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giovedì 5 novembre 2009

PROPOSTE DEL PD PRATESE PER USCIRE DALLA CRISI

Dal sito "Notizie di Prato"

Interventi strutturali per le imprese e sostegni alle famiglie su reddito, microcredito e affitti. Il Partito Democratico ha presentato nel consiglio comunale di oggi pomeriggio la propria piattaforma economica per fare fronte alla situazione di crisi del distretto pratese. “La nostra città sta vivendo un periodo drammatico ed il settore tessile la fase più critica della sua storia” ha detto il capogruppo del Partito Democratico Massimo Carlesi, al quale è toccato il compito di illustrare nel dettaglio gli interventi “Occorrono misure strutturali per le imprese, ovvero un piano di reindustrializzazione e di diversificazione” ha spiegato il consigliere democrat. In concreto sul fronte sviluppo Carlesi ha domandato “una programmazione di investimenti per le nuove tecnologie, soprattutto nelle energie alternative”. Su questo fronte, secondo l’esponente Pd “Prato potrebbe essere una realtà pilota a livello nazionale ed europeo grazie ai milioni di metri quadri di capannoni, molti dei quali coperti da amianto”. In questa direzione è arrivata anche “la proposta zero per il rilanciare il manifatturiero pratese” del consigliere del Pd Nicola Oliva. In concreto si tratterrebbe della creazione di una “zona franca” con “agevolazioni alle imprese che si insediano a Prato a scopi produttivi, incentivando soltanto produzioni di alto valore”. Proposta che avrebbe il pregio di non chiedere “nemmeno un euro al governo”. corollario del capitolo imprese Carlesi ha ipotizzato “un accordo fra ABI ed associazioni di categoria per consentire lo spstamento dei debiti finanziari” oltre a misure di tutela come “gli ammortizzatori sociali in particolar modo per i terzisti”. Sulle sofferenze del tessile ed occupazionali il Pd ha mostrato i numeri della crisi. Dal 2002 al 2007 le aziende tessili artigiane sono passate da 1125 a 834, mentre quelle industriali da 1734 a 1079. In flessione il saldo fra licenziamenti ed assunzioni sempre nel segmento tessile: nel 2007 si sono persi 596 posti di lavoro, nel 2008 1129 e nel solo primo semestre 2009 addirittura 1300. Dati che nella loro crudezza evidenziano lo stato della crisi, ancora più preoccupante alla luce delle statistiche sui lavoratori posti in mobilità per classe d’età. Secondo i dati del centro per l’impiego il 12,60% dei pratesi in cerca di nuova occupazione hanno fra 26 e 32 anni, addirittura il 43,60% fra 33 e 45 anni ed il 31,95% fra 46 e 56 anni. Insomma, tanti sono quei disoccupati a Prato che per fascia d’età ed anche per qualifica professionale difficilmente troveranno nei prossimi mesi una nuova fonte di reddito. Su questo Carlesi ha chiesto alla giunta Cenni di “predisporre percorsi di formazione che coinvolgano i tanti espulsi dal processo produttivo e che hanno ancora diversi anni di lavoro davanti”, prima di raggiungere la tanto agognata pensione.
A queste misure si aggiungono quelle che il Partito Democratico ha prospettato per “l’emergenza familiare: interventi a sostegno del reddito, tenendo conto che per molti finirà la cassa integrazione” ha detto Carlesi ed inoltre “garanzie da parte del Comune per il microcredito e sul sistema degli affitti”. Per realizzare questo per Carlesi “occorre concordare l’azione con provincia, regione e governo, risorse straordinarie ed un’agenzia di sviluppo a Prato”. “Ma” ha constatato “in questi mesi l’amministrazione non ha strutturato percorsi o interventi con atti ufficiali che abbiano visto impegnato il proprio bilancio”. Non solo, a detta di Carlesi “è mancato soprattutto il coinvolgimento del consiglio comunale”. Ad ulteriore pungolo è giunto l’invito a Cenni, da parte della consigliera piddina Cristina Sanzò di “pensare ad una strategia d’uscita dalla crisi, mantenendo alta la propensione agli investimenti su più fronti” fra i quali ha ricordato “la piattaforma logistica Guasticce Gonfienti, il progetto ex Banci” assieme a misure infrastrutturali come “la terza corsia autostradale il potenziamento della linea ferroviaria Firenze-Prato-Bologna ed il completamento della seconda tangenziale”. In caso contrario il rischio “è che conservando l’esistente il declino di Prato diventi cronico”.

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