comitato elettorale, una parte sta a destra e l’altra a sinistra. I pochi sostenitori di Paolo Abati presenti, una parte minima della direzione, sono tutti vicini e tutti da un lato; i supporter di Carlesi, un po’ più numerosi, altrettanto, ma dal lato opposto. Sembrano due squadre che si fronteggiamo. Manca solo il fischio dell’arbitro.
Tocca a Carlesi, prima uscita ufficiale nel nuovo ruolo, il discorso ecumenico, avviare la lunga, faticosa marcia di riavvicinamento. «Le primarie portano per forza di cose a una personalizzazione e a momenti di attrito - dice - Ora bisogna ritrovare l’unità, il modo di lavorare assieme per vincere la scommessa di giugno». La linea è semplice: «Unità e serenità, ma soprattutto tanta umiltà per capire e per proporre».

Il viottolo pieno di curve da percorrere per riagganciare quella parte del partito scontenta del risultato elettorale, passa anche attraverso la costituzione di un comitato elettorale «che abbia tante articolazioni - spiega il candidato - tante rappresentanze anche a livello del territorio». Insomma nessuna notte dei lunghi coltelli, ma una sorta di camera di compensazione dove aprire il confronto politico. Non è un Carlesi diverso da quello dei quaranta giorni della tesissima campagna elettorale per le primarie: ringrazia Paolo Abati e Alessio Nincheri per le parole dette e gli auguri fatti immediatamente dopo l’elezione, conferma che gli assessori saranno otto per contenere i costi della politica, che l’impegno sarà quello di mettersi di fianco le migliori forze, non importa di quale schieramento («sono talmente tante che sarebbe assurdo ne indicassi solo una»), di tenere ben dritta la barra sul rinnovamento: una delle parole d’ordine della campagna elettorale. «La gente ce lo chiede - afferma Carlesi - chiede un altro modo di vedere e fare la politica. E questo bisogna fare ascoltando la base anche con coordinamenti a livello di periferia». Partecipazione, dunque. «Ci sono state critiche all’operato del partito e critiche alla giunta sui mancati rapporti con la città, ma io credo che i tanti incontri che ho fatto in queste settimane siano serviti per riavviare un rapporto. Ed è questo percorso che deve continuare». Anche per recuperare, nell’immediato, quei mille elettori che sono mancati rispetto alle primarie per Veltroni. E’ un dato che Carlesi ha sottolineato, con preoccupazione.
Ma oggi è ancora un giorno di festa - quella per l’elezione, aperta a tutta la città, sarà questa sera alle 21,30 all’Hotel Datini - e il candidato sindaco chiude con una battuta: «Cos’ho detto a mia moglie la sera prima del voto? Che per i segnali molto buoni che avevamo questa volta forse si rischiava di vincere».


Io invito tutti coloro che in questa campagna per le primarie hanno ritrovato la forza e la volontà per impegnarsi per il bene comune, ad iscriversi al PARTITO DEMOCRATICO. Questo è il momento di dare forza e vigore a questo progetto .-

Francesco Bartolomei

lunedì 16 febbraio 2009

CARLESI CANDIDATO SINDACO CENTROSINISTRA


dal sito TOSCANA TV

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TSUNAMI CARLESI

da il Tirreno del 16/02/09
Carlesi stravince, è uno tsunami nel Pd


Alle urne in 12.000, l’outsider supera il favorito Abati di 1.500 voti

Lacrime e tripudio col sindaco Romagnoli Per la Provincia Gestri passa col 70% Polemiche fino all’ultimo sul voto degli immigrati PRATO.


E’ lo tsunami della politica. E’ il no gridato, improvviso, stordente, a una classe dirigente intera, a una maniera di pensare e praticare la cosa pubblica.

E’ il punto di non ritorno. Alle primarie del Pd ha vinto Massimo Carlesi, con il 55% pieno degli 11.718 votanti. Uno choc. Inaspettato. Paolo Abati ha raggiunto il 42,14 e il 2,7 l’ha conquistato Alessio Nincheri, il candidato della Sinistra.


