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domenica 30 novembre 2008

Sulla candidatura di Massimo Carlesi


Stanno arrivando numerosissime dichiarazioni di stima nei confronti di Massimo Carlesi e della scelta di candidarsi a Sindaco di Prato. Si percepisce un aria nuova, fresca, i cittadini chiedono di mettersi a disposizione in prima persona per questo progetto, in sostanza riconoscono in Massimo il profilo ideale del Sindaco, fatto di serietà, capacità, vicinanza con la popolazione, una specchiata onestà, impegno sociale, ecc. Sono sicuro che i pratesi non si lasceranno scappare questa occasione.
Francesco Bartolomei

"Personalmente ho un solo cruccio: non essendo cittadino di Prato, mi è impossibile firmare quella candidatura e, soprattutto, votare quel candidato.
Ma come ex appassionato di politica (e anche da ex piccolo facitore di politica) sono assai lieto di questo ottimo sviluppo.
Carlesi è una persona seria che alla credibilità personale unisce requisiti di competenza.
Non è retorica,
ma da oggi c'è una luce a illuminare l'oscurità della notte pratese.
Spero che chi ha spento tutte le luci (anche con l'incredibile vicenda del sondaggio e con la vergognosa sua gestione) capisca che è arrivata l'ora.
L'ora di andare a quel paese.
Grazie della buona notizia."

"Mi dai una bella notizia,che mi fa estremamente piacere e che accetto (mi vedrà lavorare attivamente) con entusiasmo"

"Davvero bellissime parole, Vi auguro, mi auguro, auguro alla mia Prato, che riusciate a testimoniarle."

"Rivolgi a Massimo Carlesi un "in bocca al lupo" sincero e convinto: avendolo conosciuto di persona sono convinto che sia la soluzione migliore per la città di Prato. Spero proprio che vinca le primarie."

"Bellissima notizia! La città di Prato, ne sono stato sempre convinto, meritava e merita di più e Massimo è senz'altro l'uomo giusto! è arrivato il momento di rimmeterci al lavoro! In bocca al lupo a Massimo!"

"Benissimo!!! Facci sapere cosa occorre fare. Finalmentew una novità vera nel panorama grigio del partito.Un abbraccio di incoraggiamento a Massimo."

"Con le cautele del caso e con i dovuti scongiuri prendo questa notizia come una delle pochissime note positive che stanno caratterizzando la vita politica non solo pratese ma a livello nazionale."



sabato 29 novembre 2008

APPELLO PER LA CANDIDATURA DI MASSIMO CARLESI A SINDACO DI PRATO

Oggi ho dato la mia adesione con piacere a questo appello condiviso da alcuni cittadini per la candidatura di Massimo Carlesi a sindaco di PRATO.

Francesco Bartolomei



In questo periodo la nostra città attraversa una “crisi nella crisi”: crisi economica e crisi della rappresentatività politica. I fondamenti su cui Prato è cresciuta ( la capacità di fare, presto e bene..) sembrano essersi smarriti. La città si dibatte tra voglia di sicurezze e desiderio di innovazione. Rimane quindi la voglia di fare meglio di quanto si è fatto finora, ma sembra di essere di fronte a una carenza di coraggio progettuale non degna della nostra città.

La candidatura a Sindaco è una scelta importante, tanto più per la terza città del centro Italia. Se c’è fiducia nella Democrazia, ci deve essere anche la forza di porre le basi perché la Democrazia possa ben operare.

A Prato – crediamo – per candidare qualcuno alla carica di Sindaco si devono tenere presenti alcuni aspetti essenziali: la maggiore rappresentatività possibile delle “culture” che caratterizzano la città; la prossimità alle persone – oltre che alla politica – e la capacità di portare le esigenze delle prime nel linguaggio e negli obiettivi della seconda; il coraggio delle proprie azioni ( che poi significa: responsabilità), la consapevolezza che la politica è un servizio e non un destino ineluttabile. Sono necessarie persone, uomini e donne, insensibili ai veti incrociati ed ai timori che rischiano di paralizzare l’azione politica ed amministrativa.

Persone capaci di concorrere, nello spirito democratico del partito omonimo, consapevoli del fatto che nel caso di sconfitta non ci sarà alcun sciocco disonore, ma soltanto una stima più diffusa per aver saputo far crescere il livello del confronto.

Alcuni cittadini di Prato, saturi dell’”immobilismo frenetico” di questo periodo politico, hanno individuato una di queste persone in Massimo Carlesi.

Direttore di banca, ha maturato la sua esperienza politica come assessore ( sua l’idea della LAM che tanto successo ha ottenuto) e come Presidente di Circoscrizione, ed ha un forte ancoraggio nelle associazioni di volontariato. Ha conoscenze adeguate della società civile oltre che del mondo politico. Per la sua professione, è quotidianamente vicino alle famiglie e alle imprese. E’ stato capace di smarcarsi quando necessario ed ha integrato, nella sua storia politica, due culture “di popolo” della nostra città.

Sposato, con figli, è una persona che…”chi l’ha conosciuto non può che parlarne bene”.

Gli chiediamo di candidarsi alle primarie del Partito Democratico per la scelta del prossimo sindaco di Prato.

mercoledì 26 novembre 2008

La civetta del Nord Natale


E' uscito il giornalino trimestrale della Circoscrizione nord con l'allegato degli Eventi Natalizi



















Scarica la CIVETTA DEL NORD e l'allegato con gi EVENTI NATALIZI dal sito del Comune di Prato



La telenovela delle primarie continua.....


da il Tirreno del 26/11/08


Candidati Pd, la ‘quadra’ non si trova Assemblea rinviata, strategie per disinnescare la bomba-Panerati


I big lavorano per trovare l’accordo sul candidato unico ma è molto difficile


PRATO. Un altro rinvio, perchè la “quadra” non si trova. Si cerca l’accordo sul candidati unico Pd, ma è difficile. L’assembla provinciale che avrebbe dovuto riunirsi lunedì è stata spostata di qualche giorno. Forse a giovedì. All’ordine del giorno la questione primarie che per statuto è l’assemblea a dover votare, in particolare di che tipo: se di coalizione o di partito. Il tempo per esprimersi su quelle di coalizioni, per le quali gli eventuali candidati hanno l’obbligo di raccogliere il 35% delle firme dell’assemblea, è scaduto il 15 novembre scorso. A questo punto se, come appare possibile, la direzione avesse la volontà di ripescarle, dovrebbe modificare lo statuto regionale.Fatto possibile ma con il consenso (voto) dell’80 per cento dell’assemblea. Numeri importanti sui quali, probabilmente, la direzione del partito non è certa di poter contare. In alternativa l’assemblea dovrebbe votare le primarie di partito - i tempi ci sono - per i cui candidati occorre solo il 10% delle firme dell’assemblea. Perchè tanta cautela? Non è questione di lana caprina. Riuscendo a ripristinare anche se fuori tempo massimo, le primarie di coalizione, la segreteria Pd avrebbe la garanzia di un numero ristretto di possibili contendenti (solo due per il Comune e due per la Provincia) e per i quali sarebbero necessarie molte firme. Una maniera, forse, per tentare di disinnescare la bomba-Panerati che ha annunciato la settimana scorsa l’intenzione di scendere in campo per la poltrona di presidente della Provincia - non sta ancora raccogliendo le firme - scompaginando ulteriormente i già faticosi giochi sui nomi di Paolo Abati - quotazioni lievemente sù - e Andriano Beningi, fixing un po’ in ribasso. «Ma bisogna andare con calma» spiega Panerati. La questione è complessa e delicata. La cordata che lo sostiene (Cgil, Uil, Cna, ex socialisti, una quota del partito) chiede un accordo politico complessivo nel quale si ridefinisca il nuovo centro sinistra pratese «che deve apririsi alla allenza a sinistra che sta nascendo in questi giorni - dice Panerati - all’Italia dei Valori ma deve anche avviare una riflessione con l’Udc perchè per salvare Prato occorre un è patto nuovo, forte e grande». Ma non solo. La cordata-Panerati chiede che siano definiti subito i temi programmatici da discutere e che si apra una discussione sulla direzione politica del partito che deve essere di garanzia. Temi caldi, dunque, che non solo coivolgono il ruolo della segreteria ma anche gli equilibri in Comune e Provincia. Quindi che si fa, si corre a raccogliere le firme per andare alle primarie di partito in un confronto aperto e democratico? No, perchè i moduli ancora non sono stati messi in distribuzione. Impossibile raccogliere le firme, perchè la comissione per la primarie deve ancora dare il proprio ok. Per farlo si deve riunire - lo ha fatto lunedì sera - ma manca ancora qualcosina. Appuntamento rinviato, anche questo, a non si sa quando. C’è chi sospetta che anche dietro tempi così dilatati - - il 6 dicembre è la scadenza per depositare le firme dei candidati - ci sia una strategia. Quale? Quella della “melina”: far trascorrere il tempo per arrivare all’ultimo giorno senza i concorrenti in pista. Non è un segreto che la segreteria punti su un nome unico che nelle intenzioni dovrebbe mettere d’accordo l’intera classe dirigente pratese. E se si arrivasse alla scadenza del 6 senza nessun candidato ufficiale? E’ qui - sempre in base allo statuto - che l’interpretazione si fa oscura. Dopo quella data, secondo alcuni big del partito, la segreteria potrebbe presentarsi all’assemblea con un proprio nome da far votare. C’è da scommeterci, sarebbe Paolo Abati. C.O.


