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lunedì 2 marzo 2009

PUNTO POLITICO DELL'ASSOCOAZIONE RADICALE

Dal blog Liber@mentePrato

L'uscita di scena di Aldo Milone quale possibile competitore di Massimo Carlesi non pare aver lasciato grandi rimpianti in città. Anche i media che avevano amplificato le "gesta" dello sceriffo sarnese paiono aver già abbandonato al suo destino solitario la lista "Prato Libera e Sicura". Che, come pare probabile, vedrà anche, nei prossimi giorni, l'uscita dall'alleanza di "Giovani pratesi" e del Nuovo Psi. Sfumato il "colpo" di trovarsi ad appoggiare il candidato sindaco dell'intera opposizione non si vede come questi amici possano continuare a posizionarsi sulle esili proposte e sulle fragilissime spalle politiche dell'ex assessore. Resta aperta, naturalmente, l'ormai affannosa ricerca di un buon candidato da opporre allo schieramento del centrosinistra. Che si scioglierà solo dopo che il PdL fiorentino avrà scelto il proprio campione contro Matteo Renzi. Non crediamo sufficientemente fondate le voci che vorrebbero, oggi, in pole position quale avversario di Massimo Carlesi, il nostro amico Goffredo Borchi. Che è persona autorevole, di grande esperienza politica, proveniente anche lui dallo stesso ambiente del volontariato cattolico come l'uomo di Grignano, e per questo ben introdotto nelle stanze di Piazza del Duomo, sicuramente uomo del dialogo in città, alieno da forti passioni ideologiche. Ma che, a nostro avviso, presenta caratteristiche tali da non farlo ritenere la persona sulla quale si fermerà il pendolo dell'opposizione. Borchi impersona, da molti anni, la figura del secondo arrivato ovvero del perdente di successo. Capace, unico, fino ad ora, di portare al ballottaggio il presidente della provincia Mannocci al suo secondo tentativo, per poi perdere di brutto nel confronto testa a testa. Borchi è anche il politico che, sulla rampa di lancio per la candidatura a sindaco di Poggio a Caiano, si trovò scalzato da un carneade di cui sfugge, adesso, anche il cognome. Borchi non appare, in buona sostanza, personaggio da suscitare l'entusiasmo necessario nè all'interno del suo partito, dove occupa da sempre una posizione di minoranza, nè tra gli alleati. Come potrebbe d'altra parte giustificarsi una sua candidatura a sindaco di Prato quando non è riuscito ad imporsi neppure come candidato a sindaco di Poggio a Caiano? Troppo evidente sarebbe la debolezza che, anche all'esterno, assumerebbe una sua indicazione. Così come l'intera competizione elettorale verrebbe inevitabilmente a degradarsi e ad impoverirsi pericolosamente in una confrontation tra tre candidati (Carlesi, Borchi e Caverni) espressione della sola area cattolica, sicuramente importante in città, ma non maggioritaria e non rappresentativa sicuramente delle posizioni, politico-culturali, laiche o non cattoliche.


Al contempo paiono ridursi al lumicino le ipotesi di formazione di un "Polo Civico" variegato che potesse assemblare segmenti dell'estrema sinistra con l'attivismo di alcuni comitati o gruppi di pressione politica. Intanto perchè è stata, forse giustamente, intravista la volontà colonizzatrice del "Polo" da parte di una sinistra ideologica, rancorosa e, tutto sommato, isolata e perdente. Ma anche perchè la vittoria di Carlesi ha persuaso una parte dei cittadini all'interno dei Comitati che quella è, per il momento, l'unica novità espressa dalla politica pratese convincendone parecchi a scommettere sulle promesse elettorali dell'ex assessore alla mobilità ovvero sul suo insediamento popolare proprio nelle "periferie" cittadine, dove anche i Comitati pescano e mobilitano i propri aderenti. Ed, infine, perchè il "Polo" non riesce ad individuare un rappresentante capace di unificare tute le varie anime dello schieramento. All'interno di questo quadro altre esperienze politiche sono in attesa di una più leggibile definizione della scacchiera. Resta, ad esempio, in movimento la parte sinistra dell'alleanza del PD. I Verdi locali, ad esempio, non rimarranno indenni dalle scelte della federazine fiorentina che ha deciso di non appoggiare Matteo Renzi. I pratesi trovano non molto digeribile l'attuale collocazione nel cartello di sinistra insieme a comunisti, ex comunisti ed ex rifondaroli. Posizione debolissima che rende invisibile il "Sole che Ride (va)" per di più affossata dall'esito infausto di Alessio Nincheri nella conta delle primarie.

Per questo i Verdi sono in attesa che si chiariscano anche le scelte nazionali. Se per le europee verrà proposta una lista comune di estrema sinistra e verdi, aperta a socialisti e radicali, pare evidente che lo stesso schieramento verrà posizionato anche per le amministrative. E se i socialisti possono probabilmente aderire a tale ipotesi dopo il congresso radicale di Chianciano è più difficile che si aggiungano i pannelliani. Che paiono intenzionati a tampinare fino all'ultimo momento il PD ed a non mollare le richieste d'alleanza. Sul fronte delle liste civiche, dato per scontato che quella del notaio La Gamba finirà per confluire nel centrodestra, restano vaghe le intenzioni di Sandro Ciardi e della sua "Giovani e Famiglia". Che appare defilata, svogliata e attore non molto attivo della contesa preelettorale in ragione, forse, anche degli impegni professionali sempre più assorbenti del fondatore ed ex candidato sindaco. I socialisti pratesi, impegnati nell'ennesima baruffa interna tra autonomisti e nenciniani, non appaiono comunque destinati a grandi performances. La Lista Civica "Taiti per Prato", impegnata ad approntare propri progetti da offrire alla città e in dialogo aperto con tutto lo schieramento cittadino, ha incassato intanto un buon successo con lo stop inferto alle ambizioni di Aldo Milone. Stop al quale non è stato estraneo il suo attivo intervento nella querelle. D'altra parte uno degli argomenti utilizzati dalla Lega per "ammazzare" la candidatura dello sceriffo, le pessime figure rimediate da Milone nella gestione dello sport cittadino, è da tempo cavallo di battaglia dell'avv. Taiti. La cui lista resta, per il momento, alla finestra per vedere come si scioglieranno i nodi della candidatura dell'opposizione con un occhio teso verso l'unica evidente, se pur parziale, discontinuità che si è creata nella politica citadina ovvero la vittoria di Massimo Carlesi nelle primarie del PD.

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