Un tripudio per il futuro candidato sindaco del partito. Un arrivederci mesto per Abati e il suo comitato. Lì dentro c’erano tutti quelli che contavano. Ma la città si è ribellata, e ha cassato con la crocetta di ieri sulla scheda, gli ultimi mesi di politica pasticciata, a volte perfida, troppo spesso poco comprensibile. Ha votato un’altra storia.La festa. Comitato elettore di via Cairoli ore 23: la vittoria di Carlesi è già certa. C’è il ricambio: gli uomini dell’apparato tutti riuniti fuori e da dentro la sede neo inaugurata si allontanano silenzionamente, un po’ alla volta. Irrompono a scaglioni festosi i supporter di Carlesi che dal quartier generale di Prato City, per schiarirsi le idee, per fermare quel lieve giramento di testa che la vittoria dà, preferisce raggiungere a piedi la sede in centro storico. Dopo dieci minuti, forse nemmeno, tutte facce nuove.Applausi, grida: «Massimo, Massimo» che continuano quando entra il sindaco Marco Romagnoli: «Marco, Marco, Marco». Anche lui ha gli occhi lucidi. Anche lui ha un po’ vinto ieri sera. E’ una sorta di passaggio di testimone, un filo ideale che li unisce. Accanto a loro Beatrice Magnolfi, una scatenata Ambra Giorgi, l’assessore Andrea Mazzoni, l’ex Alfio Pratesi, l’assessore Fabio Giovagnoli. E’ un delirio di risate, di strette di mano, di abbracci.Politicamente corretti. Bravo Paolo Abati. Diserta il bar Maddalena che avrebbe dovuto, in caso di vittoria, ospitare la sua festa, e varca la porta del comitato elettorale, un po’ dopo le 22. «A volte si vince, a volte si perde» dice, sorride. Non c’è nulla di costruito nel suo atteggiamento.«Faccio gli auguri al vincitore - aggiunge - e un grande in bocca al lupo. Ora bisognerà lavorare molto per riunificare il partito e per arrivare uniti e saldi alla prova vera che sarà il 7 e l’8 giugno». Il vincitore e il vinto si stringono la mano. Poi si abbracciano la segretaria Benedetta Squittieri e Carlesi. Che fa il primo discorso da candidato unico alla corsa per le amministrative: «Abbiamo cominciato in pochi, poi siamo diventati tanti. Ora dobbiamo lavorare per rilanciare la città, tutti e dico tutti insieme, perchè è quello che Prato ci chiede. Ma ora un po’ di riposo».I numeri del terremoto. La tendenza della città si è vista subito, fin dai primi seggi scrutinati: Vergaio 71 per Abati, 153 per Carlesi. Poi il villaggio Gescal 159 Abati, 90 Carlesi; Fontanelle 67 Abati 190 Carlesi; Sant’Ippolito 73 Abati, 66 Carlesi e così via fino alla Pietà: 127 Abati 347 Carlesi; solidi feudi per Abati i due seggi del Soccorso dove vince, ma di misura strappa il primo posto anche a Maliseti (405 a 246), ma via Boni è di Carlesi (233 contro 178) Paperino è con lui (40 a 159) e poi c’è il tripudio di Grignano: 175 a 840. Anche nel seggio degli extracomunitari vince Carlesi è quello è il segnale che le strategie a volte non garantiscono: in via Tintori, Carlesi strappa 468 voti contro i 460 di Abati.L ’atomica stranieri. Ecco la causa dell’ultima polemica al vetriolo, quella che alla fine ha fatto scatenare lo staff di Carlesi che fino all’ultimo minuto disponibile ha chiamato a raccolta amici e simpatizzanti: i migranti.Gli uomini di Abati hanno fatto la campagna acquisti nelle comunità. Risultato: a Tobbiana una cinquantina di cinesi con in mano un biglietto con su scritto il nome del candidato in stampatello, in via Tintori e in via Milano i 150 musulmani pakistani dell’imam Moufeed, sostenitore di Abati, che dopo il voto hanno fatto una festina con brindisi e dolcetti nel negozio di parrucchiere lì accanto gestito, ovviamente, da un connazionale; alle Fontanelle gli albanesi: alcuni non residenti a Prato, se pur regolari, hanno cercato di votare, ma sono stati bloccati. D’altronde il regolamento se vale in un senso vale anche nell’altro. Poi qualche tunisino alla Chiesanuova che però si è imbrogliato, un po’ di rumeni e di polacchi qua e là. Insomma un pateracchio. Che però, alla fine, non ha pagato.In Provincia. Decisamente di minor pathos il risultato - ancora molto parziale - per la presidenza della Provincia per la quale hanno corso Lamberto Gestri, Pd e Michele Mezzacappa della Sinistra: al primo sarebbero andate il 70% delle preferenze, il 30 al secondo che ha fatto un buon exploit.«Ora c’è da rimboccarsi le maniche - dice un supporter di Carlesi - perchè da oggi, davvero, si possono riallacciare i fili di questa città».