da La Nazione del 26/11/08


Il Pd cerca candidati unitari Abati per ora in vantaggio


Mille incontri più o meno segreti: i retroscena

GIORNATE intense di incontri, telefonate, riunioni più o meno segrete. Il Pd sta cercando un candidato sindaco unitario e, stando al «fixing» di ieri, le quotazioni di Paolo Abati, il giovane presidente del Consiag, sarebbero in ascesa: ha l’appoggio della maggioranza del gruppo dirigente, non è però gradito ad alcune componenti del partito (laburisti e buona parte della Cgil in primis), che sono grosso modo (ma non sempre) quelle che avrebbero voluto un Romagnoli bis. Nessuna decisione è stata ancora presa, però, enon è detto che tutte le caselle delle articolate trattative in corso vadano alla fine in porto. E’ una vicenda lunga e complessa, noiosa senz’altro per i non addetti ai lavori. INTANTO l’assemblea provinciale che doveva essere convocata lunedì sera si svolgerà probabilmente domani. All’ordine del giorno molti temi, a cominciare dalle alleanze. Se il candidato sarà davvero unico, è evidente che le primarie di partito non si faranno. Ci sarebbero allora quelle di coalizione, con esiti probabilmente scontati (il candidato del Pd contro Aurelio Donzella dell’Italia dei valori, giusto per fare un nome, è ovvio che non avrebbe problemi di vittoria). Sono però ancora da definire anche i contorni della coalizione. I dipietristi, appare ormai scontato, ci saranno; ci saranno probabilmente anche i socialisti, ma non è chiaro cosa accadrà a sinistra. L’idea del Pd è preparare una piattaforma di programma con quattro o cinque punti imprescindibili — su urbanistica, immigrati e rifiuti, ad esempio — e non è detto che su questi possa esserci la convergenza di Rifondazione, che però sta lavorando assieme agli ex colleghi dell’Arcobaleno (Verdi, Pdci e Sinistra Demoratica) a un progetto elettorale condiviso.C’E’ POI l’incognita Udc: molti, ma non tutti, nel Pd pensano che un dialogo andrebbe cercato, visti anche i responsi del sondaggio. E c’è la variabile Aldo Milone: l’assessore alla sicurezza ha dichiarato che al momento la sua associazione Prato libera & sicura non ha ambizioni elettorali, ma che ci sia l’intenzione di dar vita a una lista civica che faccia della legalità la sua bandiera è ormai il segreto di Pulcinella. Se ci sarà questa lista, non è chiaro se sarà in contrapposizione o meno al Pd. INSOMMA, aldilà degli incontri che si susseguono con intensità crescente, poche cose sono al momento certe. Ad esempio la scadenza del 6 dicembre, data entro la quale gli aspiranti candidati devono presentare le firme: il 10% dell’assemblea per le primarie di partito, il 35% per quelle di coalizione. Nessuno però finora ha iniziato a raccoglierle, anche perché i moduli per le sottoscrizioni non sono ancora disponibili (dicono saranno pronti da oggi). Nemmeno Daniele Panerati, il vice presidente della Provincia che è stato l’unico a farsi in qualche modo avanti (per la presidenza della Provincia), ha finora compiuto passi concreti. «Penso che la cosa migliore sia trovare soluzioni politiche condivise — ha detto ieri —, solo se questo non sarà possibile la strada delle primarie diventerà quella maestra. La mia candidatura? Sono disponibile, amici mi hanno sollecitato, ma non è un dogma».Così chi conta nel partito si incontra e si conta. Vorrebbero trovare la «soluzione condivisa» entro questa settimana, chissà se sarà possibile. Anna Beltrame

martedì 25 novembre 2008

Una proposta di sinistra per la citta'



Appello diffuso dalle segreterie di Rifondazione Comunista, Verdi, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica di Prato





