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mercoledì 11 febbraio 2009

PAOLO ABATI INTERVIENE SU EMAIL DIFFAMATORIA

da la Nazione del 11/02/09
Mail con accuse, Abati querela

Messaggio inviato a decine di indirizzi. Il candidato Pd: «Sciacallaggio politico»di LEONARDO BIAGIOTTI LE PRIME DUE E-MAIL sono arrivate in redazione lunedì notte, poi un’altra ieri mattina. Gli indirizzi dai quali sono state inviate sono tutti diversi ma il testo è sempre lo stesso e definisce Paolo Abati, candidato del Pd alle primarie per il Comune, «una persona di dubbia moralità», perché «in questi giorni, in città, gira insistentemente la voce che si sia auto-attribuito elevati compensi che sono in contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente».

Parole che hanno rovesciato tonnellate di veleno sulla campagna elettorale di Abati e sulle primarie in generale, anche se tutti i candidati ieri hanno subito espresso la loro solidarietà al presidente del Consiag. E lui? Arrabbiatissimo, nel primo pomeriggio è passato al contrattacco ed ha convocato una conferenza stampa per difendersi dalle accuse lanciate da Cristian Gestri, questo il nome, probabilmente inventato, che figura in fondo alle e-mail incriminate. L’autore dice di appartenere all’associazione Quarta fase, ma non risulta fra gli aderenti, né fra gli iscritti al Pd.

«QUESTO È sciacallaggio politico, querelerò chiunque abbia scritto questa e-mail e chi la diffonderà», ha detto Abati parlando al bar Maddalena, proprio il locale da dove partì la sua campagna per le primarie. Poi ha ripetuto ancora: «Denuncerò tutti, tutti», accompagnando le parole con un volto segnato dalla rabbia e dalla delusione: «Non so come farò a sfogarmi...». Intanto è andato dall’avvocato Alberto Rocca per querelare l’autore della e-mail. Anche Quarta fase sta valutando le vie legali, se non altro per diffidare l’autore del testo dall’utilizzare ancora il nome dell’associazione, visto che il messaggio di posta elettronica è stato spedito a decine di indirizzi.«Non accetto e-mail che offendono la mia trasparenza e la mia persona — ha detto ancora Abati in conferenza stampa — Il mio compenso è stabilito dall’assemblea dei soci di Consiag e come tutti gli altri stipendi dell’azienda rispetta rigorosamente la legge.

So di essere onesto e di non aver mai preso nulla di più di quanto mi spetta, secondo la legge e in base ai risultati raggiunti. In ogni caso non mi vergogno di quanto guadagno. Accetto che il mio compenso si possa giudicare alto e che le mie scelte vengano criticate, ma la critica è una cosa, la diffamazione un’altra. Inoltre una valutazione va fatta sui risultati raggiunti e questa spetta prima di tutto ai soci dell’azienda. Sfido chiunque a dire che non ho lavorato per il bene di Consiag e dei Comuni che ne sono soci, che non ho raggiunto risultati importanti. Il mio nome è rispettato nel mondo delle multiutility». Sull’accusa di essersi autoattribuito «elevati compensi», Abati ha aggiunto che «chi lo ha scritto non conosce nemmeno la legge» e ha ricordato che il suo stipendio come presidente di Consiag, l’azienda nella quale potrebbe tornare alla scadenza dell’eventuale mandato amministrativo come sindaco, visto che ne è dipendente da anni, è sul sito del Comune come quello degli altri amministratori pubblici. E infatti c’è: 85.399,08 euro lordi (dato aggiornato al 22 gennaio scorso). In più ha aggiunto l’indennità come membro del cda di Publiacqua, altri 15mila euro circa.
«QUESTO attacco è strano, credo che sia un’orchestrazione politica per avvelenare il clima democratico delle primarie — ha chiuso ancora Abati — Mi aspettavo che qualcosa potesse succedere, ma non questo. Credo che questo attacco arrivi al di fuori dal Pd e dal Consiag. Lo spero. Chi ha fatto tutto questo si dovrebbe vergognare, è roba da delinquenti. Ma i responsabili si dovranno nascondere bene».

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