Cri.Or.

GRAZIE MASSIMOOOOOOO

n.b. i dati potrebbero differire di qualche unità













STRABILIANTE SUCCESSO DI MASSIMO CARLESI ALLE PRIMARIE DI COALIZIONE


GRAZIE A TUTTI I PRATESI CHE LO HANNO SOSTENUTO

GRAZIE A TUTTI I VOLONTARI CHE HANNO LAVORATO IN QUESTI GIORNI

LA DESTRA NON AVRA' NESSUNA POSSIBILITA' DI VITTORIA CON UN CANDIDATO COME LUI


ANCORA
GRAZIE MASSIMO !!!!!

sabato 14 febbraio 2009

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LE PRIMARIE DEL PD IN TOSCANA


Articolo 4
(Contenimento dei costi e mezzi di propaganda consentiti)

1. Al fine di contenere i relativi costi non è in ogni caso ammessa, da parte dei candidati la pubblicazione a pagamento di messaggi pubblicitari o di propaganda elettorale su mezzi radiotelevisivi, testate giornalistiche o altri organi di stampa e informazione.

2. È ammessa l’affissione in luoghi pubblici esclusivamente di manifesti 70x100 o locandine, diretti a promuovere la candidatura o le iniziative di singoli purché negli spazi e con le modalità previste dalla normativa vigente.

3. La propaganda elettorale attraverso siti web o altri mezzi di comunicazione elettronica ovvero la stampa di materiale informativo è sempre consentita, nel rispetto della normativa generale applicabile.

4. A tutti i mezzi di propaganda di cui al presente regolamento si applicano in ogni caso i limiti previsti dalla normativa vigente in materia di propaganda elettorale per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nonché le disposizioni poste a tutela dei dati personali e della vita privata delle persone.

PRATO CITY - MASSIMO CARLESI

Quello di stasera , al Centro Direzionale Prato City di Via Valentini, era un Massimo Carlesi commosso che ha ringraziato tutti gli amici che hanno condiviso con lui la campagna elettorale per le elezioni primarie di Domani.

Il miglior modo per ringraziarlo del suo impegno è quello di invitare amici e parenti a recarsi al seggio e sostenerlo con il loro voto.

GRAZIE MASSIMO!!!

venerdì 13 febbraio 2009

IL COMUNE E LE PARTECIPATE


da il Tirreno del 13/02/09
«Comune ostaggio delle partecipate»