Una proposta di Sinistra per la città



La destra ha vinto nella società prima ancora che nelle urne elettorali. Vince perché incarna il liberismo in crisi e dentro questa crisi vi è regressione sociale, culturale di convivenza e relazione tra le persone. Il cittadino, come soggetto sociale, sta diventando un sovrappiù non funzionale alla svolta autoritaria che si manifesta in ogni campo della vita materiale delle donne e degli uomini: nella scuola, nella cultura, nel campo della giustizia e del lavoro, della legalità e dell'ambiente.E' necessaria un'opposizione che abbia un progetto di società diversa e più giusta dove sia rispettata la dignità delle persone in ogni ambito. Nel nostro paese la forbice tra ricchi e poveri è aumentata: dal 2001 il potere di acquisto dei redditi da lavoro dipendente è diminuito del 20% .C'è bisogno di ricostruire, c'è bisogno di fare Sinistra. Di una sinistra che ridefinisca il linguaggio, i metodi di fare politica, che abbia l'ambizione e la prospettiva di un cambiamento della società che dia dignità a tutte le donne e gli uomini.Fare la sinistra sarà il nostro impegno principale.Proponiamo a tutte le donne e tutti gli uomini di Sinistra di intraprendere con noi questo cammino, anche a Prato. Un cammino per guardare al futuro, valorizzando le migliori culture e tradizioni della storia della sinistra e del movimento operaio italiano e dell'ambientalismo del secolo scorso. Un cammino per la sinistra.La prossima tornata elettorale vedrà il rinnovo di numerosi sindaci e presidenti di provincia in tanti territori d'Italia. Sarà un banco di prova politico enorme per le forze democratiche che si battono contro il governo delle destre. Occorre produrre ogni sforzo, ogni iniziativa possibile, per far si che il governo Berlusconi subisca una sconfitta e non consolidi il suo consenso nel paese. Le mobilitazioni e le vertenze, a tutti i livelli, sui principali temi economici e sociali di questi giorni, a partire dalla difesa della scuola pubblica e della sua laicità, sono una semina determinante per far crescere i germogli di una nuova forte opposizione che si candidi a cacciare la destra dal governo del paese. Per farlo occorre un di più d'unità e la fuoriuscita dalle logiche di autosufficienza che hanno caratterizzato il dibattito delle forze politiche fino ad oggi.La crisi economica va combattuta anche attraverso l'iniziativa degli enti locali. E' necessario che siano potenziate le politiche per la casa, attraverso il rilancio dell'edilizia popolare e cooperativa, ma anche attraverso la costituzione di fondi di garanzia per coloro che hanno subito maggiormente la crisi dei mutui; per il sostegno alle donne che lavorano, sia come nuovo motore della sviluppo sia come ineludibile passaggio per la piena emancipazione femminile;per l'ambiente e la sostenibilità ecologica, dalla lotta all'inquinamento, alla salvaguardia del territorio, passando attraverso una gestione razionale del problema rifiuti e il mantenimento della natura pubblica dei beni primari, quale l'acqua; per la mobilità pubblica, attraverso il potenziamento della rete, il miglioramento del servizio e l'integrazione tariffaria.Da ultimo, ma non per importanza, è necessario introdurre pratiche politiche, socialmente e democraticamente inclusive, che permettano di ripristinare quell'equilibrio tra immigrazione e coesione sociale che troppo spesso ultimamente si è perso anche nella nostra aerea, inseguendo politiche securitarie che non hanno prodotto i risultati attesi e che hanno invece aggravato le situazioni di disagio per l'intera comunità.Proponiamo alle forze politiche, sociali, giovanili, di movimento ed alle singole personalità di Prato, di iniziare un cammino unitario della Sinistra in vista ed oltre le prossime elezioni amministrative.Proponiamo:• la costruzione di un programma unitario che guardi alla Prato del futuro, a partire dal lavoro, dalla riqualificazione urbanistica, dalla laicità e dalle libertà individuali, dalla pace e dall'accoglienza;• una giornata di mobilitazione unitaria cittadina a sostegno delle proposte programmatiche che raccolga consensi, opinioni ed osservazioni in modo partecipato e condiviso;• la costruzione di un coordinamento aperto ed unitario a livello provinciale per gestire e costruire le relazioni politiche e sociali nel futuro;• la costruzione di un coordinamento delle rappresentanze istituzionali, a partire dai gruppi consiliari in comune e provincia, dei soggetti interessati alla costruzione della Sinistra;• la collocazione e la presentazione unitaria alle prossime elezioni amministrative di tutte le forze che si riconoscono nel campo vasto della Sinistra pratese;• un progetto che vada oltre le elezioni amministrative perché la Sinistra può e deve esistere oltre le tornate elettorali.Avanziamo una proposta per la Sinistra del futuro, per Prato. A voi, organizzazioni, associazioni, movimenti, uomini e donne di Sinistra,, vi proponiamo di aderire a questo appello e di cominciare questo cammino insieme, a partire dall'assemblea che lanciamo con questo manifesto politico.





Prime adesioni





Walter Marini, Antonelli Laura, Bonelli Tiziano, Castellani Fulvio, Consorti Natale, Bacchessi Mauro, Carboncini Piero, Carletti Carlo Alberto, De Bartolis Giuseppe,Catani Daniela, Cauteruccio Massimo, Faralli Oreste, Fondi Giovanni, Giagnoni Perla,Marini Federico, Orsoli Fernanda, Alessandro Mazzeo, Alessio Nincheri, Andrea Abati,Andrea Monni, Augusto Buzzegoli, Carlo Bonechi, Carmine Buro, Celso BargelliniNadia Baronti, Daniela Bagattini, Daniele Dadas, Elisabetta Giuliani, Alessio Mazzeo,Fabiano Falconi, Fabrizio Gorell,, Fausto Bagattini, Filippo Magni, Francesco Berti,Francesco Nencini, Francesco Paoletti, Giada Ceri, Gianpiero Lacovara, Gisella Curti,Laura Bandelloni, Leonardo Becheri, Leonardo Pecori, Lia Vanni, Luciana Ceri,Luigi Rivieri, Luisella Paoli, Maffei Ilaria, Mamadou Doumbia, Marco Armellini, Marco vesigna, Maria Rosaria Indino, Marian Blanaru, Mauro Franceschini, Michele Agostinelli,Michele Mezzacappa, Michele Trinci, Nicoletta de Angelis, Nunzio Martino, Wang Haiyou,Paolo Balestri, Piero Pulidori, Riccardo Cammelli, Riccardo Turchi, Sauro Berti,Sene Amath, Stany Smiglia, Paolo Tozzi, Stefano Tatu, Tania Macchi, Tommaso RindiXie Lian Zhen

domenica 23 novembre 2008

DANIELE PANERATI si candida alla Provincia












Daniele Panerati ha formalizzato a mezzo stampa la sua candidatura a Presidente della Provincia.

Dal mio punto di vista riconosco linearità di comportamento in questa scelta in quanto :

  • Non ha condiviso sin dall’inizio la scelta di decapitare Romagnoli e Logli, pensando di avere operato in modo positivo in Provincia ;
  • Il sondaggio era incentrato sulla città di Prato ed ha solo fiorato la Provincia nelle domande, peraltro in modo scorretto poiché somministrato solo ai residenti di Prato e non tutti i comuni ;
  • Una parte consistente del sindacato e della società civile gli ha chiesto formalmente di candidarsi ;
  • Se riuscirà ad raccogliere le firme a sostegno chiederà pubblicamente agli elettori con le primarie un consenso al proprio progetto politico.

Queste mie considerazioni non sono assolutamente un’avallo al progetto di Panerati ma sostengo con chiarezza che questo è un metodo corretto di porsi e non condivido chi asserisce che ciò sia un errore , chi sostiene la validità delle decisioni prese fino ad oggi ha il dovere di presentarsi e contrapporre il proprio progetto a quello di Panerati in modo chiaro e leale.

Gli elettori del PD, che sono molto più maturi di quello che si pensi, con il loro voto decideranno.

Francesco Bartolomei


sabato 22 novembre 2008

SERGIO PUGGELLI sulla situazione politica pratese

Sergio Puggelli scrive:

Invito ai politici affinché il PD non nasca con le vecchie logiche di spartizione poltrone

Aprendo tutte le mattine il giornale per apprendere i nuovi scenari politici, non c’è un giorno che qualcuno scrive le sue impressioni sui quotidiani e dal loro linguaggio anche il più sprovveduto riesce ha capire il messaggio, il più delle volte contorto, senza una logica.

Nel mio piccolo, ho avvertito, l’esigenza di scrivere due righe per invitare le forze che compongono il nuovo partito democratico a una maggior coesione cercando una soluzione accettata dai cittadini, che adesso non sono ne schierati ne tesserati per alcun partito,necessita ascoltarli, riflettere e rispondere alle loro domande e non rincorrersi attraverso la stampa, con probabili cordate di organismi schierati, essi non sono tutti i cittadini, ma una piccola parte di addetti ai lavori,questo perché la disaffezione alla politica sta raggiungendo livelli di guardia altissimi, e solo le PRIMARIE , serie e aperte, e non con schieramenti che servono solo per il vecchio manuale Cencelli e posizionamenti, sono utili per coinvolgere gli elettori e riportarli ad interessarsi di politica, ma credo che ciò sia pura utopia, l’orchestra cambia nome ma i suonatori sono gli stessi con la stessa mentalità e miopia, cioè mantenere i privilegi che per anni sono stati accordati senza mai discuterli.

Proprio in questi giorni si può leggere come alcuni esponenti chiedono più visibilità di quella che non hanno, e questo credo che sia un primo passo per ottenere poltrone e strapuntini, mi auguro che i nuovi dirigenti del PD non cadano per l’ennesima volta in questa trappola il che significa ciò che ho sempre pensato, cambia tutto per non cambiare nulla e chi è abituato a chiedere non cesserà mai di farlo, anzi con l’arroganza, e una sorta di ricatto,ottengono sempre i posti migliori

Credo che sia d’estrema importanza sedersi ad un tavolo e trovare la soluzione affinché nessun elettore si senta emarginato, deve essere rispettata la dignità delle persone anche se non la pensano come “il capo” poiché esse creano lungimiranza e creatività non coloro che fanno come il cane che va dove vuole il padrone essi sono solo opportunisti che hanno creato la grande disillusione alla politica,fino ad oggi è funzionato cosi ed io ne posso scrivere un elenco che evidenzia la casta cittadina.

