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sabato 18 aprile 2009

MASSIMO CARLESI "Parlo alla pancia della gente"

da il Tirreno del 18/04/09
Carlesi: «Parlo alla pancia della gente»
Crisi, legalità, cinesi: le risposte del candidato sindaco del Pd

Per rendere economico il ciclo produttivo abbattere i costi dell’acquisto di energia con consorzi di aziende e fonti alternative

PRATO. Rimbalza, come una pallina da ping pong. Da un incontro con gli amministratori di condominio, a un altro col suo comitato, da una riunione sul centro storico a un faccia a faccia con i giovani. Almeno sette, otto appuntamenti al giorno con la pancia del partito: la gente. «Ma è il “corpo a corpo”, senza fraintendimenti, quello che mi riesce meglio». Mezzo utilizzato: l’autobus, molto spesso. Tonico, positivo. E’ Massimo Carlesi, candidato sindaco Pd, che a dispetto delle cassandre, numerose anche in casa sua, è più che soddisfatto di come procede la campagna elettorale.
«Il gruppo di persone che lavorano con me - dice - è meraviglioso, il partito, quello delle circoscrizioni, quello della gente, si fa in quattro. Non posso chiedere di più».
E la segreteria, i big, anche con loro tutto bene?
«Sì».
Carlesi non le sembra che, almeno per ora, la campagna elettorale si presenti un po’ fiacca?
«La mia no. Io le cose le dico. E’ un momento molto complicato per Prato e credo che molti abbiano paura di dare risposte: si nascondono dietro grandi ragionamenti, perdendo di vista la concretezza e sperando che sia il mercato, magari grazie alla politica di Obama o della Merkel, a tirare fuori l’Italia da questa crisi. E’ questo che sta facendo il centrodestra al governo, è quello che farà il centrodestra di Prato».
E invece per lei è il momento delle decisioni. Anche se sul fronte economico gli amministratori locali possono influire modestamente.
«Ma possono stare vicini ai cittadini. Prato e il suo distretto hanno bisogno di risposte veloci: non in mesi, in giorni. E non sta accadendo. Bisogna rendere economico il ciclo produttivo e l’inizio sta nella riduzione dei costi per l’approvvigionamento energetico. Sono due le strade possibili a Prato: la creazione di consorzi di imprese così da poter acquistare l’energia elettrica a prezzi ridotti e investire sulle energie alternative: fotovoltaico, eolico e metano. Ci sono industrie, anche sul nostro territorio, che hanno abbattuto completamente queste voci di spesa».
Il problema forse è sostenere questi tipi di investimenti, che sono onerosi, riuscendo a far ripartire il motore.
«Infatti. Anche qui c’entra il governo che sui distretti ha individuato misure farraginose. L’ho detto più volte: si doveva nominare, per Prato, un commissario ad acta, perché no il presidente della Provincia, con il potere di smistare i fondi in arrivo. Subito senza passaggi intermedi. Altra questione: bisognava creare l’agenzia per il territorio che, con compiti straordinari, avrebbe potuto coordinare, regolare e controllare gli aiuti. Bastava un decreto legge».
Carlesi, se venisse eletto sindaco, cosa farebbe nei primi giorni del suo mandato?
«Punterei a tagliare i costi inutili. Anche questo l’ho detto: otto assessori al massimo, taglio nel corpo dirigenziale, mi riferisco alla figura del direttore generale, taglio netto delle consulenze con maggiori incarichi alle professionalità interne al Comune, perché mi fido delle competenze che esistono. Abbiamo calcolato che a regime potremmo risparmiare circa un milione e mezzo di euro l’anno. A quel punto davvero potremmo pianificare aiuti alle famiglie in difficoltà sul fronte delle bollette, dei nidi e delle mense. Da ripensare anche il sistema Isee: basterà una delibera con la quale eliminare il parametro nel caso un capofamiglia abbia perso il lavoro nell’anno».
Lei vuole anche attribuire più poteri alle circoscrizioni.
«Sì. Avranno la competenza esclusiva delle opere di manutezione ordinaria e straordinaria delle strade e della segnalatica stradale».
C’è però chi sostiene che per realizzare questo obiettivo sia necessario cambiare i regolamenti comunali, impiegando almeno un paio di anni.
«Falso. Non ci sarebbe necessità di cambiare alcun regolamento perché non si modificherebbero le competenze reciproche ma si andrebbe unicamente ad affidare compiti ulteriori».
Dagli incontri, numerossimi, che lei sta facendo e farà con i cittadini, quali istanze prioritarie emergono?
«In tanti, tantissimi mi chiedono come si uscirà dalla crisi, cosa faranno le persone che perdono il lavoro e che, pagando le bollette, non arrivano nemmeno più al cinque del mese. Ma mi chiedono anche più legalità che è concetto ben diverso e più complesso della sicurezza: sono stanchi dei furbetti».
Lei ha accusato di poca chiarezza il candidato del centrodestra Roberto Cenni sulla questione dei cinesi.
«No, io ho chiesto di capire cosa in effetti pensi. Sta in una coalizione composita dove ci sono partiti che affermano che si possa eliminare la comunità da Prato. Per me è una bugia. Per questo ho bisogno di capire».
Se diventasse sindaco, su questo fronte, cosa farebbe?
«Sono per la parità di diritti e doveri e non ammetto zone franche. Se un’azienda cinese vuole emergere tanto meglio: paghi tasse e tariffe. Sono per i maggiori controlli, ma senza bisogno dell’esercito, che non serve a niente, rinforzando però gli organici delle forze dell’ordine e sono assolutamente contro le ronde».
Perché?
«Perché si rischia di creare più problemi di quelli che verrebbero risolti. Ma anche perchè si potrebbe dividere la citta: quella più ricca in grando di assoldare vigilantes e quella più povera destinata a restare nel Bronx. Ecco, se qualcuno pensa che il partito possa accettare una città a due velocità, si sbaglia».
Carlesi un augurio per Prato.
«Che torni ad essere amata».
Cristina Orsini

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