PRATO. Il sindaco Romagnoli ha commissionato un report all’ ufficio qualità per analizzare le municipalizzate ma, nonostante il rapporto sia stato consegnato il 31 dicembre 2007, non è mai stato presentato ai consiglieri comunali. Ad accorgersi del presunto insabbiamento è stato Massimo Taiti durante i lavori della 7º commissione creata per studiare lo stato delle partecipate. «Il presidente del Consiglio Comunale - spiega - non ha mai autorizzato la discussione, durante i lavori della commissione abbiamo scoperto l’esistenza di questo report e in modo del tutto autonomo siamo arrivati alle stesse conclusioni». Taiti, tramite una mozione sull’ argomento presentata nel consiglio comunale di ieri, in base ai risultati ottenuti, chiede che tutti i contratti vengano coordinati da un unico soggetto all’interno dell’amministrazione comunale, che venga fissato annualmente il budget e gli indirizzi delle prestazioni e che venga incaricato un solo referente a cui inviare tutti i reports. «In sostanza - continua il presidente della commissione - come era stato evidenziato anche dal report della dottoressa Frezza, il Comune è ostaggio delle municipalizzate, da controllore diventa controllato. Questi dati non sono mai stati resi pubblici, tuttavia mi sembrano la base su cui è stato fatto il sondaggio che ha portato Romagnoli a non ricandidarsi».
A rincarare la dose anche Vittorio Giugni dei radicali: «Sul fronte dei costi, inoltre, risulta che Consiagnet annualmente perde 700 mila euro, che tra agosto e ottobre 2008 sono stati modificati gli organigrammi delle più importanti consociate per evitare di applicare l’articolo 18 del decreto Tremonti che invece prevede concorsi pubblici per l’assegnazione di collaborazioni e incarichi interni». Alla fine di marzo verrà consegnato un nuovo report in cui sono analizzati i bilanci delle municipalizzate: «In un momento in cui si chiede maggiore trasparenza e minor sprechi alla politica - spiega Taiti - mi sembra che quanto è avvenuto sia molto preoccupante». Nella relazione finale della commissione 7 viene anche evidenziato che per quanto riguarda l’assetto societario dell’ Interporto e di Gida sarebbe auspicabile una maggiore apertura verso il privato, mentre per Sori è necessario rivedere le funzioni di riscossione e di gestione.
A.A.

giovedì 12 febbraio 2009

PRATO /PRIMARIE VOTA MASSIMO CARLESI - Lettera ai cittadini


La Costituzione della Repubblica Italiana
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Care concittadine e cari concittadini,
sono Massimo Carlesi.

Ho raccolto l’invito di molti di voi e con questa lettera, voglio rendervi partecipi della scelta di candidarmi alle Primarie del centrosinistra che si svolgeranno il 15 febbraio e dalle quali emergerà il candidato sindaco alle elezioni amministrative.
Sento con forza tanto la responsabilità che la fiducia che vengono in me riposte.

Prato ha bisogno di risposte concrete ai suoi problemi quotidiani e a quelli straordinari. Noi pratesi chiediamo sicurezza, condivisione e partecipazione. Vogliamo credere e sperare in un futuro migliore, che offra lavoro, dignità agli anziani e prospettive nuove ai nostri figli e ai giovani.
Prato deve riscoprirsi capace di innovarsi, di creare benessere per tutti noi. In una parola: deve reagire.

Sviluppo e cambiamento sono sempre state parte del nostro modo di essere, dei pratesi di vecchia data e di coloro che negli anni Sessanta e Settanta, provenienti da province e spesso regioni lontane, hanno portato il loro contributo alla crescita della loro nuova città. Sviluppo e cambiamento non devono spaventarci, perché sono l’identità profonda e la forza stessa di Prato.

Per continuare su questa strada, la nostra città ha oggi bisogno di una nuova cultura politica, economica e sociale.

Mi candido perché Prato chiede di essere governata!

La politica e l’economia non possono essere più condizionate da personalismi, privilegi e veti incrociati che producono inefficienza e ritardi nelle scelte. Per questo, voglio mettere a disposizione della città la mia esperienza personale, quella maturata da Presidente di Circoscrizione e da Assessore e quella, soprattutto, maturata nel mondo del lavoro.

Le esperienze che ho vissuto hanno rafforzato una mia convinzione di sempre. È fondamentale il rapporto diretto delle istituzioni con noi cittadini. Se la politica ha il compito di dare risposte concrete, non può farlo stando chiusa nei palazzi! Non può rivolgersi a noi soltanto nel ristretto periodo elettorale; l’ascolto deve essere costante, vivo e vitale per l’intera durata di un mandato amministrativo.

Nei partiti, le donne e gli uomini che scelgono l’impegno politico devono farlo con vocazione di servizio alla comunità.
Non come mestiere.

Ho citato la nostra Costituzione poiché è a questa, e ai valori che rappresenta, che vorrò ispirare la mia azione se sarò Sindaco.
Sono certo che la Costituzione sia la guida per le decisioni pubbliche e le scelte di tutte le componenti della società civile.
E penso che Prato sia “La Città” fondata sul lavoro.