Citare o scomodare poeti italiani o stranieri, è diventata una consuetudine per molti uomini che vogliono far sentire la loro voce attraverso la stampa, poiché credono, che evocando le parole scritte con saggezza, e trasparenza filosofica da altri, possono identificarsi in un non meglio status socio-culturale al quale neppure loro credono.

La gente ha capito da dove può arrivare”l’alluvione, ”l’uragano” socio-politico che spazza via tutte le idee, le promesse fatte, le illusioni, le certezze o come scriveva un poeta indiano dell’800, distrugge tutto ciò che incontra con la forza e la voracità di chi vuol guidare il popolo con la sola certezza personale o di pochi consiglieri.

La massima, secondo il mio pensiero, è che quando gli abitanti del villaggio chiamano per ricostruirlo, bisogna esserci tutti, nessuno escluso per ridare la fiducia e attendibilità a chi deve guidarci nella nuova avventura.

Poiché sono gli uomini che hanno procurato i danni con la sua incapacità di ascoltare, comprendere, aiutare chi chiedeva aiuto, necessita che uomini miopi che volutamente, non hanno ascoltato le voci degli abitanti del villaggio facendo calcoli sbagliati e producendo profonde voragini debbono farsi da parte e lasciare a nuove linfe più credibili e capaci per una costruzione solida e duratura nel tempo.Se coloro che guideranno il partito democratico riescono ad interpretare il giusto senso del mio segnale allora si può dire di non temere nessun’alluvione.

Dr. Sergio Puggelli

venerdì 21 novembre 2008

DANIELE PANERATI possibile candidato alla Provincia



da Toscana TV del 20/11/2008
Potrebbe essere Daniele Panerati il candidato alla presidenza della Provincia di Prato per il Partito democratico.

Non e' il solito gioco del totonomi, ma una notizia fondata confermata dallo stesso interessato che si e' preso 48 ore di tempo per decidere se accogliere o meno la proposta che gli ha fatto il PD poche ore fa e che sembra orientato verso il si.
Panerati, attuale vicepresidente della giunta provinciale, potrebbe quindi prendere il posto di Massimo Logli alla guida della Provincia se le urne lo premieranno e se ancora prima superera' lo scoglio delle primarie, ammesso che vengano fatte.
C'e' tempo fino al 6 dicembre per raccogliere le firme di sottoscrizione della propria candidatura a sindaco o a presidente della Provincia, ma al momento non risultano iniziative in tal senso.
E a proposito di sindaco, qui siamo ancora al campo delle ipotesi: all'interno di una vecchia logica di spartizione partitica se la Provincia tocchera' ad un ex DS come Panerati, significa che il Comune andra' a un ex Margherita e qui l'unico nome forte e' quello dell'onorevole Antonello Giacomelli, membro dell'esecutivo nazionale del PD. A quel punto i presidenti di Consiag e di Asm, Paolo Abati e Adriano Benigni, entrambi ex DS, resterebbero al loro posto. La quasi candidatura di Panerati, arriva a poche ore di distanza dalla presentazione del sondaggio ad un'Assemblea provinciale blindata per evitare fughe di notizie che comunque ci sono state: la perdita di consensi del PD sarebbe da imputare alla questione cinese che secondo gli intervistati e' stata malgovernata. Da qui la decisone del partito di chiedere a Romagnoli e a Logli di non ripresentarsi e l'apertura di una crisi che appare sempre piu' nera perche' la base non ha gradito l'esser stata tagliata fuori dalle decisioni e dalla possibilita' di conoscere il sondaggio.

giovedì 20 novembre 2008

RIUNIONE ASSEMBLEA PD PRATESE SUL SONDAGGIO

Pur facendo parte dell'assemblea provinciale, a causa di un impegno personale preso da tempo, non ho potuto partecipare alla riunione di ieri nella quale veniva esposto il sondaggio IPSOS.

Continuo a non approvare la scelta del segretario regionale Manciulli di perseverare sulla "segretezza" di dati che ormai sono di dominio pubblico e, pur non avendo condiviso le scelte del gruppo dirigente in merito alle non ricandidature, il PD adesso deve chiudere questa pagina e aprirne una nuova, fatta di programmi e persone serie e credibili da presentare alla città e sottoporre al giudizio dei cittadini con le primarie.

Francesco Bartolomei


da il Tirreno del 20/11/08
Riunione superblindata sul sondaggio Pd
Fuori dalla porta anche il portavoce del sindaco che scrive una lettera aperta

Gabellini (a titolo personale): «Il Pd non è un’associazione di cospiratori»

PRATO. Riunione superblindata dell’assemblea provinciale Pd - circa 200 persone - al circolo di Galciana per informare sul sondaggio Ipsos servito a decapitare sindaco e presidente della Provincia. Organi di stampa tenuti lontani. I dati risultati determinati per la non ricandidatura del sindaco Romagnoli e del presidente Logli sono stati esposti a beneficio di pochi eletti. Questa volta è toccato anche al portavoce del sindaco, Brunello Gabellini, bloccato da uno dei giovani e inesperti funzionari del partito.

Molto sconcerto tra i presenti in sala. Un dato fra tutti: su un’ottantina di domande solo due riguardavano la Provincia. Sono i cinesi il primo problema di Prato e il Pd perde in percentuale molto di più rispetto ad altre realtà simili. Ma si è aperta anche la questione “segretezza” con una lettera aperta di Gabellini. «Ero convinto - scrive - che anche senza essere membro dell’assemblea vi potessi prendere parte e conoscere, finalmente, il famoso sondaggio». Niente da fare. «La motivazione di tanta rigidezza - prosegue - è stata la seguente: “Il segretario regionale non vuole rendere pubblico il sondaggio”. Orbene se la riunione è stata così concepita, nessun “esterno”, qualunque sia la sua posizione, può accampare alcunché. E’ giusto (e non difetto di autocritica, secondo lo stile imparato nel Pci). Potrei sollevare la questione che, pur trattandosi di un fatto di partito, il portavoce del sindaco, per giunta iscritto al Pd, forse, per il mestiere che fa, sarebbe legittimato a sapere qualcosa del sondaggio, su cui si sono state fondate scelte politicamente non lievi. Ma bando ai privilegi. Qualcosa però sconcerta, la motivazione di tanta riservatezza. Ma non era stato proprio il segretario regionale Manciulli nell’assemblea provinciale, convocata immediatamente dopo il 15 ottobre, a dichiarare dalla tribuna: “Di fronte ad un simile sondaggio ho imparato che bisogna prenderlo in considerazione”? Appunto, e di grazia: se il sondaggio è stato così importante, perché i militanti del Pd non devono esserne edotti? Penso, nonostante tutto, che il Pd sia un partito democratico e non un’associazione di cospiratori fondata sulla segretezza. Qualcuno lo dica a Manciulli e alla segreteria provinciale. Un partito democratico, per sua stessa natura, deve rendere pubblico il suo dibattito, e deve rendere (sempre) conto ai suoi iscritti e ai suoi elettori e, aggiungo, alla città. Per questo formulo due domande: gli iscritti del Pd hanno diritto di conoscere la base su cui si è scelto di rendere Romagnoli e Logli due “anatre zoppe”? E in quale momento e sede ciò avverrà? Se invece vogliono continuare così, facciano pure. Ma è un dramma politico per chi ancora crede nel Pd o ha deciso di accordare la fiducia a un progetto nuovo, che, però qualcuno vuole, evidentemente, far abortire, senza peraltro accollarsi la responsabilità di cimentarsi con la propria base e i propri simpatizzanti».


da La nazione del 20/11/08
IL SONDAGGIO è stato realizzato da Ipsos su incarico della federazione regionale del Pd, con mille interviste telefoniche compiute fra il 27 e il 30 settembre scorsi. Gli interpellati sono stati scelti in modo casuale su un universo di 155mila elettori, tutti residenti in città, e ne sono rappresentativi per sesso, età e titolo di studio. Il sondaggio è stato realizzato con metodo CATI e l’ausilio di computer. Il margine di errore contemplato è compreso fra lo 0.6 e il 3.1%. Le donne intervistate sono leggermente più degli uomini; circa due quinti degli interpellati ha un diploma o una laurea.


Pd in picchiata di consensi per il problema cinesi
IMMIGRAZIONE e soprattutto cinesi: sono problemi che i pratesi sentono in modo sempre più pesante. Pensano che dal Pd non siano arrivate le risposte necessarie, per questo il partito subisce una clamorosa emorragia di consensi. In estrema sintesi il sondaggio Ipsos dei misteri racconta questo: ieri sera è stato finalmente presentato all’assemblea provinciale riunita a Galciana, a porte rigorosamente chiuse, tanto che pure l’assessore Fabio Giovagnoli e il portavoce del sindaco Brunello Gabellini sono stati mandati via dalla riunione.

NON SI CAPISCONO i motivi di tutta questa segretezza, visto che per capire che i cinesi sono vissuti come un grosso problema in città non serve pagare la Ipsos, ma basta chiedere al primo pratese che passa per strada. Il segretario regionale Manciulli, che ha pagato il sondaggio, non la pensa così e quindi porte chiuse, nessun dato da pubblicare, perché senza il via libera del partito sarebbero multe salate, anche per i giornali. Comunque, come trapelato all’indomani della mancata ricandidatura di Romagnoli e Logli, il sondaggio dice molto chiaramente che i pratesi sono sfiduciati e chiedono cambiamenti. Ieri a Galciana è emerso solo un fatto nuovo: solo due domande su più di 80 riguardavano la Provincia e gli stessi ricercatori di Ipsos hanno spiegato che il sondaggio era mirato essenzialmente sul Comune. Intanto, però, anche Logli ha scelto di non ricandidarsi (o ha dovuto scegliere).

IL CLIMA a Galciana era complessivamente di sconcerto. Da una parte perché i dati presentati sono davvero pesanti per il Pd e dovrebbero far riflettere molto sulla crisi del partito rispetto al «feeling» con la città. Dall’altra perché anche per i 200 dell’assemblea quei numeri sono rimasti segreti fino a ieri e di fatto per tutti gli altri lo restano ancora: i militanti non se lo spiegano, il motivo. Non c’è stato dibattito, non era previsto: «Ne discuteremo in altre riunioni», ha detto la segretaria Benedetta Squittieri. I dati sono stati illustrati tramite slides proiettate al buio e a nessuno è stata fornita copia cartacea del sondaggio. I presenti hanno potuto fare solo qualche domanda di tipo tecnico ai sondaggisti. Basta.

MA CE ne sarebbero di spunti di riflessione, eccome. Ad esempio, dall’indagine emerge che l’atteggiamento di «chiusura» rispetto agli immigrati è più alto fra chi va regolarmente a messa rispetto a chi non ci va per niente. Emerge poi che i consensi già in picchiata del Pd potrebbero ulteriormente diminuire da qui a giugno senza un’attenzione diversa ai problemi della città, soprattutto fra gli interpellati con un maggior grado di istruzione. Emerge anche che un analogo sondaggio compiuto a Reggio Emilia (governata dal centrosinistra e con parecchi immigrati pure lei) ha mostrato una tenuta del Pd e che Prato è la città toscana in cui, stando ai sondaggi, il partito perde nettamente di più. Ha di che riflettere il Pd. Soprattutto ha di che cambiare, se non vuole che i numeri vaticinati dal sondaggio diventino fra pochi mesi la realtà delle urne.
Anna Beltrame

martedì 18 novembre 2008

BEATRICE MAGNOLFI vs BRUNETTA


Dal sito Help Consumatori

"Che fine ha fatto l'Innovazione ?"

Nella generale atmosfera di ritorno al passato che sta caratterizzando tutte le proposte del governo, gli obiettivi di Innovazione e Modernizzazione, con cui Berlusconi ha occupato la scena politica con successo per diversi anni, sembrano del tutto tramontati.

Le voci stesse sono uscite dall'agenda politica, oltre che dalla programmazione economica del governo e perfino dall'alfabeto della maggioranza.
Eppure, qualcuno ricorderà lo slogan delle "3 I" (Internet, Inglese, Impresa): sembrano passati anni luce.

In pochi mesi sono stati depotenziati, o addirittura bloccati, alcuni importanti strumenti di innovazione.

  • Il caso più eclatante riguarda il programma Industria 2015, a cui Tremonti ha attinto per finanziare il disastro di Alitalia, sottraendo 220 milioni di euro allo sviluppo tecnologico del Made in Italy. Vale a dire dalle piccole imprese, su cui si sono spesi fiumi di retorica elettorale.
  • Anche l'Agenzia per l'Innovazione di Milano viene svuotata di contenuti perché la valutazione dei progetti è tornata di fatto ai ministeri.
  • I fondi FAS, che il CIPE aveva destinato all'innovazione nelle aree disagiate e nelle regioni del sud, sono diventati il portafoglio a cui si attinge per tutti i disavanzi e le emergenze, anche sulla scorta della campagna di denigrazione delle amministrazioni meridionali (come dire: tanto non li sanno spendere).

L'Innovazione nella pubblica amministrazione non è più all'ordine del giorno. Al ministro Brunetta interessano solo i fannulloni e gli assenteisti.Ma il problema della P.A. non è solo quanto si lavora, è anche come si lavora.Il motivo dell'inefficienza non sta sempre nella cattiva volontà dei singoli, ma nella pessima organizzazione dei processi burocratici. E' qui che si annidano l'opacità, la deresponsabilizzazione, la lentezza e gli sprechi.Al contrario, la digitalizzazione della P.A. è garanzia di trasparenza, consente di evitare le code, rende misurabili i flussi di lavoro, offre ai cittadini lo strumento per valutare i servizi. Ma su questi temi il governo non batte un colpo, vengono smantellati gli strumenti esistenti e non si intravede alcun progetto alternativo.In particolare:

Giacciono nell'oblio le due infrastrutture che sostenevano il disegno dell'e-Government dei governi precedenti:

  1. la Carta d'Identità elettronica, che il governo Prodi aveva sbloccato dopo anni di ritardi e di sprechi, sembra definitivamente sparita dai programmi del ministero degli Interni.
  2. il Sistema Pubblico di Connettività, la grande infrastruttura digitale che dovrebbe unire la rete della P.A. centrale alle reti regionali e consentire l'interscambio dei dati in velocità e sicurezza, ha visto azzerati i finanziamenti per il prossimo triennio.

Sono state di fatto dismesse le due sedi di coordinamento e di concertazione che dovevano accompagnare il disegno della P.A. digitale:

  1. la Conferenza permanente per l'innovazione della P.A. centrale, che gestiva il Sistema di e-government con tutti i responsabili dei ministeri
  2. la Conferenza permanente per l'innovazione nelle regioni e negli enti locali, che indirizzava l'azione di e-government dei territori.

Due tavoli di lavoro importantissimi, che non costavano nulla e servivano ad evitare la frammentazione delle iniziative e i relativi sprechi. La digitalizzazione della P.A. è una materia che non serve ad andare sui giornali, ma ci accorgeremo dei danni quando non si riusciranno ad ottenere i risparmi previsti nella spesa pubblica o quando si frenerà il difficile processo di riforma reale dei processi amministrativi. Per fare solo un esempio, chi sta seguendo il timing per l'adozione della posta elettronica certificata in tutti i ministeri, dove ogni anno si sprecano 150 milioni di euro di francobolli?Era una misura prevista dalla Finanziaria 2008 e dal Piano annuale di Semplificazione.
Forse è più facile annunciare il "taglia-carta", che, senza l'indicazione degli strumenti e delle sanzioni, è destinato a rimanere solo l'ennesimo spot.