Vi invito a votare il giorno delle primarie, perché siate voi stessi protagonisti delle scelte sul futuro di Prato. Vi chiedo di votare per me, per darmi la possibilità di pormi al servizio della città, garantendo l’impegno di tutto me stesso affinché nessuno di voi possa mai pentirsi della fiducia che mi avrà accordato.

Massimo Carlesi

Candidati a confronto su rifiuti e inceneritore


Dal sito TOSCANA TV le opinioni dei candidati su rifiuti e inceneritore

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mercoledì 11 febbraio 2009

PAOLO ABATI INTERVIENE SU EMAIL DIFFAMATORIA

da la Nazione del 11/02/09
Mail con accuse, Abati querela

Messaggio inviato a decine di indirizzi. Il candidato Pd: «Sciacallaggio politico»di LEONARDO BIAGIOTTI LE PRIME DUE E-MAIL sono arrivate in redazione lunedì notte, poi un’altra ieri mattina. Gli indirizzi dai quali sono state inviate sono tutti diversi ma il testo è sempre lo stesso e definisce Paolo Abati, candidato del Pd alle primarie per il Comune, «una persona di dubbia moralità», perché «in questi giorni, in città, gira insistentemente la voce che si sia auto-attribuito elevati compensi che sono in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente».

Parole che hanno rovesciato tonnellate di veleno sulla campagna elettorale di Abati e sulle primarie in generale, anche se tutti i candidati ieri hanno subito espresso la loro solidarietà al presidente del Consiag. E lui? Arrabbiatissimo, nel primo pomeriggio è passato al contrattacco ed ha convocato una conferenza stampa per difendersi dalle accuse lanciate da Cristian Gestri, questo il nome, probabilmente inventato, che figura in fondo alle e-mail incriminate. L’autore dice di appartenere all’associazione Quarta fase, ma non risulta fra gli aderenti, né fra gli iscritti al Pd.

«QUESTO È sciacallaggio politico, querelerò chiunque abbia scritto questa e-mail e chi la diffonderà», ha detto Abati parlando al bar Maddalena, proprio il locale da dove partì la sua campagna per le primarie. Poi ha ripetuto ancora: «Denuncerò tutti, tutti», accompagnando le parole con un volto segnato dalla rabbia e dalla delusione: «Non so come farò a sfogarmi...». Intanto è andato dall’avvocato Alberto Rocca per querelare l’autore della e-mail. Anche Quarta fase sta valutando le vie legali, se non altro per diffidare l’autore del testo dall’utilizzare ancora il nome dell’associazione, visto che il messaggio di posta elettronica è stato spedito a decine di indirizzi.«Non accetto e-mail che offendono la mia trasparenza e la mia persona — ha detto ancora Abati in conferenza stampa — Il mio compenso è stabilito dall’assemblea dei soci di Consiag e come tutti gli altri stipendi dell’azienda rispetta rigorosamente la legge.

So di essere onesto e di non aver mai preso nulla di più di quanto mi spetta, secondo la legge e in base ai risultati raggiunti. In ogni caso non mi vergogno di quanto guadagno. Accetto che il mio compenso si possa giudicare alto e che le mie scelte vengano criticate, ma la critica è una cosa, la diffamazione un’altra. Inoltre una valutazione va fatta sui risultati raggiunti e questa spetta prima di tutto ai soci dell’azienda. Sfido chiunque a dire che non ho lavorato per il bene di Consiag e dei Comuni che ne sono soci, che non ho raggiunto risultati importanti. Il mio nome è rispettato nel mondo delle multiutility». Sull’accusa di essersi autoattribuito «elevati compensi», Abati ha aggiunto che «chi lo ha scritto non conosce nemmeno la legge» e ha ricordato che il suo stipendio come presidente di Consiag, l’azienda nella quale potrebbe tornare alla scadenza dell’eventuale mandato amministrativo come sindaco, visto che ne è dipendente da anni, è sul sito del Comune come quello degli altri amministratori pubblici. E infatti c’è: 85.399,08 euro lordi (dato aggiornato al 22 gennaio scorso). In più ha aggiunto l’indennità come membro del cda di Publiacqua, altri 15mila euro circa.
«QUESTO attacco è strano, credo che sia un’orchestrazione politica per avvelenare il clima democratico delle primarie — ha chiuso ancora Abati — Mi aspettavo che qualcosa potesse succedere, ma non questo. Credo che questo attacco arrivi al di fuori dal Pd e dal Consiag. Lo spero. Chi ha fatto tutto questo si dovrebbe vergognare, è roba da delinquenti. Ma i responsabili si dovranno nascondere bene».