E ancora: chi si occupa della transizione dei contratti telefonici al VoIP, che farebbe risparmiare almeno il 30% delle spese di telefonia? Chi costringe gli uffici, i provveditorati, i tribunali ad usare il protocollo elettronico e l'archiviazione digitale (eliminando uffici protocollo e archivi cartacei costosissimi)? Chi si occupa della "cooperazione applicativa", ovvero di far circolare i dati da un'amministrazione all'altra invece di costringere le persone a fare il giro delle sette chiese?
Non è materia facile, ma guai a considerarla una questione meramente tecnica: si tratta di far saltare pigrizie, incrostazioni e rendite di posizione.

Berlusconi in televisione aveva annunciato un ministro e invece non c'è neppure un sottosegretario.Del resto, anche la struttura tecnica, il CNIPA, non versa in buone condizioni e nulla si sa sulle intenzioni del governo a questo riguardo: l'unica cosa certa è che, per effetto dei recenti tagli, non ha neppure le risorse per pagare gli stipendi ai dipendenti.

Per quanto riguarda le regioni e gli enti locali, sembrano oramai insabbiati i due bandi Riuso ed ALI, che avevano destinato 75 milioni di euro per facilitare il riutilizzo di progetti già finanziati e per aiutare i piccoli comuni a investire sull'innovazione. Eppure le commissioni di valutazione hanno concluso da tempo il loro lavoro.Contemporaneamente, è stato soppresso il programma Elisa, che investiva 30 milioni di euro nei prossimi due anni nei progetti degli enti locali.
Non ha senso annunciare le Reti Amiche, come fa il ministro Brunetta, e tagliare i fondi per i comuni: cosa ci va a fare il cittadino dal tabaccaio, se quest'ultimo non è collegato in rete con la banca dati dell'anagrafe, dei vigili urbani, della Pubblica istruzione, ecc....?

Inoltre Brunetta dovrebbe sapere che, senza la completa digitalizzazione del processo documentale, sarà difficile misurare i risultati nella pubblica amministrazione e far trionfare il merito, quello dei singoli e quello delle strutture. Dunque, per dirla nel suo linguaggio, largo ai fannulloni.
E Calderoli certo sa che non basta cancellare qualche migliaio di leggi sull'allevamento dei bachi da seta o sulla bonifica dell'Agro pontino per semplificare davvero la vita alle persone, evitare le file agli sportelli e liberare le imprese dal carico burocratico.

Per questo mi auguro che vogliano metterci mano al più presto e riprendere la strada dell'innovazione.A meno che non pensino di contribuire all' "operazione nostalgia": sarebbe bello, insieme al maestro unico, veder tornare l'impiegato con la penna, il calamaio e le mezze maniche.

Di Beatrice Magnolfi, Ministro per la semplificazione del Governo ombra

lunedì 17 novembre 2008

ANCORA MALUMORI NEL PD PRATESE


Da La Nazione del 17/11/08


«Vogliamo primarie vere E più partecipazione»


Al circolo Tintori tra la base Pd: monta la protesta . NON È UN MAL di pancia passeggero: la base del partito democratico accusa una malessere che sta diventando sempre più diffuso e radicato. Soffre della mancata partecipazione alla condivisione delle scelte che devono arrivare sì dal vertice, ma «devono essere quantomeno conosciute e dibattute con la nostra gente» ha detto in via Tintori una pensionata, tessera del Pci nel cassettone vicino alle gioie di una vita, e quella del Pd appena appena firmata.

Vuole contare lei come gli altri «compagni e amici» ma «non scriva di più perché adesso non siamo stati proprio considerati dalla segreteria giovane, giovane del nostro partito» continua la battagliera signora del centro storico poco prima che alle 22 di giovedì inizi la riunione del circolo Tintori, uno delle roccaforti del dibattito e delle idee.

E anche delle critiche perché «noi qui del centro siamo spiriti liberi, senza interessi e poltrone da difendere e quando c’è da dire le cose le diciamo chiare, forti e volentieri perché vogliamo bene al nostro partito anche se è ridotto malino, come dice il famoso sondaggio» continua la ’compagna’ pensionata. Lei ha preso posto nella sala del circolo con anticipo perché non voleva perdersi nemmeno una parola del dibattito. Piano piano il circolo si è riempito di piediessini «con tanta voglia di parlare e discutere perché sembra che il nostro partito invece che di confrontarsi ci voglia tagliare la lingua» ha detto un ’compagno’ di ritorno. Con il popolo Pd del centro anche Beatrice Magnolfi ministro ombra del governo Veltroni, Bruno Ferranti della direzione Pd pratese, Luciano Bartolotti consigliere comunale Pd, Enrico Giardi, assessore, l’avvocato Tomada fresco di tessera democratica, Fabio Caregnato consigliere comunale Pd e tanti altri militanti tra cui quelli che sgobbano alla festa dell’Unità o che hanno fatto le campagne elettorali porta a porta e ora «nonostante tutto» dice una quarantenne compagna d’amor dalemiano, «stiamo facendo tesseramento». Sul banco degli «imputati», in rappresentanza della segreteria, Emiliano Citarella, responsabile dell’organizzazione del Pd pratese. Non sono mancati momenti particolarmente ’caldi’ con una raffica di interventi critici ben oltre la mezzanotte. In tutto in platea una sessantina di persone arrabbiate per le scelte finora fatte («decapitazione» di Romagnoli e Logli), del mezzo adottato per far fuori sindaco e presidente della Provinia (sondaggio «di cui non si conoscono ancora i contenuti» è stato sottolineato in più interventi) e del metodo («scelte senza dibattito, conosciute dalla base a cose fatte»). Ma l’aspetto che maggiormente è stato messo in evidenza dai «compagni del Tintori» è la mancata partecipazione dell’assemblea alla «impopolare decisione assunta dalla segreteria di non ricandidare Romagnoli e Logli». La base Pd del centro storico ha ribadito a più voci «la volontà di continuare nel lavoro fatto da questa amministrazione» arrivando «all’individuazione dei nuovi candidati con primarie di partito». «Non dateci quelle di coalizione con i giochi già fatti perché lo scollamento aumenterebbe ulteriormente» sono stati i commenti fuori dalla sede del circolo a dibattito finito. «Le primarie di partito devono essere libere e aperte a tutti: un’occasione per discutere dei problemi e dello sviluppo della città partendo dai programmi».


Citarella è finito più volte «all’angolo» incalzato dai colpi dei compagni. Ha tentato di spiegare anche con tanti «sì, ma», ha passato spesso la palla delle scelte a livello regionale, ma ha ricevuto solo mugugni: «Non è che spostando la responsabilità si risolvono i problemi» gli hanno rinfacciato al Tintori.

domenica 16 novembre 2008

Primarie vere Primarie sempre




Ricevo, dal gruppo
primarie vere primarie sempre, del quale faccio parte e pubblico:

Care democratiche, cari democratici,

oggi possiamo festeggiare un piccolo traguardo: la campagna "Primarie vere, primarie sempre" ha superato le 3000 adesioni! Considerando che si tratta di un movimento partito completamente dal basso, e tutto basato sul lavoro volontario, non è una cosa da poco.

Possiamo essere soddisfatti anche perchè l'allarme su un nuovo "porcellum europeo" sembra rientrato. Evidentemente Berlusconi inizia a sentire un po' la pressione dell'opinione pubblica, dalla quale non riscuote più i consensi quasi unanimi di poche settimane fa. Se rimangono le preferenze, dobbiamo comunque chiedere al Partito Democratico dei meccanismi trasparenti per accedere alle liste: ad esempio, per rimanere nello stesso spirito delle primarie, con una raccolta di firme. Senza favoritismi per nessuno.