martedì 10 febbraio 2009

BEATRICE MAGNOLFI INTERVIENE SULLE PRIMARIE

da la Nazione del 10/02/09
Magnolfi in campo: «Carlesi, sindaco popolare»Milone? ‘Forse si poteva fare qualcosa per trattenerlo

ERA IN PRIMA fila anche sabato scorso quando Massimo Carlesi ha tracciato le linee del suo programma da aspirante sindaco. Beatrice Magnolfi, ex senatrice, esponente nazionale del Pd e «ministro» del governo ombra di Veltroni, è una delle sostenitrici più autorevoli dell’ex assessore, ma prima di tutto delle primarie «vero strumento democratico di partecipazione collettiva».Primarie Pd, ci siamo: domenica si sceglie. «Penso che la città sia di fronte ad una competizione leale, ispirata alla sobrietà. Si è colto meglio che in altre città lo spirito delle primarie che non devono essere scontro tra gruppi di potere, ma l’occasione per i cittadini di partecipare ai programmi e alla scelta dei candidati senza trovarseli calati dall’alto»In queste settimane si è recuperato il confronto che specialmente la base chiedeva all’indomani della defenestrazione di Romagnoli e Logli?«Sì, si è recuperato dialogo e confronto. L’unica stonatura in negativo è stato l’attacco pubblico di Giacomelli a Carlesi e Romagnoli. Mi è sembrato un accanimento contro quest’ultimo assolutamente fuori tempo. Romagnoli e Logli hanno fatto un passo indietro appena il partito glielo ha chiesto mettendo da parte tutti i luoghi comuni legati alla politica e alle poltrone. Non meritano altri attacchi: i toni padronali e le lezioni dal pulpito comunque non appartengono al Pd tanto meno al Pd pratese. Il Pd per definizione non ha padroni ed è fatto di gente libera.Ha appoggiato con forza Carlesi. «Carlesi è la persona giusta».Perché?«Sarà un sindaco popolare, vicino alla gente, appassionato a risolvere i problemi non solo a discuterli, da quelli dell’economia a quelli della vita quotidiana. E’ un amministratore concreto e coraggioso, l’ha dimostrato in settori difficili dell’amministrazione comunale come il personale e la mobilità. E poi interpreta la politica come servizio ed è stato lo sbocco della mobilitazione spontanea di tanta gente di mondi diversi che vuole una città migliore».Ma l’esperienza di Carlesi alla mobilità ha raccolto anche valanghe di critiche.«Ci dimentichiamo una delle maggiori innovazioni che ha portato avanti? Il servizio Lam prima non c’era ed è venuto incontro alle esigenze di trasporto di tanta gente».
E di Abati cosa pensa?«Sostengo Carlesi non contro qualcun altro. Sostengo anche Gestri per la Provincia: credo che farà buon lavoro. Abati penso sia un bravo amministratore che ha dimostrato anche lui capacità in un settore strategico. L’unico aspetto che gli nuoce è di essere frutto di un accordo di vertice».Prato è vittima di una valanga di problemi.«Quelli pratesi riflettono quelli del paese che vive: una crisi epocale. Qui da noi si sentono però doppiamente. E allora bisogna trovare soluzioni per chi perde il lavoro mentre il governo offre un pannicello caldo. Non diminuisce la tasse, fa crescere debito pubblico e mette in campo una social card di cui tanti pensionati sono rimasti vittime. Ilgoverno ombra del Pd presenterà misure anti crisi alternative tra le quali ho chiesto entri anche il tessile».
Che ne pensa di Milone?«La sua vicenda non è stata un esempio di buona politica. Forse si poteva fare qualcosa di più per trattenerlo nel Pd. La sua uscita è una conseguenza negativa della gestione della crisi politica pratese».
Prato è una città sicura?«La sicurezza è diritto di tutti cittadini e non è aumentata col governo Berlusconi. E’ una delle città che si è impegnata di più: penso all’armonia tra forze dell’ordine al tavolo della sicurezza e alle misure di presido della città. Certamente si può fare di più e meglio».
Questione cinese.«Penso che la nuova ammistrazione debba affrontarla in primo luogo sotto l’aspetto urbanistico. Abbiamo bisogno di recuperare il macrolotto zero in modo che si incoraggi l’integrazione e non il conflitto e l’illegalità.
E sulla valanga degli immigrati il Pd ha fatto alla fine un mea culpa.
«Credo che il numero di immigrati sia molto alto. Prato ha dimostrato un enorme grado di solidarietà e accoglienza come tradizione, ma oltre un certo numero i fenomeni negativi sono destinati a moltiplicarsi».