Tornando dall'Europa alle vicende tutte italiane, in evidenza questa settimana due città.

La prima è Bologna, dove, dopo il noto ritiro di Cofferati, si terranno delle importanti primarie. Bene! Però non ci può far piacere che il regolamento sia stato approvato definitivamente solo tre giorni prima della scadenza per la raccolta delle firme per le candidature: quando arriveremo ad avere regole certe, chiare e trasparenti? Questo quadro di incertezza non aiuta certo la partecipazione, e mette in difficoltà in particolar modo i candidati meno legati agli apparati, ma proprio per questo più in grado di portare nuove idee e avvicinare al PD anche elettori di frontiera.

Candidati come, in questo caso, il professor Gianfranco Pasquino. Che ora si trova a dover raccogliere le 386 firme di tesserati PD necessarie alla candidatura in pochi giorni - trovate una presentazione della sua candidatura a questo link. Pur non parteggiando per nessuno, noi non ci possiamo che augurare che la raccolta delle firme vada a buon fine, per avere primarie le più aperte possibili. Anche perchè il professore ha assicurato che, se parteciperà alle primarie e risulterà perdente, sosterrà lealmente il vincitore: un esempio di come questo strumento può recuperare una personalità notoriamente critica sull'attuale corso del PD alla causa del partito.

La seconda città in evidenza è Roma. In questo caso non si parla di vere primarie, ma di elezione diretta del segretario cittadino: un tema strettamente legato, e che pur non facendo parte direttamente della nostra campagna - che si rivolge alle candidature per le cariche pubbliche - ci trova comunque molto interessati. Per questo, visto che purtroppo sembra necessaria una protesta, per ottenere questo elementare segno di democrazia, invitiamo i romani che leggono questo messaggio ad aderire a questa campagna: http://www.facebook.com/group.php?gid=35616338406. Nella speranza che, un giorno, quello di scegliere i propri dirigenti diventi un diritto acquisito degli elettori del PD.

In attesa delle prossime novità, auguri democratici a tutti!

Il gruppo di Primarie vere, primarie sempre.
www.primariesempre.org

giovedì 13 novembre 2008

IL BOIA DI FIGLINE - Prima nazionale al teatro "La Baracca"

Sabato prossimo, 15 novembre, in occasione del debutto nazionale del dramma di Maila Ermini, Vita restante di carnefice - Vita immaginaria e reale di Karl Laqua, 'il boia di Figline', sarà presente il giudice Marco De Paolis, artefice del processo che ha portato alla storica sentenza di 10 ergastoli per altrettante ex SS responsabili della strage di S.Anna di Stazzema, e pubblica accusa nel processo per l'eccidio di Marzabotto.
Puntualizziamo che il dramma è sì una ricostruzione fantastica, ma contiene al suo interno elementi documentaristici inediti, propri della cifra stilistica dell'autrice.

Teatro La Baracca


Sabato 15 e domenica 16 novembre 2008

TEATRO LA BARACCA

VITA RESTANTE DI CARNEFICE

Vita immaginaria e reale di Karl Laqua, 'il boia di Figline' scritto e interpretato da Maila ErminiPrima nazionale Del ‘boia di Figline’ di Prato sappiamo poco, la data e il luogo di nascita, che era un maggiore della Wehrmacht; la sua esistenza ‘scompare’ dopo l’eccidio. Noi abbiamo provato a ricostruirla, insieme ai fatti di cui è stato il macabro protagonista, per cui è vissuto impunito. Il dramma sulla vita di Karl Laqua ripercorre i fatti di Figline, e si inventa la vita del carnefice proprio sulla base di quella vicenda, che l’autrice ha studiato sui fascicoli processuali - grazie alla disponibilità del Giudice De Paolis -, sulle testimonianze e gli scritti. E, in parte, andando a ripescare una storia di chi, con quei tedeschi ultimi e terribili occupanti di Prato, venne casualmente a vivere. La vita di Laqua diventa, in questo dramma, simbolo di tutti i carnefici che hanno continuato, dopo le stragi, a convivere con il passato, cercando di negarlo, rimuoverlo, o ancor più spesso, di difenderlo e custodirlo.

Spazio teatrale La Baracca Via Virginia Frosini 8 - Casale - Prato .

Telefono e fax 0574-812363; 0574-662930; 3332713136.

Venerdì 14 Novembre "Acqua pubblica riprendiamoci il futuro"


Un'iniziativa interessante organizzata dal FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
presso la sala Ater della Circoscrizione Prato Nord.


mercoledì 12 novembre 2008

Riccardo Innocenti : "Io elettore PD molto deluso"






Da "La Nazione" del 12/11/2008


L'analisi del sig.Innocenti rappresenta il sentimento di molti pratesi in questo periodo


Fiaccolata a Prato contro la Legge Gelmini




Partecipate numerosi Venerdì sera a questa fiaccolata in difesa della scuola

martedì 11 novembre 2008

IL SONDAGGIO C'E' MA NON SI VEDE


L'analisi di Paolo Toccafondi mi sembra corretta, io, mi annovero fra quelli che hanno mal digerito l'eliminazione dei due amministratori da loro votati senza che questa decisione sia stata spiegata più di tanto, e pretendo chiarezza, specialmente da Manciulli & Co.


Da " Il Tirreno" del 11.11.2008


Il sondaggio misterioso agita la corsa alle candidature del Pd PRATO.


Uno spettro si aggira per la città. Non è il capitalismo di marxiana memoria, ma più banalmente un sondaggio. “Il” sondaggio, quello che è costato la testa al sindaco Marco Romagnoli e al presidente della Provincia Massimo Logli.

I vertici dell’amministrazione pratese fatti fuori in un sol colpo sulla base dei risultati di una rilevazione, appunto, che a distanza di tre settimane dalla decisione choc è ancora avvolta nel mistero, se si escludono i pochi numeri fatti trapelare nei giorni caldi della mancata riconferma.

Non è ancora chiaro nemmeno chi l’abbia commissionato alla Ipsos, se la segreteria regionale del Pd o quella pratese o tutte e due insieme. Si sa soltanto che sono stati interpellati mille pratesi con interviste fatte nei primi giorni di ottobre. Stop. Tanto mistero non poteva che alimentare le polemiche tra gli elettori e i dirigenti del Pd, fino al fiorire delle ipotesi più estreme. Le lettere arrivate al giornale, i commenti raccolti in questi giorni tra circoli, assemblee e conferenze raccontano di un’amarezza diffusa tra iscritti e simpatizzanti del Pd che hanno mal digerito l’eliminazione dei due amministratori da loro votati, senza che questa decisione venisse spiegata più di tanto.

Le accuse di verticismo si sprecano, la delusione è palpabile. I più cinici si spingono fino a ipotizzare un sondaggio “truccato” giusto per raggiungere l’obiettivo. Esagerazioni a parte, resta l’amarezza di chi si sente sottrarre gli strumenti di giudizio.Subito dopo il siluramento di Romagnoli e Logli, il segretario regionale del Pd annunciò che i risultati del sondaggio sarebbero stati illustrati di lì a poco con l’aiuto dell’Ipsos. Poi qualcosa è cambiato.


Ora Manciulli ha spiegato la sua perplessità sulla pubblicazione con l’esistenza di una parte del sondaggio fatta di informazioni che non si vogliono “regalare” al centro destra. Staremo a vedere.Intanto la corsa alla candidatura è sempre ferma al testa a testa tra Paolo Abati e Adriano Benigni e ai dubbi sulle primarie. Le firme si potranno raccogliere a partire da sabato e fino al 6 dicembre. Ma c’è chi non le vuole. E su chi le vuole pesano un bel po’ di nodi da sciogliere: dovranno essere primarie di partito (allora basterà raccogliere il 10% dell’assemblea, una ventina di firme e il lotto dei partecipanti potrebbe allargarsi); o primarie di coalizione (in questo caso la soglia salirebbe al 35%, il che significa una inevitabile lotta a due)? Ma poi di quale coalizione, visto che le alleanze sono ancora tutte da decidere? (p.t.)

domenica 9 novembre 2008

Vite parallele di esseri perdenti



Alberto Acquaro scrive:

Firenze, 6 novembre 2008

Alle volte risulta utile cogliere comportamenti simili, al fine di poter prevedere gli eventi. Ad esempio, la cronaca recente propone un caso del genere, che coinvolge Clemente Mastella e Silvio Berlusconi.
Rammentiamo tutti la storia ultima di Mastella, che ci aveva abituati a pronti e disinvolti cambiamenti di alleanze politiche, miranti sempre ad occupare posizioni di potere, dimostrando una totale assenza di ideali politici, di rispetto dei cittadini italiani e, soprattutto, di rispetto di se stesso.
L’ultimo disinvolto salto era stato pensato al secondo anno del governo Prodi, contribuendo alla sua caduta e preventivando, sondaggi alla mano, di passare allo schieramento avversario e conservare un suo personale potere nel governo seguente. Il buon Clemente è votato all’astuzia, cattivo surrogato dell’intelligenza, che, al contrario, gli avrebbe suggerito di porre un limite ragionevole a questi suoi comportamenti e di non cadere nel risibile, cosa per lui impossibile.
Il risultato, assolutamente inatteso dal nostro, fu quello di provocare tale disprezzo generale, da disgustare anche gli stomachi più abituati ai comportamenti scorretti.

Per il povero Clemente la cuccagna era finita.

Ciò che è accaduto a Mastella, in campo nazionale, sta per accadere, in campo internazionale, ad un altro essere votato all’astuzia, a Berlusconi, che sembra avere tutte le caratteristiche del collega.

Dopo una lunga attività “politica”, condotta fidando nella dabbenaggine di una grande massa di “cittadini” italiani, egli non ha capito che occorreva porre qualche limite ai suoi comportamenti astuti. Dopo la veramente poco intelligente idea del decreto legge sulla scuola e dei relativi tagli, il Silvio ha impietosamente mostrato tutti i suoi limiti in occasione delle elezioni presidenziali USA.
Il 12 ottobre scorso, alla Casa Bianca, in occasione del Columbus Day, il nostro dichiara: "La storia dirà che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti". Il 3 novembre, preso atto degli ultimi sondaggi, gli stretti collaboratori di Berlusconi dichiarano concordi, in TV, di parteggiare per Barack Obama, facendo intendere che tale era la posizione del Pdl e suscitando la manifesta ilarità dei presenti. Un minimo di intelligenza avrebbe suggerito di evitare quelle dichiarazioni, non richieste e offensive nei confronti di chi ascolta, evidentemente trattato da deficiente.
A Berlusconi toccherà, a breve, un destino analogo a quello toccato a Mastella. Il giudizio corrente, di inadeguatezza”, riservato all’estero al capo del governo italiano si muterà in quello di risibilità.

Per il povero Silvio la cuccagna sta per finire.



sabato 8 novembre 2008

Tutte le regole per le PRIMARIE PD A PRATO























1- Statuto PD Regione Toscana

2- Regolamento quadro nazionale

3-
Regolamento quadro regionale della Toscana approvato dall'assemblea il 6.9.2008

4- Codice di autoregolamentazione regionale approvato il 20.10.2008

BERSANI ALLA CONFERENZA PROGRAMMATICA


"Speriamo che l'appello sulla politica delle spartizioni venga ascoltato, ho qualche dubbio....."
Francesco

da il Tirreno del 08/11/08
Un Pd vicino al mondo del lavoro

Bersani piace alla platea di amministratori e dirigenti democratici

E nel documento programmatico si indica la posizione del partito su distretto e immigrazione. Sì alla metro Prato-Firenze

PRATO. Platea piena, occupati anche i palchi. Pierluigi Bersani, ospite d’onore della prima giornata della Confereenza programmatica del Pd al Metastasio, ha fatto il tutto esaurito. Con applausi a scena aperta, perchè ha parlato di politica. Quella con la P maiuscola.

E ha seppellito forse definitivamente quella pratica, così frequente in questi anni, che è la politica delle spartizioni, delle poltrone che nulla a che vedere e a che fare con il bene comune.

Partendo dal “locale”: «Una dimensione che deve diventare sistema e i cui attori devono misurarsi sui problemi». Bersani l’ha detto alla fine, a conclusione di un intervento lungo e articolato. «Abbiamo mesi complicati di fronte - riferendosi ai prossimi appuntamenti elettorali - Un partito popolare deve farsi trovare lì dove i problemi ci sono. Prima si arriva, poi si vede cosa si deve fare. Ma dobbiamo stare a fianco dei lavoratori, degli imprenditori, dei territori. Guai - ha concluso - a dare l’impressione di vivere in un altro mondo». E’ questo il contenuto che Bersani (giudizio netto e di molti: «è il pezzo meglio che abbiamo ora») ha voluto dare alla platea di amministratori, politici, imprenditori, che tra pochi mesi scenderanno in campo per affrontare una campagna elettorale difficilissima.
Un po’ meno vivace il documento di 43 pagine che è alla base della conferenza: pagine “vincolanti”. Ovvero - come si legge in ultima pagina - «chi si candida si impegna a riferire il suo programma alle proposte contenute in questo documento». Vediamo quali sono. Spaziano dall’economia - riferimenti frequenti alla piattaforma con la quale Barack Obama ha vinto le elezioni negli Stati Uniti - con «il lavoro al centro della crescita» e un solenne no «a uno sviluppo di carta»; attenzioni all’università, all’industria passando attraverso l’agricoltura, infrastruttre, l’ambiente e la cultura. Non sono molti i passaggi che riguardano direttamente Prato. Si parte dai distretti per i quali «non esistono politiche industriali generiche che possano effettivamente essere efficaci». «Occorre - si legge - personalizzare le politiche industriali spostandosi dalle logiche dei bandi a logiche più funzionali a singole realtà». In particolare «per i distretti occorre una politica industriale che sia non solo orientata a risolvere le esigenze dei distretti, ma che sia fondata sulle esigenze di ogni distretto: Prato non è Santa Croce».

Sul fronte delle infrastrutture il documento afferma la necessità di «creare nelle aree vaste sistemi di mobilità efficaci per i cittadini e le merci a iniziare dall’area vasta fiorentina e dalle possibilità di realizzare una metropolitana di superficie tra Firenze-Prato e Pistoia». Questo tipo di collegamento è definito «uno dei fattori determinanti per lo sviluppo sostenibile della comunità metropolitana». A Prato se ne parla ormai da anni.
Nella sezione dedicata al territorio e all’ambiente si fa un accenno alla realizzazione dei termovalorizzatori. «Con la nuova legge regionale - recita il documento - sono stati ridefiniti ambiti, compiti e tempi di realizzazione degli impianti. Il completamento del sistema dei termovalorizzatori deve procedere senza esitazioni se non vogliamo correre seri rischi di emergenza rifiuti che la Toscana non deve trovarsi ad affrontare. E’ questa una delle priorità di governo rispetto alle quali non ci possono essere deviazioni o rinvii». Speriamo sia la volta buona.
Infine il problema immigrazione, tra i tanti, quello che a Prato “brucia” maggiormente. Come affrontare la questione? Secondo il documento attraverso «un patto che impegni tutti. Lavorare a questo patto - si legge - significa garantire il quadro di riferimento certo per tutti al quale riferirsi sia per il sistema delle regole sia per l’apporto di ognuno alla comunità».