domenica 8 febbraio 2009

PUNTO POLITICO PRATESE DEI RADICALI

Dal blog " Liber@mente Prato Associazione Radicale
del 8/2/2008

A sei giorni dal voto per le primarie del PD non si trova nessuno che azzardi un qualche pronostico verosimile. Chi sostiene Paolo Abati, dopo qualche tortura, arriva a snocciolare qualche labile percentuale: vincerà Abati 55 a 40 (5 a Nincheri...). Ma, subito dopo, ti dice che molto dipende da variabili sconosciute: quale sarà il numero degli elettori; che tempo farà; quale altra azione esagerata farà Giacomelli da qui al 15 febbraio....I sostenitori di Massimo Carlesi sono assai più convinti della vittoria del loro candidato. E riferiscono di una grande partecipazione non solo e non tanto alle iniziative elettorali ma proprio alla campagna, porta porta, voto su voto, circolo su circolo, parrocchia su parrocchia, che stanno vedendo lievitare. Sicuramente è difficile formulare previsioni. L'unica che, forse, si può abbozzare è quella riferita alla quantità di cittadini che si recheranno, domenica prossima, alle urne dei democrats. Il 14 ottobre 2007, per segnare il trionfo di Walter Veltroni, si recarono alle urne 18.000 pratesi. Nelle ultime primarie svoltesi in Toscana il livello medio di partecipazione è salito di oltre il 30% rispetto all'ottobre 2007. Ebbene se questo incremento si verificasse anche domenica prossima a Prato, ovvero se si recassero ai seggi 24.000 cittadini, la vittoria di Paolo Abati dovrebbe essere certa. In caso contrario, ovvero se gli elettori si mantenessero intorno a 18/20.000 assisteremmo ad una lotta all'ultima scheda tra lui e Carlesi. Certo che il traguardo di 23/24.000 votanti sarebbe straordinario perchè vorrebbe dire che sarebbero andati a votare quasi la metà degli elettori del PD, IdV e della Sinistra Arcobaleno che, tutti insieme, ebbero il 14 aprile 2008 59.000 voti!! Comunque vada si può star certi che il dopo primarie sarà molto delicato da gestire per il PD, sia che vinca Carlesi, sia che vinca Abati. Se vince il presidente di Consiag, sarà inteso dagli elettori di Carlesi come conferma di intoccabilità della "casta" che lo ha appoggiato. E, per loro, sarà la conferma che anche la nuova amministrazione, ove Abati vincesse a giugno, non significherà quel cambiamento sul quale hanno scommesso credendo nell'impegno di Carlesi. Che, se risultasse vincitore, scatenerebbe ondate di panico fra tutti i grandi elettori di Abati, a cominciare da Antonello Giacomelli e dalla sua cerchia. Già in grave difficoltà a Firenze, dove, inopinatamente e ad insaputa del suo capocorrente nazionale Dario Franceschini, Giacomelli si è speso per la vittoria dell'antico dalemiano Michele Ventura.